ItaliaOggi, 29 settembre 2023
Periscopio
I droni kamikaze iraniani utilizzati dalla Russia nella guerra in Ucraina contengono più di 50 componenti europei: è quel che emerge da un documento top secret che Kiev ha inviato in agosto ai governi del G7. Il governo ucraino lancia un appello affinché vengano distrutti con missili a lungo raggio i siti di produzione in Russia, Iran e Siria. Ansa.
Negli anni delle tribolazioni, / nei tempi di un’inconcepibile esistenza. Boris Pasternak, Separazione (in Le poesie di Jurij ivago, Feltrinelli 2018).
La guerra per gli ucraini sta andando meglio di come viene descritta sui media occidentali. Ma è sullo stato d’animo del continente che si manifestano con sempre maggiore evidenza le crepe (…). Accadde qualcosa d’analogo nell’estate/autunno del 1940 e per una buona metà del 1941 durante la guerra mondiale, quando l’intera Europa continentale cedette all’offensiva hitleriana e negli Stati Uniti il presidente Roosevelt si trovò a fronteggiare potentissimi umori «pacifisti». (…) Ma – per tornare all’Europa – è in momenti come questo che si vede se i valori dell’Unione tengono. Ci sono fondamentali questioni economiche, certo. C’è il problema dei migranti, enorme. Ma c’è soprattutto l’Ucraina, sottoposta a una guerra d’aggressione, persa la quale sarà il nostro continente a uscirne sconvolto. Per sempre. Paolo Mieli, Corriere della Sera.
[E intanto, do ut des,] droni su Mosca nella notte. Zelensky: «La guerra sta arrivando in Russia». Ansa.
La pericolosità dei droni su Mosca, spiega l’Economist, non sta nel loro limitato potenziale distruttivo ma (…) nella guerra psicologica che portano avanti. Per evitare che i droni colpiscano i bersagli, infatti, le autorità russe sono costrette a disturbare i segnali gps, rendendo impossibile usare i navigatori e qualunque altra tecnologia che si basi su quei segnali. I moscoviti sono ormai abituati a vedere il messaggio che compare sui loro cellulari: «Problemi di geolocalizzazione, provare più tardi». Elena Tebano, il punto del Corriere della Sera.
Il Papa ci ricasca e Mosca festeggia. Francesco ha ricevuto l’amico russo Leonid Sevastyanov, leader dei «Vecchi credenti»: «Mi ha detto che è contento perché sempre più paesi sono contrari a dare armi a Kiev». Fake news? Silenzio dal Vaticano. Titolo del Foglio.
A chi giova questa guerra? Ai fabbricanti e mercanti d’armi, alle agenzie che assoldano mercenari e alle ambizioni dei politici. Da Famiglia cristiana.
Tutti coloro che resistono e sono morti e stanno morendo non lo fanno per favorire i trafficanti d’armi, ma per difendere una libertà che forse noi non riusciamo più ad apprezzare per quello che vale. Dacia Maraini, Repubblica.
Neonazisti che sfilano davanti a Disney World e affollano un ponte dell’autostrada a Orlando gridando insulti antisemiti, sventolando bandiere con svastiche, inneggiando a Hitler. Olivo e Wax-Thibodeaux, il Foglio.
C’era una barzelletta che [John von Neumann, uno dei più grandi matematici d’ogni tempo,] raccontava sempre, anche quando ormai non faceva più ridere nessuno. In un piccolo villaggio polacco gira voce che sia successa una cosa terribile: una ragazza cristiana è stata uccisa. Temendo ritorsioni, la comunità ebraica si riunisce nella sinagoga per concordare una possibile strategia difensiva. Proprio quando la riunione sta per iniziare, arriva di corsa il presidente della comunità, col fiatone e tutto agitato. «Fratelli» esclama. «Fratelli, ho una splendida notizia! La ragazza assassinata... la ragazza assassinata è ebrea!». Benjamin Labatut, MANIAC, Adelphi 2023.
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Salve, Israele, alla rocca di Dio / è scudo il fuoco della tua battaglia. Jorge Luis Borges, A Israele (in Elogio dell’ombra, Adelphi 2017).
Il nuovo spot di Esselunga ha come protagonisti una bambina e i suoi genitori separati. La piccola è al supermercato con la madre, dove compra una pesca, che poi regala al padre dicendo che è da parte della mamma. Dal web.
Trovo lo spot molto bello e toccante. Giorgia Meloni.
Presidente Meloni, vedo che commenta lo spot d’una nota catena di supermercati ma che non dice nemmeno una parola sul carrello della spesa di milioni d’italiani, separati e no. Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana.
A metà degli anni Sessanta, il celebre psichiatra scozzese R.D. Laing, autore di quell’Io diviso che ha animato il Sessantotto e oltre, paragonò la famiglia a una «camera a gas». Un po’ esagerato, ma di queste esagerazioni la cultura occidentale si sarebbe imbevuta a lungo. (…) Ora il libro d’economia più atteso dell’anno sostiene che avere genitori sposati fa bene ai figli. «Per anni, gli accademici che studiano la povertà, la mobilità e le strutture familiari hanno evitato questa verità evidente», scrive l’economista Melissa Kearney in The Two-Parent Privilege, pubblicato questa settimana e recensito da tutti i grandi quotidiani che contano. Giulio Meotti, il Foglio.
[Limitiamoci] a ricordare (…) che per interi decenni abbiamo sorbito pubblicità supermercatesche non meno truffalde, come quella del supermercato che sei tu, anche se poi erano loro; o gli spot aggiornati alla moda green che se fai la spesa da noi salvi pure l’ambiente, anche se ti porti a casa tonnellate di plastica per alimenti. (…) Di queste scemenze, gli psico-semiologi non si sono mai occupati. Ma se invece arriva la Meloni, travestita da mamma separata d’una bambina imbronciata (eh sì, la bimba separata è rappresentata imbronciata: che poca inclusivité, che volgarité!) che porge al pubblico consumatore ed elettore la pesca avvelenata della tradizione, allora apriti scemo. Maurizio Crippa, il Foglio.
I soldi non ci sono. Manovra in deficit per 14 miliardi. Giorgetti: «In Europa capiranno». Titolo di HuffPost.
Super ricchi & profitti. Contro-manovra del Fatto quotidiano. Imposta straordinaria sui patrimoni oltre i 50 mln, successione sopra 1 mln, e poi banche, armi, big oil, autostrade, plastica, zuccheri e speculazioni. Titolo del Fatto quotidiano.
Conte: «E adesso superatemi a sinistra». Dal web.
Messina Denaro sepolto nel silenzio. Titolo del Fatto quotidiano.
Nel silenzio? Con servizi no stop in tutti i Tg? Dal web.
Omertà: per paura del piombo, il silenzio diventa d’oro. Roberto Gervaso.