la Repubblica, 4 ottobre 2023
Chi è Banksy?
L’identità di Banksy sta per essere finalmente svelata? Bisogna andarci cauti, visto che da oltre vent’anni si specula su chi sia davvero il misterioso artista inglese, i cui graffiti oramai sparsi in tutto il mondo valgono molti milioni di sterline. Secondo il Daily Mail, però, la maschera potrebbe cadere molto presto, e così anche il segreto sulla sua identità.
Richard Eden, giornalista sempre molto informato del tabloid inglese dove ha proprio una rubrica fissa di gossip e indiscrezioni, scrive di esser venuto a sapere di una causa per diffamazione contro lo street artist presso l’Alta Corte di Londra. Secondo Eden, però, i due imputati sarebbero Pest Control Ltd, ossia la società di Banksy che commercializza le sue opere nel mondo, e Robin Gunningham. Ovvero un 53enne di Bristol –stessa città dell’artista – che da molti anni è l’indiziato numero uno nella caccia alla vera identità di Banksy. Che ora potrebbe essere costretto, in teoria, a comparire in tribunale.
Non a caso, il Daily Mail sostiene da circa un decennio che Banksy sia proprio Robin Gunningham, un uomo misterioso, figlio di gestori di una società di consulenza, da giovane iscritto a scuole private e che ha da sempre avuto la passione dell’arte e dei graffiti. Uno studio della Queen Mary University, pubblicato nel 2016 dopo esser ricorso allo stesso metodo usato nel “profiling” dei criminali, sostiene che gli spostamenti e i trasferimenti di Gunningham in passato hanno più volte coinciso con quelli di Banksy.
Insomma, per il Daily Mail sarebbe l’ennesima conferma di quanto scrive da tempo. Eden sottolinea di aver contattato l’accusatore di Banksy, ovvero un 58enne di nome Andrew Gallagher, e il suo avvocato, Aaron Wood of Brandsmiths. Secondo quest’ultimo, sia Gunningham che la società Pest Control “non hanno ancora notificato la ricezione del presunto avviso di garanzia. Dunque in questo momento non posso comunicare altro, per ragioni di segretezza”.
Stando al Daily Mail, Gallagher, 56 anni, ex imprenditore musicale, poi votatosi al mondo dei graffiti, contesterebbe a Banksy l’utilizzo esclusivo di alcune opere dopo la frase dello stesso street artist: “Il copyright è roba da perdenti”. Una diatriba che va avanti da quando Banksy e Pest Control ottennero nel 2014 il “bollino Ue”, ma poi una corte inglese non ne riconobbe i diritti proprio per il suo status di anonimato.
A inizio carriera, in alcune rare interviste, Banksy disse di voler rimanere anonimo perché disegnare resta “un’attività considerata criminale dalla legge britannica” e perché la fama non gli piaceva. Negli anni, l’artista è stato associato anche a Robert Del Nada della band Massive Attack e all’artista e presentatore Neil Buchanan. Tramite i suoi collaboratori, Banksy ha sempre smentito di essere Robin Gunningham, anche dopo che nel 2008 emerse online una presunta foto di quest’ultimo mentre si accingeva a realizzare alcuni graffiti in Giamaica, dove poco dopo sarebbero poi comparse alcune opere del misterioso street artist. Ora, anche dopo l’ultima ricostruzione del Daily Mail, Banksy e i suoi rimangono in silenzio.