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 2023  settembre 27 Mercoledì calendario

L’insulto con la F


 

Il Google ’Ngram’ che appare qui sopra traccia nei secoli la frequenza con cui la parola oscena ‘fuck’ appare nella letteratura di lingua inglese. Come suggerisce la vistosa curva, l’uso del termine – una volta considerato estremamente pesante -intorno al 1960 iniziò a entrare a pieno titolo nella conversazione quotidiana anglo-americana. Certo che il mondo è cambiato dal 1644 quando, durante la guerra civile inglese, la pronuncia della ‘F-word’ da parte dell’usurpatore Oliver Cromwell – secondo quanto racconta la storia almeno – avrebbe fatto sì che l’esercito reale fuggisse in preda al panico dal campo di battaglia di Marston Moor…
Indipendentemente da quanto sia verosimile il racconto della ‘vittoria della parolaccia’ di Cromwell, il termine mantenne il suo peso a lungo, seppure il suo impiego fosse confinato fino a tempi relativamente recenti allo strato più basso della società. Non si usava ’tra gente dabbene’ e tantomeno in ufficio.
Negli ultimi anni però l’utilizzo della parola è stato in qualche modo ‘normalizzato’ attraverso una serie di cause di lavoro nei paesi anglosassoni. Un tribunale inglese per esempio ha recentemente riconosciuto – nel corso di una causa relativa a un licenziamento contestato - che, visto il declino dell’impatto della F-word, non se ne doveva tenere conto dal punto di vista processuale in quanto: “The words allegedly used in our view are fairly commonplace and do not carry the shock value they might have done in another time.”
Tutto questo non ha necessariamente molto a che fare con la situazione italiana. Gli studiosi di parolacce – ebbene sì, esistono – hanno osservato da tempo che il turpiloquio anglosassone tende ad essere di natura ‘sessuale’ o ‘scatologica’, mentre quello latino si appoggia maggiormente alle volgarità di tipo religioso.
Potrebbe essere molto poco elegante bestemmiare i santi ma, dal 1999, con la legge n. 205, il turpiloquio non è più reato in Italia, eccettuata la bestemmia nei confronti di ciò che per la religione è propriamente una divinità: il che esclude anche la Madonna da quanto è rimasto dell’antico divieto. Non è pertanto più punibile apostrofare Lei, i santi e nemmeno i profeti. Bisogna però lasciar stare ancora Allah, il Dio cristiano e i loro consimili…