3 ottobre 2023
La vita aliena esiste a 65 milioni di anni luce
Secondo un nuovo, affascinante studio la vita aliena non solo esisterebbe, ma si troverebbe entro 20 parsec (65 anni luce) dalla Terra. Certo, è una distanza immensa per la scala temporale umana ed è anche difficile da concepire, tuttavia è “dietro l’angolo” dal punto di vista squisitamente astronomico, tanto che le sue firme biologiche potrebbero essere rilevate dalla nuova generazione di grandi telescopi terrestri e spaziali. Anche l’avveniristico Telescopio Spaziale James Webb – lanciato a Natale del 2021 – può essere d’aiuto in questa affascinante caccia alle forme di vita extraterrestri, come dimostra una nuova ricerca guidata dall’Università di Cambridge. Gli scienziati, infatti, hanno identificato tracce di dimetilsolfuro sull’esopianeta K2-18b (a 120 anni luce da noi). Si tratta di un composto chimico che sulla Terra viene prodotto esclusivamente da reazioni biologiche, in particolar modo dalle alghe del fitoplancton. Insomma, ci stiamo probabilmente avvicinando a una scoperta rivoluzionaria e il nuovo studio risulta promettente sulla distanza entro la quale dovremmo trovare forme di vita extraterrestri.
A condurre la ricerca è stato lo scienziato Piero Madau del Dipartimento di Astronomia e Astrofisica dell’Università della California. Lo studioso, per giungere alle sue conclusioni, è partito dai concetti espressi nella famosa equazione di Drake del compianto Frank Drake, ex Preside della Divisione di Scienze naturali all’Università della California di Santa Cruz e pioniere del progetto di ricerca dell’intelligenza extraterrestre (SETI). È deceduto a 92 anni lo scorso anno. L’equazione di Drake, ideata nel 1961, in parole semplici è una formula matematica basata su diverse variabili – come il numero di esopianeti abitabili in orbita attorno alle stelle – per stimare le probabilità di rilevare forme di vita intelligenti nella nostra galassia, la Via Lattea. Uno studio dell’Università di Nottingham del 2020, basato su una forma modificata dell’equazione di Drake, è giunto alla conclusione che nella Via Lattea ci sarebbero 36 civiltà di alieni intelligenti. Anche il nuovo studio prende spunto da questa equazione, ma il professor Madau ha evidenziato che è solo parte del ragionamento completo.
Il ricercatore ha infatti messo a punto equazioni differenziali che ruotano principalmente attorno al fattore tempo, legato alla formazione stellare, all’arricchimento dei metalli nei sistemi e allo sviluppo di pianeti extrasolari nella zona abitabile delle stelle di riferimento. Considerando il Sistema solare come elemento “medio” e non come posizione privilegiata per l’emergere della vita nell’Universo, il professor Marau ha calcolato che entro 326 anni luce dalla Terra – 100 Parsec – ci sarebbero ben 11.000 pianeti rocciosi di tipo terrestre nella fascia abitabile della propria stella, cioè quella zona che permette la presenza di acqua liquida sulla superficie (non sono né troppo caldi né troppo freddi).
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Tenendo presente il tempo che ha impiegato la vita semplice a emergere sulla Terra (500 milioni di anni dopo la sua formazione, 4,5 miliardi di anni fa) e quello per far sbocciare la vita complessa, comparsa dopo un processo chiamato Grande Evento di Ossidazione avvenuto 2,4 miliardi di anni fa, lo scienziato ha calcolato probabilità e tempo di emersione della vita in pianeti temperati simili alla Terra (TTP) nel nostro quartiere galattico. Incrociando tutti questi dati assieme ad altre variabili planetarie, Madau è giunto alla conclusione che questi pianeti avrebbero iniziato a formarsi circa 10 – 11 miliardi di anni fa (il Sistema solare è più giovane della media, avendo metà degli anni) e ha stimato che il più vicino a noi in cui sarebbe presente vita aliena si troverebbe entro 65 anni luce dalla Terra.
Come specificato è una distanza enorme per la vita umana. Considerando che la sonda più veloce prodotta dall’uomo viaggia a 240.000 chilometri orari, infatti, per percorrere un solo anno luce (pari a quasi 10.000 miliardi di chilometri) ci vogliono circa 4.300 anni. Per raggiungere il pianeta potenzialmente abitabile più vicino alla Terra, in orbita attorno alla stella Proxima Centauri che si trova a circa 4 anni luce, con quella velocità ci vorrebbero ben 18.000 anni. Per raggiungere un esopianeta a 65 anni luce si impiegherebbero invece poco meno di 280.000 anni. È chiaro che sono distanze inimmaginabili con la tecnologia attuale, ma gli scienziati sono al lavoro per mettere a punto sistemi di propulsione enormemente più performanti, con la speranza di arrivare un giorno a diversi punti percentuali della velocità della luce, che potrebbe permetterci di esplorare lo spazio interstellare in tempi “umani”. È chiaro che per ora si tratta solo di fantascienza. I dettagli della ricerca “Beyond the Drake Equation: A Time-Dependent Inventory of Habitable Planets and Life-Bearing Worlds in the Solar Neighborhood” sono stati pubblicati su ArXiv.
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