La Stampa, 27 settembre 2023
2+2=5
Vladimir Kara-Murza – che noi conosciamo col titolo di dissidente – sconterà nella colonia penale di Omsk i venticinque anni di condanna per aver maledetto la guerra in Ucraina. Anche quella di Oleh Sencov, regista ucraino nato in Crimea, si chiamava colonia penale. È a Salekhard. Sencov aveva rifiutato nove anni fa di riconoscere l’annessione della Crimea, e finì a Salekhard, da dove è poi uscito per uno scambio di prigionieri, e proprio pochi giorni fa è stato ferito in prima linea. Omsk è in Siberia, Salekhard persino meglio: sulla linea del circolo polare artico. Possiamo chiamarle colonie penali o più precisamente gulag. I gulag in realtà non hanno mai smesso di funzionare. Molti credono li abbia inaugurati Lenin e chiusi Gorbaciov, ma c’erano prima di Lenin e continuò a usarli Gorbaciov, come raccontò Leonid Pljuš?, matematico, altro dissidente. Non fu molto ascoltato. Come non era ascoltato Solženicyn, che nel disinteresse occidentale descrisse il gulag di Stalin, dove incontrò un vecchio compagno, prigioniero degli zar perché troppo comunista, e poi dei comunisti perché non abbastanza comunista. Chiara Valerio ha scritto una volta che la matematica è democrazia: obbliga ad avere regole comuni e se non si rispettano va tutto gambe all’aria. Un giorno in questo paese 2+2 tornerà a fare 4, disse Kara-Murza durante il processo. Forse si riferiva a 1984 di Orwell, in cui Winston viene torturato perché per lui 2+2 è uguale a 4. No, dice il torturatore, può fare 3 o 5, dipende. La Russia è un posto in cui 2+2 continua a non fare 4 e pure qui in Italia, per dissimulati sostenitori di Putin, può fare 3 o 5, dipende.