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 2023  settembre 28 Giovedì calendario

Il divorzio non è sempre un trauma

Può uno spot pubblicitario diventare un test di Rorschach collettivo nel quale si proiettano i fantasmi ideologici di un Paese? A scanso di equivoci, non ho nessuna nostalgia per la cosiddetta famiglia tradizionale-patriarcale e ritengo che il diritto al divorzio non solo sia una conquista civile irrinunciabile, ma, nel caso dell’esistenza di figli, una possibilità che tutela anche la loro vita affettiva. Un mio piccolo paziente era afflitto da stati di angoscia insopportabili e da incubi notturni che gli impedivano di dormire serenamente. Mostri, orche, terremoti, tzunami, cortocircuiti elettrici, battaglie feroci tra ciclopi popolavano le sue notti. Non è servito molto tempo per capire che i suoi stati d’ansia e i suoi incubi erano la traduzione di una sensazione profonda di pericolo e di instabilità che viveva in famiglia. I genitori non facevano altro che litigare violentemente senza risparmiargli l’orribile spettacolo. Incoraggiato dal suo analista il piccolo paziente li convoca chiedendo loro perché non si separassero. Di fronte a questa domanda diritta i due genitori risposero all’unisono “e tu cosa faresti?”. Ma il bambino non si lasciò irretire e, inchiodandoli alle loro responsabilità, disse: “Dunque io dovrei morire perché voi possiate separarvi?”.
All’ascolto di uno psicoanalista che si occupa di legami famigliari questa situazione è nota. Talvolta per un figlio è molto più dannosa una convivenza infelice tra i propri genitori che non il dolore inevitabile che comporta una separazione. Al tempo stesso non è difficile constatare che una separazione può essere un grande dolore per un bambino che coltiva giustamente un’immagine idealizzata della propria famiglia unita. È il punto di vista adottato dallo spot di Esselunga. Fatte le dovute e necessarie distinzioni, è il grande passo drammaturgico di Ladri di biciclette di Vittorio de Sica. Il valore di questo film non è stato solo quello di averci mostrato, tra i primissimi, la decadenza della figura tradizionale di padre e della sua gloria simbolica, ma quella di averci fatto cogliere cos’è il mondo visto con gli occhi di un bambino. In letteratura è la grande impresa di Mc Carthy con La strada: cos’è il mondo, cosa sono un padre e un madre, visti con gli occhi di un bambino? Senza ovviamente azzardare nessun impossibile paragone, né nessuna altrettanto improbabile genealogia, è questa la prospettiva adottata dallo spot della Esselunga che ha acceso una vivace discussione. Notare che al centro di questo breve racconto è lo sguardo di una bambina non è affatto secondario. Lo scrivo dopo aver dedicato una vita all’ascolto di coppie separate e di figli di genitori separati. È qualcosa che talvolta gli adulti dimenticano. Come ci guardano i nostri figli? Non sempre esiste una famiglia traumatica alle spalle di una separazione e non sempre le separazioni si rivelano traumatiche. Non solo per i genitori ma anche per i figli. Il principio generale che mi sentirei di affermare è che il sacrificio della propria libertà da parte dei genitori per il bene dei loro figli è sempre un dono avvelenato. Il legame famigliare è generativo solo quando è liberamente scelto, quando è desiderato e voluto e non quando viene subito come una maledizione o un sacrificio mortificante.