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 2023  ottobre 03 Martedì calendario

Le Germanie sono ancora due

Oggi in Germania è festa nazionale, il giorno dell’unità. Il 3 ottobre del 1990, la Germania divisa dai vincitori dell’ultima guerra, e tagliata in due dalla Cortina di Ferro, tornò insieme. Si sarebbe dovuto ricordare la caduta del Muro, il 9 novembre dell’89, ma era una data infausta. Cento anni fa avvenne a Monaco il putsch di Hitler, che fallì e Adolf andò (per poco) in prigione, e nel ’38, si scatenò l’ultimo pogrom, nella Kristallnacht, la notte dei cristalli, vennero date alle fiamme le sinagoghe e i negozi degli ebrei. Meglio trovare un’altra data, ma non ci sono molti giorni liberi da ricordi infausti nella storia tedesca dell’ultimo secolo.
Il Muro restò in piedi per 28 anni, le Germanie furono due per 44, dopo 33 anni i tedeschi dell’Est e dell’Ovest, non sono ancora uguali, come promise Helmut Kohl il 19 dicembre dell’89 a Dresda. Ma aggiunse “appena possibile”, tutti capirono tra pochi mesi, o un anno. Oggi i wessis occidentali e gli ossis orientali sono quasi uguali, le pensioni sono alla pari, i disoccupati anche, solo il reddito pro capite è inferiore dell’11 per cento. Le cifre contano fino a un certo punto.
Oggi, appena il 4 % degli ex cittadini della scomparsa Ddr occupa posti da dirigente nelle aziende, e nell’amministrazione pubblica. Su 108 università, solo due hanno un rettore dell’Est e il 21% dell’élite politica ha radici all’Est. Nei media, al vertice siamo all’8%. Nella magistratura al due. Nelle cinque regioni orientali, a comandare sono sempre i fratelli dell’Ovest. Subito dopo la riunificazione, si doveva riorganizzare lo Stato, e le industrie superstiti dovevano essere guidate da manager che sapessero cavarsela in una libera economia di mercato. Chi accettava di trasferirsi all’Est, riceveva un’indennità per sede disagiata, in gergo Buschgeld, i soldi per la giungla.
Vennero fatti fuori anche i bravi. Un primario fu licenziato perché era stato iscritto al partito comunista. Chiesi se era un bravo medico. Non ha importanza, mi spiegarono gli amici berlinesi. Ma non poteva diventare primario senza tessera. Una mia amica, professoressa di economia alla Humbold Universität, a Berlino Est, venne licenziata perché aveva studiato economia marxista. Non poteva ottenere un’altra cattedra? Si promise che non ci sarebbero state epurazioni, gli ambasciatori della Ddr, furono licenziati in tronco, e non erano in età di pensione. Ne conobbi uno che faceva il tassista a Berlino. Erano comunisti, senza dubbio, ma esperti dei paesi del terzo mondo, di cui conoscevano le lingue.
Si investono miliardi di euro per aprire fabbriche tecnologicamente all’avanguardia nelle città dell’Est. Ma mancano tecnici specializzati. Dovrebbero arrivare dall’Ovest, o dall’estero, e non si trovano. I disoccupati sono nelle campagne. Le fattorie, che andavano bene, furono chiuse perché superflue secondo i parametri di Bruxelles. L’età media all?Est è più alta. Dopo la riunificazione, emigrarono all’Ovest quattro milioni di giovani.
Adesso sono alla vigilia della pensione, e i loro figli non tornano nel paese dei padri, come i figli dei meridionali nati a Milano o Torino, in Calabria o in Sicilia tornano al Sud solo per le vacanze. Quasi la metà, continua a definirsi come “Ostdeutsche”, tedeschi dell’est, e il 52 si considera “Deutsche”. All’ovest appena il 18 precisa di essere “Westdeutsche”. Nella ex Ddr il 43 % si considera “cittadino di seconda classe”, rispetto ai fratelli fortunati dell’Ovest.
Chi vuole trovare l’atmosfera della vecchia Germania deve andare all’Est. Le foreste e le campagne sembrano incontaminate, paesi e cittadine sono in parte state risparmiate dalla guerra. C’è molto spazio, e qui vengono mandati i profughi, in luoghi dove non c’è modo di integrarli. Quelli dell’Est si sentono trattati come una colonia. Temono di perdere la loro Heimat, la loro piccola patria, non sono tutti razzisti, anche se l’AfD, il partito dell’estrema destra, nella ex Germania rossa, è ormai il primo partito con il 32 per cento. Un giorno siamo nostalgici comunisti, quello dopo tutti neonazisti, si arrabbiano all’Est. L’AfD è un pericolo per la democrazia, colpa solo degli ossis?