Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2023  settembre 27 Mercoledì calendario

Intervista alla coppia Perego-Ventura

Una settimana di vita. Non di più. Era la «data di scadenza» che Paola Perego e Simona Ventura si erano ritrovate addosso quando annunciarono che avrebbero condotto insieme Citofonare Rai2. In realtà, da allora, sono passati ben più di sette giorni: il programma è andato avanti per due anni e da domenica torna in onda con la terza edizione. Sarà in diretta, durerà quasi un’ora in più (si comincia alle 10,30 per finire alle 13) e ospiterà molti ospiti fissi. Tra questi, Gene Gnocchi.
Più tempo, più ospiti e, immagino, più budget. Possiamo considerarla una promozione?
Ventura: «È una promozione, certo, ma senza budget. L’investimento è sempre lo stesso, ma va bene così: abbiamo creatività da vendere, e non sono i soldi a fare il successo di uno show, ma lo spogliatoio. Il nostro potrebbe vincere la Champions».
Perego: «Mo’, Simona, non esageriamo: addirittura la Champions! Però, questo sì, abbiamo riacceso una fascia, come quella della domenica mattina, che era spenta. Quanto al budget, come va il Paese così va la Rai: non è un momento storico dove si può scialacquare».
E dire che nessuno all’inizio credeva nel programma: c’è chi sosteneva che lo facevate nel tentativo disperato di rilanciare le vostre carriere...
P.: «Io ho sulle spalle 40 anni di tv, Simona 35: parlare di “rilancio” mi sembra una cattiveria inutile. Che dobbiamo più rilanciare? Quello che dovevamo dimostrare, l’avevamo già dimostrato».
Ma due nomi del vostro calibro non sono sprecati per la mattina della domenica?
P.: «È finita l’era in cui i programmi fighi erano solo quelli della prima serata: Fiorello docet».
Insieme farete pure Ballando con le stelle. Praticamente siete una coppia di fatto?
P.: «A Ballando saremo l’una contro l’altra… Mi sposerei domani con Simona perché cucina benissimo, il problema è che vuole farlo pure Terzi. Tocca litigarcela».

V.: «È molto bello che la nostra amicizia si sia cementata nel tempo. Quando avevamo iniziato ci avevano dato una settimana di vita, e solo perché eravamo due donne! Invece la nostra è un’intesa perfetta: siamo complementari, caratterialmente e professionalmente, e abbiamo avuto le stesse sofferenze».
Siete una felice eccezione o la complicità tra donne è diffusa in tv?
V: «Non ho mai avuto pregiudizi verso le colleghe. Ho anche lanciato tante giovani donne, cosa che non fa ormai più nessuno. Se però qualcuna mi attacca, non sto certo lì a prenderle. Ma non sono mai io la prima ad attaccare briga».
P.: «In passato mi è capitato di avere un’intesa simile con altre colleghe: penso per esempio a Paola Barale, che è stata la prima inviata donna di un reality, o a Mara Venier. Tutte donne di una grande intelligenza. Purtroppo però ho incontrato anche colleghe ignoranti, nel senso di non intelligenti, che entravano subito in competizione».
A proposito di bellezza, molte sostengono che sia un peso: lo è?
V.: «Ma quando mai? Su, non siamo ipocrite. La bellezza è il primo biglietto da visita. Poi serve anche altro per andare avanti, certo, ma non è mica un peso».
Cosa pensate della polemica che ha travolto Elodie per le sue foto nude?
P.: «Elodie è bellissima e quelle foto sono artistiche. Non le ha certo scattate per farsi conoscere perché non ne ha bisogno. La verità è che se l’avesse fatto un uomo nessuno avrebbe battuto ciglio».
V.: «Ho lavorato con Elodie ed è una donna molto carismatica. La sua bellezza suscita invidie».
I reality, un genere che anche voi avete condotto, è oggi accusato di essere troppo trash. Sono cambiati i format o il gusto del pubblico?
P.: «Entrambi, senza dubbio! La mia impressione è che a un certo punto si è andati alla ricerca dell’ascolto a tutti i costi, alzando troppo l’asticella fino ad arrivare a un punto di non ritorno».
V. : «L’Isola è al numero 17, il Gf 18. I format si sono inevitabilmente un po’ logorati e l’avvento delle piattaforme spinge verso una narrazione più serrata. Il futuro sono i reality registrati: più ritmati, empatici ed economici».
Non ci giro intorno: la d’Urso è stata un capro espiatorio?
P: «Non conosco la questione in prima persona, quindi non entro nel merito, io ho sempre lavorato bene sia con Mediaset così come ora in Rai. Nel nostro programma Citofonare Rai2 c’è un lavoro collettivo, ognuno di noi fa la sua parte».
Simona, rifarebbe l’Isola?
«No, grazie. Ho dato».
E Paola, La Talpa?
«Mi piacerebbe molto ma, al momento, non c’è alcuna trattativa in corso con Mediaset».
Parliamo della Rai: quanto sta cambiando volto sotto il governo Meloni?
P.: «Io e Simona siamo la dimostrazione che si può continuare a lavorare senza occuparsi di politica».
Simona quali sono i suoi prossimi progetti?
«A gennaio inizierò a lavorare sul mio terzo documentario, dedicato a Padre Pio. Inoltre ho in ballo un progetto extra Rai di cui però non posso parlare».
Paola?
«Alla domenica, dalle ore 18, mi troverete anche su RaiRadio 2, con Enrico Panatta e Nicoletta Simeoni».
Non è mai stata tentata di diventare agente, come suo marito Presta?
«Ognuno deve fare il suo lavoro. In ogni caso, alcune star sono troppo capricciose. Non resisterei un minuto...». —