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 2023  ottobre 02 Lunedì calendario

Intervista a Fulco Lanchester


ROMA Professor Fulco Lanchester, da professore emerito di Diritto costituzionale italiano e comparato a La Sapienza, la giudice di Catania che non ha convalidato il fermo dei tre migranti ha sbagliato?
«No, ha applicato le norme. Il problema è che quei decreti non sono scritti bene».
Cosa intende?
«Violano la Costituzione. All’articolo 10 perché la mera provenienza da un paese sicuro (sa Iddio se la Tunisia lo è riguardo alle libertà democratiche e ai diritti umani) non può automaticamente escludere dalla richiesta di asilo, come prevede il decreto Cutro. E all’articolo 13, perché la libertà personale è inviolabile e la Costituzione non ammette alcuna forma di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge».
Cosa si dovrebbe fare dunque per rispettare le norme?
«Siamo già fuori dalla normalità. L’emergenza va contenuta, ma sta ormai diventando permanente. E l’emergenza permanente rischia di porsi fuori dalla stessa Costituzione. Un simile trend prefigura il pericolo dell’avvento di uno Stato amministrativo, in cui potere legislativo e giurisdizione vengono emarginati a favore dell’amministrazione pilotata dall’esecutivo, dove la discrezionalità diviene arbitrio».
Cosa sarebbe accaduto in Francia o in Germania?
«Lì scatta il meccanismo di Dublino, accettato negli anni ’90, e che secondo lo stesso presidente Mattarella è oramai preistorico. È evidente che noi siamo la punta dell’iceberg di una situazione irrisolta, ma bisogna mantenere i principi dello Stato di diritto costituzionale».
Dalla maggioranza gridano alla decisione politica.
«Il magistrato, a mio avviso, ha fatto il suo mestiere. Il ministero ha già fatto ricorso e sarà l’istanza giurisdizionale superiore che ora deciderà. Ciò che trovo più grave è, però, attaccare l’ordine giudiziario come fosse un nemico».
Come se ne esce?
«Con un adeguamento normativo, previo accordo europeo. Queste norme dovranno essere valutate anche dalla Corte costituzionale. Il problema è, però, che siamo oramai in una perenne campagna elettorale e su questo tema ci sono contrapposizioni interne al governo, all’opposizione e allo stesso mondo cattolico. Lasciamo almeno fare alla magistratura il suo mestiere in tranquillità».