la Repubblica, 1 ottobre 2023
Intervista a Carrie Leighton
Il nome d’arte, Carrie, è un omaggio esplicito alla protagonista della serie cultSex and the City.Leighton, semplicemente, lepiaceva. Una delle autrici più vendute degli ultimi anni, 150 mila copie con la sua trilogia Better arrivata all’ultimo capitolo, ha conquistato lettori e lettrici parlando di relazioni tossiche.Perché ilromance, oggi, ha ampliato lo sguardo e in questo caso ha sfumaturedark.«Dark eromance sembrano due parole in contrasto, un ossimoro: ma esiste un amore senza lati oscuri?».Questa ragazza di 29 anni che vive a Trieste e che gli amici chiamano Cari, ci risponde in videochiamata da casa di una zia, dove si è rifugiata perché nella sua, di casa, ci sono lavori in corso.E in una lunga chiacchierata spiega perché la letteratura rosa si è presa la scena: «Le scrittrici contemporanee oggi siamo noi». Ma racconta anche cosa vuol dire cominciare a scrivere su Wattpad, la piattaforma che l’ha incoronata e dove Salani l’ha intercettata; di come ci si difende dal lato B dei social, quello violento.E di come ha lasciato il suo lavoro da barista per dedicarsi a tempo pieno ai romanzi. Better. Ossessione, pubblicato da Magazzini Salani comeBetter.Collisione eBetter. Dannazione, è l’ultimo capitolo della storia di Thomas e Vanessa.Carrie, è davvero pronta a lasciare i protagonisti con i quali ha convissuto per quattro anni?«Sono molto emozionata ma provo anche un senso di smarrimento.Quando ho cominciato a scrivere su Wattpad, per gioco, ingenuamente,non avrei mai pensato di arrivare in libreria. Ogni storia comunque ha un inizio e una fine: la conclusione diBetterce l’avevo già chiara dall’inizio, anche se in questi quattro anni, le strade per arrivarci sono cambiate più volte».Nei suoi romanzi affronta temi delicati: dipendenze, violenza, relazioni tossiche. Perché?«Perché esistono. Quando ho cominciato a scrivere questa storia ho pensato a chi ha vissuto o sta vivendo situazioni difficili come quella che racconto: volevo che sapesse che non è da solo. Ma ho anche immaginato di rivolgermi a chi invece, per fortuna, non ne ha esperienza: per dire loro che sono realtà».Alla fine “Better” è un inno all’amore?«Alla speranza. L’amore ti può dare la spinta per trovare dentro di te la forza di salvarti. Ci si salva sempre da soli.Devi volerlo. Non si può vivere una relazione sana se non sei risolto».Si può rendere romantico ildolore?«Non ho voluto romanticizzare la sofferenza. Piuttosto mostrarla per dare la possibilità di comprenderla.Oggi parlare d’amore è parlare della vita, nella sua complessità. Perché l’amore ci riguarda tutti».Definirebbe “Better” un dark romance?«Unromance con sfumature dark : ci sono dentro le relazioni tossiche, abusanti, la tossicodipendenza, la violenza. Le relazioni sbagliate vanno indagate: quando ci sei dentro, non riesci a uscirne facilmente. Ma possono capitare a tutti: ognuno di noi si porta dentro cicatrici, che possono portarti in direzioni sbagliate».Il romance ha superato il plot base delle storie d’amore a lieto fine?«Sì. Ormai ha tante sfaccettature.Quello che è rimasto è il bisogno di evadere. In fondo è questo che accomuna lettori e scrittori: leggiamo e scriviamo per vivere altre vite, per entrare nei panni degli altri».Perché la letteratura rosa piace così tanto?«Perché è d’amore che tutti, in fondo, vogliono sentir parlare: è l’amore che ti coinvolge anche mentre guardi un film o una serie».Le piattaforme come Wattpad hanno reso la scrittura più democratica?«Sì. Oggi tutti possono avere una possibilità. Wattpad è una palestra perché, capitolo dopo capitolo, ti mostra la reazione dei lettori».Davvero il libro che l’ha iniziata alla lettura è “Cinquanta sfumature di grigio” di E.L. James?«James ha dato al romance una ribalta globale: ha superato i tabù sul mondo erotico e sadomaso. Ha sdoganato il fatto che il sesso piace agli uomini cosìcome alle donne. Ha innescato il cambiamento. C’è tanto altro in quella storia oltre alle scene hot».Perché ha scelto di scrivere sotto pseudonimo pur mostrandosi sui social?«Per tutelare le persone che mi stanno accanto, la mia famiglia. Sui social io sono Carrie Leighton. È come se vivessi due vite. Certo, poi vado ai firmacopie e incontro i lettori: ma non a Trieste.Nessuno quando cammino per le strade della mia città mi riconosce. La mia famiglia è al sicuro».La Rete le fa paura?«Moltissimo. Si arriva a livelli di violenza incredibili. È il lato oscuro, quello da cui bisogna proteggersi. Ogni tanto mi è capitato di pensare di mollare tutto».Ma poi non l’ha fatto.«No, perché per fortuna c’è l’altra faccia dei social: il contatto con i lettori, il feedback su quello che scrivi».Come è cambiata la sua vita col successo?«Diciamo che è cambiato il mio lavoro: non ho più un impiego al bar!».