Corriere della Sera, 28 settembre 2023
Se la somma zero frena il mondo
Un paradigma mentale accomuna chi è convinto che l’immigrazione vada impedita e chi è favorevole a una forte tassa sui patrimoni. In generale, una lettura della realtà alla base di molte idee e politiche sia della destra sia della sinistra. È l’assunto secondo il quale il mondo e l’economia funzionano a «somma zero»: quello che guadagna uno (l’immigrato che entra nel Paese o l’imprenditore che fa profitti) è a scapito di altri. La convinzione ha basi fragili ma effetti rilevanti. Uno studio della Harvard University (realizzato da Chinoy, Nunn, Sequeira, Stantcheva) su 20.400 residenti negli Stati Uniti ha riscontrato che la mentalità zero-sum è «fortemente associata» al desiderio di redistribuzione dei redditi, alle politiche attive a favore di genere e razza, alle limitazioni dell’immigrazione. Le persone interrogate dovevano rispondere a certe domande. Per esempio: se un gruppo etnico diventa più ricco, ciò avviene a spese di un altro gruppo etnico? Oppure: se nel commercio internazionale un Paese fa più soldi, ciò avviene a scapito di un altro Paese? E lo stesso per il reddito e per la cittadinanza. Risulta che le persone più anziane, presumibilmente cresciute in un’era di alta mobilità sociale, sono meno zero-sum dei più giovani, cresciuti in anni di minore dinamismo. I neri e i latini sono più propensi a credere nella somma zero. Lo stesso le famiglie con un reddito inferiore ai 25 mila dollari annui. Negli Usa, gli elettori repubblicani sono meno zero-sum dei democratici (relativamente). Gli individui più istruiti credono meno alla somma zero. Uno dei tanti aspetti interessanti dello studio di Harvard riguarda il voto di elettori democratici per Donald Trump quando fu eletto presidente nel 2016. Il 13% di coloro che votarono per Trump, aveva votato Barack Obama quattro anni prima: bene, questi democratici passati al candidato repubblicano (moderati o molto di sinistra che fossero) esprimevano un apprezzamento della teoria della somma zero molto maggiore di coloro che continuarono a votare democratico. Lo studio indica, tra l’altro, che non considerare il fatto che l’economia e la società libere hanno in genere un andamento win-win – cioè che tutti possono guadagnare da un fenomeno – porta alla stagnazione, alla mancanza d’innovazione, a maggiore povertà. Politici e sindacalisti hanno cibo per riflettere.