Corriere della Sera, 28 settembre 2023
Documentario su Messina Denaro, i retroscena della cattura
Mentre alcuni cittadini di Castelvetrano si sono dichiarati «in lutto» per la morte di Matteo Messina Denaro, Rai3 ha ricostruito la storia dell’Operazione Tramonto e ripercorso gli ultimi 40 giorni prima dell’arresto del boss mafioso, avvenuto il 16 gennaio 2023.
«La Cattura – Caccia a Matteo Messina Denaro», prodotto da Stand by me, è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Comando Generale dei Carabinieri. Meglio: è il racconto dell’epilogo di una lunga caccia, snervante e ossessiva, dal punto di vista dell’Arma. E questo è un gesto chiaro, inequivoco per dissipare ogni dubbio, per spazzare via sospetti e congetture, ovvero che il boss si sarebbe «consegnato» spontaneamente ai carabinieri del Ros in cambio delle necessarie coperture per i registi e i mandanti occulti delle stragi: una latitanza di Stato come ha dichiarato l’ex pm Antonio Ingroia.
Il documentario alterna le immagini e gli audio originali dell’Operazione Tramonto alle ricostruzioni sul campo e si snoda attraverso interviste esclusive ai protagonisti della lunga e impegnativa caccia a Messina Denaro, tra cui Maurizio De Lucia (procuratore capo di Palermo), il generale di Corpo d’Armata Pasquale Angelosanto (comandante del Ros), il colonnello Lucio Arcidiacono (comandante del I Reparto Ros) e alcuni operatori del Ros e del Gis, uomini e donne che sul campo, quel giorno di gennaio, hanno stretto d’assedio il ricercato numero uno in Italia – la sua è una storia di sangue e di violenza – consegnandolo finalmente alla giustizia dopo trent’anni di latitanza.
«Trent’anni di latitanza – ha scritto Giovanni Bianconi – sono un segno di potere e di esercizio del potere; una sfida nella quale Matteo Messina Denaro non è soltanto sfuggito alla cattura, ma ha continuato a guidare un pezzo importante di Cosa nostra contando sul prestigio derivante anche dall’essere l’ultimo latitante della mafia stragista che aveva messo in ginocchio lo Stato». Certo il boss si è mimetizzato nel suo territorio, ha goduto di forti coperture e complicità paesane, ma forse c’è da mettere in conto anche incomprensioni e contrasti tra i magistrati delle Procure nelle strategie da adottare.