La Stampa, 29 settembre 2023
La prima gara di schiaffi in faccia
Tacchi alti, perizoma e fascia sul seno. Il 21 ottobre la campionessa romena Naomi Star salirà sul ring del Palaruffini di Torino per sfidare la sua rivale. Disciplina “booty slap”. Tradotto: “schiaffi sul sedere”. Funziona più o meno così: ogni concorrente intinge le mani nella polvere di gesso e colpisce, per dieci volte, il gluteo dell’avversaria. Perde chi si ritira prima, se nessuna si arrende è il pubblico a scegliere la migliore a suon di applausi. La singolare sfida da qualche anno si vede negli Stati Uniti, in Romania, Russia e Polonia. Arriverà per la prima volta in Italia nella cornice dell’evento di kickboxing “Mo Fighting Show”. Il torneo di “slap” vedrà sul ring anche gli uomini. Daniel Druga cercherà di conservare la cintura di campione romeno contro un connazionale. In questo caso gli schiaffi colpiscono il volto, in modo violento. Una rapida occhiata alle locandine dei due eventi fa emergere un’altra differenza: in quella femminile l’accento non è sul “gesto tecnico”, si vedono le due sfidanti, seminude, mostrare il lato B. Le esibizioni avverranno di fronte a una platea di 4. 300 persone. I biglietti costano dai 40 ai 50 euro, mentre la cena di gala organizzata dal ristorante della Reggia di Venaria 200 euro, con i tavoli posizionati a bordo ring. «Il cuore delle quattro ore di show sono i tornei di kickboxing, che vedranno il quattro volte campione del mondo Andrei Stoica contro il campione moldavo Dragos Zucco, e di muay thai – spiega Mihai Oana, promotore e organizzatore dell’evento, che da 26 anni vive a Torino dopo avere lasciato la Romania –. L’1 per cento della manifestazione è dedicata agli schiaffi femminili e maschili: sono solo una dimostrazione, un momento di intrattenimento». Ma Oana vorrebbe farne qualcosa di più: il suo progetto è fare nascere a Torino la prima academy dello “slap” come per uno sport vero e proprio. «Si allenano e rinforzano collo e glutei, a cui aggiungerei lezioni di kickboxing, la mia disciplina. Lo “slap” dovrebbe diventare uno sport», continua l’organizzatore. Scorrendo su YouTube le immagini degli incontri, però, è difficile immaginarlo: i match di booty slap sembrano più vicini a un B movie con Alvaro Vitali che a una gara olimpica. L’evento, infatti, ha già innescato polemiche. La censura più indignata arriva da Casa delle Donne, una voce storica del fronte femminista torinese: «È una vergogna. Siamo stufe che ancora oggi – denunciano – a fronte di una attualità che comunica violenze quotidiane sui corpi delle donne, possano essere promossi eventi che rendono le donne oggetti sessuali: sono l’ennesima manifestazione sessista, patriarcale e violenta». «Tutto si può dire tranne che questo sia uno sport», attacca Francesca Fiore, scrittrice e attivista del duo Mammadimerda. «È più simile a una pratica erotica. Non si capisce lo scopo di questa cosa, se non spillare soldi a poveri pervertiti, che farebbero meglio ad andare su YouPorn: almeno lì è gratis». Sceglie invece il sarcasmo Sarah Malnerich, l’altra metà del duo artistico-militante: «In un Paese in cui muore una donna ogni tre giorni, perché non renderci ancora più oggetti mettendo le concorrenti davanti ai fornelli, con un grembiule in vita e un bambino in braccio?». L’organizzatore fa spallucce e replica: «Non è uno spettacolo “sessualizzato” o maschilista, e dopo Torino lo porteremo a Milano, Roma, Verona e all’estero». —