Corriere della Sera, 4 ottobre 2023
I nuovi fenomeni
Chiedi chi erano i Beatles? Troppo facile. Prova invece a chiedere chi sono Thasup e Rhove e, a meno che non stiate interpellando i vostri figli, avrete certamente risposte molto confuse da chi vi sta intorno. E quando spiegherete che si tratta di due tra gli artisti che hanno avuto più successo negli ultimi anni, molti crederanno che li stiate prendendo in giro. Niente di tutto questo: nessuno sta prendendo in giro nessuno, la verità è che la nuova scena della musica ha creato sorprendenti e inedite spaccature, faglie generazionali che non si vedevano dai tempi della rivoluzione degli anni Sessanta. È una terminologia antica, da boomer, certo, ma è pur vero che dopo decenni di confusioni e sovrapposizioni, tra ragazzi e adulti ci sono ampie zone di non comunicazione. Ci sono musiche che gli adulti non solo ignorano, fanno anche fatica a comprendere, perché c’è anche una questione di linguaggio. Esattamente come decenni fa alcuni giovani artisti parlano ai loro simili, d’età e di ambiente, e non gliene importa nulla di essere capiti dagli altri.Se andate a scorrere le classifiche ufficiali, da tempo totalmente ignorate da parte del grande pubblico, scoprirete che c’è qualche nome noto, in rarissimi casi anche nomi notissimi come Francesco Guccini, che esce “solo” col cosiddetto disco “fisico”, vende alcune migliaia di copie grazie al suo duraturo seguito, ed è sufficiente a salire in graduatoria delle vendite, ma immerso in una lista di altri nomi che non avete mai sentito nominare. Magari Tedua, Geolier, Thasup, VillaBanks, Shiva, eppure sono lì, sono loro i numeri uno di questa era dello streaming, stravincono, producono denaro, generano successo ma spesso in una fascia molto precisa e definita della popolazione, quella dei teenager, per non dire addirittura dei bimbi, con scarsa comunicazione all’esterno, ovvero verso la gran parte della popolazione adulta del nostro Paese.La musica vive di compartimenti separati soprattutto da quando la dominante del mercato è diventata quella dei proventi da streaming, che ha delle regole e delleimplicazioni tutte sue, molto diverse da tutto quello che avevamo imparato a pensare della musica nel corso degli ultimi cento anni. Si ascolta a raffica, non si compra mai il singolo pezzo, si paga in realtà un abbonamento generico che dà accesso a tutto, e quindi si ascolta in modo a volte indiscriminato, suggerito da playlist di genere, o in forma compulsiva, ben diversa dalla modalitàche richiede di acquistare quel preciso disco perché si vuole ascoltare solo e soltanto quello.Fanno eccezione quelli come i Pinguini Tattici Nucleari che suonano tanti concerti e riescono a produrre una percezione “fisica” della loro esistenza, anche per essere passati a Sanremo, che è una delle chiavi di volta dello scenario. Negli ultimi anni il festival ha sdoganato molti protagonisti della nuova scena, a partire da Achille Lauro e Mahmood, e poi Blanco, Madame, Tananai, Dargen D’Amico e altri, creando un’ulteriore spaccatura. Quelli passati da Sanremo in alcuni casi oltrepassano la linea di separazione e diventano mainstream, gli altri rimangono invisibili, sottotraccia, dominatori di mercato eppure non condivisi da tutti. Sono mondi accanto ad altri mondi.La musica dal vivo è diventata un universo a sé stante, rigoglioso e vitale. Ci sono concerti sempre e ovunque, un’offerta abnorme che però malgrado i prezzi non sempre accessibili funziona, segno che il pubblico vuole musica di tutti i generi, riempie i concerti di Ultimo così come quelli degli “invisibili”, ma riempie anche quelli dei grandi vecchi, Claudio Baglioni o Caetano Veloso che siano.Eppure questo fermento ha scarso rilievo nel mondo discografico dove invece l’imbuto si fa sempre più stretto e va verso una più commerciale fabbrica continua e serrata di singoli per adolescenti. o per tormentoni estivi destinati a essere suonati ossessivamente e in modo sempre più invadente da qualsiasi altoparlante a disposizione nel circondario, che siano bar, stabilimenti, parchi, alberghi. Ed è un altro dei mondi separati della musica. Dove porterà tutto questo? Chiunque dica di saperlo è un mentitore. La realtà muta troppo velocemente per predirne l’esito. Non ci resta che ascoltare le voci di tutti questi diversi mondi e sperare di capire.