il Fatto Quotidiano, 3 ottobre 2023
Biografia di Stefano Bandecchi
L’ascesa mediatica del diversamente pacato Bandecchi Stefano, a tempo quasi perso sindaco di Terni, dice molto su questo Paese e ci rende ancor più orgogliosi di essere italiani in una contemporaneità così sfavillante. Lungi da noi criticarlo, anche perché teniamo alla nostra salute (e ancor più ai nostri lineamenti), verghiamo qui qualche rispettosissima considerazione sul nuovo mito italico.
– Bandecchi è nato a Livorno nel 1961. Imprenditore, dirigente sportivo italiano e (secondo lui) anche politico. Imprenditore assai capace e scaltro, nonché ricco sfondato, ha fondato non senza genio duttile l’Università degli Studi Niccolò Cusano. L’ateneo ha avuto la proprietà della Ternana Calcio (di cui Bandecchi è stato presidente quattro anni). Bandecchi detiene pure la proprietà della Ternana Women.
– Sposato, ha due figli e due nipotini. Si è occupato di ristorazione, turismo ed editoria. Editore di Radio Manà Manà, Radio Manà Manà sport e del quotidiano Le Novae. Inventore di Radio Cusano Campus e poi di Radio Cusano Tv Italia. Un fiume in piena.
– Da ragazzo è stato pescatore e manovale. Servizio militare nei paracadutisti della Brigata Folgore. Fervente sostenitore del Movimento sociale italiano. Un democratico nato.
– Regolarmente lambito e colpito (ma mai condannato e men che meno travolto) da inchieste ora giornalistiche (Report) e ora giudiziarie. Inchiesta per evasione fiscale. Scontri coi tifosi della Ternana. Inchiesta della Procura Figc. Minacce nei suoi confronti (solidarietà) e richiesta di scorta. Scontri verbali (e quasi fisici) con esponenti dell’opposizione in consiglio comunale. Più che uno statista, un aspirante wrestler in servizio permanente.
– Politicamente Bandecchi non esiste e non ha nulla da dire. È leader di un partito più o meno immaginario, Alternativa popolare, fondato nell’indifferenza generale dal mitologico senza quid Alfano. Eletto sindaco di Terni per masochismo diffuso e mancanza di avversari, Bandecchi si intende di politica come Nathalie Tocci di geopolitica. Ha la profondità intellettuale delle cernie tristi. È stato, dopo Berlusconi, il più grande finanziatore di Forza Italia (wow!) e negli anni ha dato vagonate di soldi per finanziare (lecitamente) cavalli di spiccato pregio come l’urlatore leghista Ciocca, l’ex monarchico Tajani, Impegno Civico di Di Maio (ahahahah) e quel che resta della Boschi. Ora: uno che finanzia nel 2022 Di Maio e Boschi meriterebbe forse un Tso. Da noi, invece, diventa pure famoso. Daje!
– Più Bandecchi fa il bullo e più lo chiamano in tivù. Più è sgradevole e più acquista popolarità. L’imitazione (ottima) di Crozza gli fa più comodo che danno. Emblema del politicamente scorretto da baretto grezzo di periferia bombardata. La sua performance in consiglio comunale da Al Capone ne Gli intoccabili (mancava solo che urlasse “Sei solo chiacchiere e distintivo!”) gli ha aperto le porte non solo dei destrorsi catodici, ma pure del bravo Formigli, che ormai lo chiama tutti i giovedì e lo fa pure passare per uno simpatico, contrapponendolo quasi sempre a gente come Raimo che – per contrasto – renderebbe accattivante persino la buonanima di Bokassa.
– Bandecchi è un De Luca di destra (si perdoni la ripetizione) che per ora fa meno danni. La risposta italica – caciottara, caricaturale e cafona – a Chuck Norris. Un Walker Terni Ranger da discount.
– Il maschio Bandecchi si vanta di ritenere lecite e democratiche le testate. Ha meno voti reali di Scalfarotto (oddio, forse meno di Scalfarotto no). Dileggia grevemente chiunque non lo ritenga il nuovo Farinacci. Ha un insigne curriculum al contrario, grazie al quale ce lo ritroveremo presto in Parlamento. Magari (magari?) pure al governo. Siamo un Paese fantastico.