ItaliaOggi, 28 settembre 2023
Periscopio
Io odio e disprezzo le dittature. Vladimir Nabokov, Parla, ricordo, Adelphi 2020.
Sette navi hanno già lasciato i porti di Odessa attraverso il «corridoio umanitario temporaneo» istituito dall’Ucraina nel Mar Nero. Lo ha annunciato il portavoce della Marina ucraina Dmitry Pletenchuk: «Abbiamo fatto uscire 7 navi attraverso questo nuovo corridoio. 7 casi su 7 di successo». Le navi viaggiano nelle acque territoriali di Romania, Bulgaria e Turchia fino al Bosforo: il mare territoriale dei paesi Nato, che i russi non possono violare. repubblica.it
Nel marzo 2018 nella cittadina inglese di Salisbury vennero ritrovate, su una panchina dei giardini pubblici, due persone prive di sensi e in stato di semi-incoscienza. (…) I due vennero identificati come Sergej Skripal’ e sua figlia Yulia. Il primo era un ex ufficiale dei servizi segreti russi al quale era stato concesso un permesso di soggiorno a tempo indeterminato dopo la sua collaborazione con l’intelligence inglese. Trasportati in ospedale in condizioni critiche, si scoprì che padre e figlia erano stati avvelenati con un agente nervino chiamato Novichok e immediatamente i sospetti ricaddero sulla Russia, uno dei paesi produttori del Novichok. (…) Dopo un mese di cure, i due, incredibilmente, sopravvissero. Qualche tempo dopo, sempre nei pressi di Salisbury, una donna, Dawn Sturgess, venne ricoverata d’urgenza per un sospetto avvelenamento da Novichok, che in quel caso si rivelò fatale: una vittima accidentale, cui non fece seguito alcun altro decesso sospetto. Klaus Dodds, Il primo libro di geopolitica, Einaudi 2023.
Per le pessime trovate di Karl Marx, Lenin e Stalin uccisero più russi di quanti ne uccideranno Hitler e due guerre mondiali. Geminello Alvi, Il secolo americano, Adelphi 1996.
Nel gennaio 1938 il teatro Vachtangov allestì una recita straordinaria dell’Uomo con il fucile al Bol’oj. Lenin era interpretato dal famoso attore Boris cukin e Stalin dal direttore del teatro Ruben Simonov. cukin e Simonov dovevano entrare in scena insieme e salutare i soldati che andavano a prendere il Palazzo d’Inverno. Simonov, che doveva recitare Stalin davanti al vero Stalin, fu preso dal panico quando vide Stalin nel palco. «Aprì la bocca, ma non c’era suono». Fuggì dal proscenio. L’autocrate ebbe la sua consueta reazione: una purga di funzionari della cultura. Solo l’attore «colpevole» non fu punito. In tre occasioni il leader gli conferì anzi il Premio Stalin. Solomon Volkov, Stalin e ostakovic, Garzanti 2006.
I gulag non hanno mai smesso di funzionare. Molti credono li abbia inaugurati Lenin e chiusi Gorbaciov, ma c’erano prima di Lenin e continuò a usarli Gorbaciov, come raccontò Leonid Pljuc, matematico, altro dissidente. Non fu molto ascoltato. Come non era ascoltato Solenicyn, che nel disinteresse occidentale descrisse il gulag di Stalin, dove gli capitò d’incontrare un vecchio compagno, prigioniero degli zar perché troppo comunista, e poi dei comunisti perché non abbastanza comunisti. Mattia Feltri, La Stampa.
Sentì il bicchiere raffreddarsi al sole di mezzanotte. / Quando si alzò barcollando e lo frantumò sulle pietre / risuonò distintamente come le catene dei deportati / che lo ossessionavano. / (…) Lui che pensò di strizzar /fuori il suo sangue di schiavo e risvegliare l’uomo libero / seguì come ombra un deportato-guida attraverso Sachalin. Seamus Heaney, Cechov a Sachalin (in Poesie, Mondadori 2023).
Gentiloni? Sarei contenta se avesse un occhio di riguardo per l’Italia. Giorgia Meloni, il Fatto quotidiano.
Nilde Jotti, da presidente della Camera, fu rimproverata in una riunione della direzione del Pci da Enrico Berlinguer per non avere fatto tutto quello che il regolamento le avrebbe permesso contro i tagli alla scala mobile dei salari, effettuato dal governo con decreto-legge. Jotti interruppe il segretario per intimargli il rispetto delle istituzioni, a cominciare dalla carica che lei ricopriva. Francesco Damato, graffidamato.com.
[Vien] da pensare che i dirigenti del Partito democratico vivano Napolitano più alla stregua di un dirigente della Resistenza se non addirittura del Risorgimento che come una figura centrale della loro storia. (…) Che c’entra il Pd con l’ex dirigente del Partito comunista italiano? Cosa c’entra l’Ungheria col salario minimo o l’emergenza climatica? Si potrebbe dire per i giovani dem quello che diciamo dei nostri figli o degli studenti di oggi: non mostrano un grande senso della storia, sicché è il famoso «presentismo» a dominare laddove un tempo si coltivava la memoria. Mario Lavia, Linkiesta.
Matteo Salvini in costume da clown: «Dagli alleati europei esigo rispetto». Ellekappa, Repubblica.
«Caro Olaf Scholz …» Una lettera che Giorgia Meloni non avrebbe mai dovuto scrivere. Intanto perché la notizia che la Germania finanzia le Ong che salvano i migranti irregolari nel Mediterraneo (l’1% degli sbarchi) è risaputa da un anno. Secondo: una missiva in carta intestata di Palazzo Chigi che si permette di dare appuntamento al premier Scholz per «un chiarimento tra dieci giorni», a quattr’occhi, col tono Casamonica-style tipico dei coattume romano, costringerà Berlino a vergare una risposta altrettanto dura. Terzo: la Giovanna d’Orco del Colle Oppio non ha scelto il momento più felice per sostituire la diplomazia di Palazzo Chigi col manganello, dato che a Bruxelles si stanno negoziando temi per noi vitali: Patto di Stabilità, Pnrr, Mes eccetera eccetera. Dagoreport (dagospia.com).
Il vicesegretario della Lega, Andrea Crippa, ha detto che ciò che la Germania sta facendo con le Ong ricorda ciò che i tedeschi fecero al tempo dei nazisti: «Ottant’anni fa invasero gli stati con l’esercito, oggi con i clandestini». Rutto libero, come scrive oggi Giuliano Ferrara. Claudio Cerasa, il Foglio.
Nel 2018 Crippa firmò a Mosca il «patto di collaborazione» tra i giovani della lega e il partito di Putin [elogiando] «la Russia, partner imprescindibile del sistema di sicurezza internazionale». Dagospia.
Crippa accusa la Germania di tramare per imporre un governo tecnico all’Italia. Angela Mauro, HuffPost.
Sì, un governo tecnico! Gesù, facce ’a grazia! Dal web.
[Siamo] un paese diretto da una classe politica senza classe. Roberto Gervaso.