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 2023  settembre 30 Sabato calendario

Processo alla Bibbia

Dal 2019 Päivi Räsänen è al centro di un caso cruciale per la libertà d’espressione dei cristiani in Occidente. Indagata per un tweet in cui rimproverava ai vescovi luterani finlandesi di sostenere il gay pride e dunque di dimenticare che nella Bibbia gli omosessuali sono considerati peccatori, è stata prosciolta in primo grado l’anno scorso. La procuratrice generale ha però presentato ricorso e la sessantatreenne finlandese attende ora la decisione della Corte d’Appello di Helsinki, prevista entro novembre. In caso di condanna le verrebbe comminata una pena pecuniaria e verrebbero banditi i suoi scritti. Dai primi anni Novanta Räsänen occupa posizioni istituzionali per il piccolo partito conservatore cristiano-democratico. Ministro dell’Interno dal 2011 al 2015, in aprile è stata rieletta deputata. «La Lettura» la incontra nel suo ufficio in Parlamento.
Lei è cristiana luterana, vero?
«Sono stata battezzata nella fede luterana. La chiesa evangelica luterana è la chiesa principale in Finlandia. Vi appartiene il 70% circa dei finlandesi».
È sposata?
«Mio marito è un pastore luterano. Dirige un seminario biblico. Forma missionari luterani finlandesi che andranno in Africa e in Asia».
Avete figli?
«Cinque, un figlio e 4 figlie. Hanno tutti le loro famiglie. Ho 10 nipoti, e 2 in arrivo. Una grande famiglia!».
Il suo caso è nato da un tweet.
«I leader della Chiesa luterana finlandese quattro anni fa sostennero su Twitter il gay pride di Helsinki. Molti nella Chiesa rimasero delusi, per qualcuno fu uno choc. Mi chiesi cosa fare. Mi preoccupava che venisse meno la fiducia della gente nella Bibbia. Allora risposi al tweet dei leader e chiesi come la loro posizione potesse accordarsi con il fondamento biblico della Chiesa. Postai una foto del primo capitolo della Lettera ai Romani».
Con la condanna dell’omosessualità.
«San Paolo parla di vergogna. Non di orgoglio».
Ed è stata denunciata.
«Alcuni cittadini hanno presentato una denuncia penale contro di me. La polizia ha cominciato a indagare».
Altre prove contro di lei si sono aggiunte al tweet sul gay pride.
«Qualcuno ha trovato online un mio libretto di 15 anni prima. Il titolo richiama il passo della Genesi “Maschio e femmina li creò”».
Come ha reagito alla denuncia?
«È stata una grande sorpresa. Non avrei mai creduto che questo potesse succedere in Finlandia».
Di quale delitto è accusata esattamente?
«Di “agitazione contro le minoranze”. Sulla base di una legge del 2010. Fui tra chi la votò. Non avrei mai immaginato che sarebbe stata usata contro di me».
Parliamo dell’inchiesta giudiziaria.
«In tutto 13 ore d’interrogatorio al commissariato di Helsinki. Con la Bibbia sul tavolo. I poliziotti mi hanno chiesto della Lettera ai Romani, del peccato. Abbiamo dovuto cominciare dalla Genesi. (Ride) Una follia».
Poi il processo.
«Per la polizia non c’erano gli estremi per il delitto di cui ero accusata. Ma nel 2021 la procuratrice ha chiesto che venissi processata. Nel ’22 la Corte distrettuale di Helsinki mi ha prosciolto senza riserve, all’unanimità. I giudici hanno detto di non avere rinvenuto negli atti le affermazioni che la procuratrice mi attribuiva».
Cioè?
«Secondo lei avrei affermato che Dio non ha creato gli omosessuali o che gli omosessuali sono inferiori alle altre persone. Ma io non ho mai detto questo».
Il caso non è finito lì.
«Ero felice per la decisione dei giudici, però la procuratrice è ricorsa in appello. Due settimane fa ha avuto luogo il dibattimento. È durato due giorni. Ora aspetto il verdetto entro la fine di novembre».
Per la procuratrice chi parla di peccato e vergogna a proposito degli omosessuali di fatto incita a discriminarli.
«La procuratrice è contro la dottrina diffusa in tante chiese per cui si può amare il peccatore e al contempo odiare il peccato. Secondo lei non si può distinguere tra l’identità della persona e i suoi atti. Se condanni i suoi atti, condanni la persona. È la logica su cui si fonda la procedura contro di me. Ho risposto in tribunale che questo è contro il buon senso».
Si spieghi.
«Ho tirato su cinque figli. Spesso ho dovuto rimproverarli perché non si erano comportati bene. Ciò non ha mai significato che fossero inferiori agli altri figli o che non li rispettassi o che non li amassi».
Cosa c’entra il cristianesimo?
«Il concetto cristiano è che Dio ha creato tutti a propria immagine. Siamo tutti eguali e tutti abbiamo dignità e valore. Ma siamo tutti peccatori. Peccatori bisognosi di grazia. Ora, se c’è Dio, e finché c’è Dio, sta a lui dire che cosa è peccato e cosa no».
Siamo al cuore del suo processo.
«I media e la stessa radiotelevisione pubblica finlandese lo hanno chiamato il processo della Bibbia. Nel senso che è la Bibbia ad essere sotto processo».
Chi la vorrebbe condannata non nega che la Bibbia dica certe cose, ma vuole che il testo venga interpretato altrimenti.
«La procuratrice insiste sul fatto che tante chiese nel mondo... ha citato in proposito una certa chiesa australiana… (ride) hanno una visione diversa di questi passaggi biblici. Ma i giudici hanno detto molto chiaramente che non spetta loro decidere qual è la giusta posizione. Perché è una questione teologica».

