la Repubblica, 28 settembre 2023
Intervista ai Pinguini
I numeri non sono tutto ma in certi casi spiegano molto. Nel caso dei Pinguini Tattici Nucleari sono i centomila biglietti venduti in 24 ore. Tanto che, dopo i concerti estivi negli stadi, le date del prossimo tour nei palasport (al via il 3 e il 4 aprile 2024 da Jesolo) si moltiplicano giorno dopo giorno: al Forum di Assago sono già diventate sei. Da parte sua, Bresh (pseudonimo di Andrea Brasi) in tre anni ha bruciato le tappe. Apparso nel 2020 come uno dei rapper più promettenti del collettivo Drilliguria, questa estate perAltamente mia ha vinto il premio Lunezia, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per chi scrive testi:per un rapper vale come una laurea. Recentemente l’artista genovese e la band bergamasca si sono incontrati. Ne è nata una canzone intitolata Nightmares(Incubi), che esce domani.
Bresh, 27 anni, insieme alla voce e all’autore dei Pinguini, Riccardo Zanotti, 29, ce ne parlano in una pausa dalle riprese del video che accompagnerà il brano.
Cosa racconta il video?
Zanotti: «È costruito intorno a un loop di azioni ripetute in maniera sempre diversa. Io e Bresh siamo insomma intrappolati in un incubo, che è poi il concept del singolo».
Bresh: «Una giornata che si ripete con degli imprevisti e delle peripezie. Siamo consci della ripetizione e tentiamo di sviare la peripezia precedente, ma ce ne è subito un’altra dietro l’angolo. Un po’ come nel film Il giorno della marmotta».
Nel testo ci sono molte espressioni gergali, a cosa si riferisce il verso “mi hai lasciato in un king size”?
Zanotti: «È il letto di grandi dimensioni, la solitudine si percepisce ancora di più, senza la propria anima gemella diventa un deserto dei Tartari».
Bresh: «Quando una donna se ne va finisci a letto da solo ed è allora chearrivano gli incubi».
“Nightmares” è una ballata molto orecchiabile.
Zanotti: «Invita al ballo di coppia, può adattarsi bene a quell’immaginario lì. È la magia del 6/8, un ritmo che ti fa muovere».
A proposito di testi, Bresh questa estate ha vinto il Premio Lunezia: sorpreso?
Bresh: «Abbastanza, soprattutto dopo aver letto la lista dei vincitori che mi hanno preceduto. Mi ha choccato, sono stato molto felice».
Siete propensi a raccontarel’amore, anche quando le canzoni non sembrano farlo, come “Coca zero” dei Pinguini.
Zanotti: «Non la definirei d’amore, è una canzone contro i pregiudizi.
Del resto non è colpa mia se rendono l’amore qualcosa sul quale innescare lo scontro politico. In questo caso mi fregio di aver scritto un brano in qualche misura politico. In generale nelle nostre canzoni l’amore è il collante, è come un alfabeto. Nel linguaggio pop l’amore è un mezzo per raccontare altre cose, penso aRicordi che racconta l’Alzheimer attraverso le lenti di un rapporto sentimentale. L’amore è un passe partout, un modo per entrare più facilmente nella testa delle persone».
Bresh: «È un tema centrale perché trainante. Nel rap si cerca di parlare di temi oggettivi e colloquiali, l’amore è più fumoso e astratto.
Alla fine entra anche nel rap perché l’amore cercano di provarlo tutti».
Zanotti: «Esistono due tipi di canzoni, quelle d’amore e quelle di guerra. Ma anche in quelle di guerra in fondo c’è l’amore, è la passione che tu hai messo in moto per esserti avvicinato a quel tema.
In fondo è un eterno ritorno».
In “Nightmares”, lei Zanotti dice che paga l’analista con le royalties: è autobiografia?
Zanotti: «In questo momento no, fortunatamente. Può esserlo stato in passato, nel senso che essendo una mia entrata, le roy, come le chiamo nella canzone, le ho spese anche in questo modo, non sono un Paperone che le tiene tutte lì. Ad essere interessante, secondo me, è il tema che si nasconde in quella frase e cioè che i problemi restano gli stessi, quando si ha più disponibilità cambiano solo i mezzi per cercare di risolverli».
E lei Bresh?
Bresh: «Io dallo psicanalista? No, non ci sono mai andato. Ma non è una cosa che disdegnerei, nel caso ne dovessi sentire il bisogno. Però sono convinto che non si cambi mai, che in noi non smetta mai l’insaziabilità della negatività.
L’uomo ha sempre bisogno di sentirsi triste per poi sentirsi meglio e così altalenando».
È un momento di live di grandi numeri. Lei Zanotti ha invece criticato le cifre di Spotify, parlando di artisti che dal vivo poi evaporano.
Zanotti: «Secondo me su Spotify si vedono i numeri mentre nei live si vede la cifra, intesa come la cifra artistica. Gli streaming, così come la discografia moderna e le radio, per quanto siano mezzi potentissimi, non rivelano davvero chi fa bene e chi fa male nel corso di una carriera nella musica».
Bresh: «È ancora così. Ci sono differenze sociali nella fan base del vero artista, serve una narrazione che convinca il pubblico a venirti a vedere, serve verità e qualcosa di più complesso di una canzone solo per vendere, serve un contesto artistico».