L’opinione pubblica da che parte sta?
«È divisa. Ho ricevuto molto sostegno. Anche dagli atei e dagli stessi omosessuali. Specialmente dopo la decisione del tribunale di Helsinki, quand’era evidente la falsità delle accuse. Invece i media secolari all’inizio si sono schierati contro di me. Ora sono più silenziosi».
La sua Chiesa?
«È molto divisa. Anche perché all’inizio ho criticato la leadership. Ma molti pastori e membri laici della Chiesa mi hanno sostenuto pubblicamente. Anche da altre chiese mi è venuto tanto sostegno».
Anche dalla Chiesa cattolica?
«Nel catechismo cattolico ci sono le stesse cose che dico io. È folle pensare che in Finlandia venga proibita la dottrina della grande Chiesa cattolica».
Nei prossimi giorni alcuni esperti internazionali si riuniranno a Joensuu, in Carelia, per discutere del suo caso e della libertà di espressione e di religione.
«In seguito al mio processo alcuni autorevoli cristiani finlandesi hanno creato l’ong Sanan-ja uskonnonvapaus ry, associazione per la promozione della libertà di espressione e religione. Hanno sostenuto anche il vescovo Juhana Pohjola che è stato incriminato insieme a me in quanto editore del mio libro del 2004».
Possiamo dire che il suo caso nasca dalla secolarizzazione dell’Europa?
«Sono d’accordo. Nella mia vita le cose sono cambiate tanto. Ancora vent’anni fa la maggioranza dei finlandesi condivideva le affermazioni contenute nella confessione di fede. Ad esempio su Gesù, il figlio di Dio che giudicherà gli uomini dopo la morte. Oggi solo una minoranza crede nelle dottrine fondamentali del cristianesimo».
Sono anche cambiate le leggi.
«La legge è sempre quella del 2010. Dieci anni fa non sarei stata incriminata e ora sono sotto processo. Le mie idee non sono cambiate, la legge non è cambiata, ma è cambiata l’atmosfera generale».
Sono passati un secolo dalla prima legge sulla libertà religiosa in Finlandia e vent’anni dalla riforma del 2003. Nel 2025 saranno cinquant’anni dagli Accordi di Helsinki sui diritti umani. Cosa significherebbe una sua condanna?
«Se verrò condannata vi sarà un’enorme censura delle opinioni cristiane. Perché non sono sola. (Ride). Non sono sola. Migliaia di finlandesi sono d’accordo con me. Il poliziotto che mi interrogava ha concluso: se bandiranno il suo libro, dovranno bandire la Bibbia stessa».
Colpisce che in questo caso vi siano due donne una contro l’altra. Lei e la procuratrice Raija Toiviainen.
«Le donne sono più progressiste, anche nella nostra Chiesa. Le donne pastore promuovono di più i matrimoni dello stesso sesso rispetto ai pastori uomini».
Torniamo all’accusa di odio verso gli omosessuali.
«Non è una questione di odio ma di amore. La Bibbia è la parola di Dio e Dio è amore. Ci ha dato i suoi comandamenti per amore ma siamo tutti peccatori. E nel Vangelo c’è il perdono dei peccati. La crocifissione è fondamentale. Dio ha odiato il peccato e suo figlio è morto per questo. Dio ama gli esseri umani e perdona i peccati. Ma tanti finlandesi oggi non capiscono più che si possa parlare di peccato e di grazia allo stesso tempo».
Da qui la sua preoccupazione che non si abbia più fiducia nella Bibbia.
«La Bibbia è la parola di Dio. Dio si rivela nella Bibbia. Per questo è essenziale che i cristiani abbiano fiducia nella Bibbia. Se non ce l’hanno è in questione la salvezza eterna, non solo il matrimonio o la sessualità. Se pensano che la Bibbia si sbagli su questo o su quello, come possono avere fiducia nella salvezza in Gesù Cristo?».
Non ha paura di essere strumentalizzata dall’estrema destra razzista e xenofoba?
«Molto. Ho visto che il mio caso è stato usato dall’estrema destra, specialmente in Europa. Sono grata a tutti quelli che sostengono la causa della libertà d’espressione, anche a quanti stanno all’estrema destra. Però non condivido le loro idee».
La Russia è vicina. Non teme che Vladimir Putin sfrutti il suo caso nella sua polemica contro l’Occidente anticristiano?
«Come possono i russi promuovere i valori cristiani mentre bombardano donne e bambini in Ucraina?».
Che futuro immagina?
«In quanto cristiana resto ottimista. Dio può sempre cambiare tutto. Poi il futuro... non so. Non sono un profeta. O una profetessa».