la Repubblica, 27 settembre 2023
La nuova vita di Benjamin Mascolo (dopo il succeso, la droga e il sesso a tre)
Ci vuole coraggio per dire di aver toccato il fondo. Benjamin Mascolo, classe 1993, idolo dei giovanissimi con il duo Benji & Fede, fondato con Federico Rossi, chiusa quell’esperienza è andato alla conquista dell’America. Ed è rinato a Modena, la sua città, dopo l’inferno: la droga che lo riduce a una larva, l’amore tossico per Bella Thorne, il sesso a tre, un mondo fatto di apparenza che si sgretola quando si ritrova, strafatto, coperto solo da un accappatoio, a chiedere un passaggio. Nessuno si ferma, è un invisibile. Era arrivato davanti a casa di Bella, scavalcato il cancello della villa, si era spogliato nudo: «Allora ero nudo, ora mi sono messo a nudo». Lo ha fatto con Luca Casadei, grazie al podcast One more time (su OnePodcast), dedicato alle cadute e alla rinascita. «C’è stato un periodo in cui Bella è andata con le ragazze, mentre ero in Italia. Poi è successo che avessimo rapporti sessuali insieme con delle altre». Schiavo delle sostanze; anfetamine, metanfetamine. «Ho iniziato con l’ecstasy. Bella mi ha detto: “Finché non chiudi con la droga, non possiamo più vivere insieme”. Sono andato in un hotel, a Beverly Hills, con un amico con problemi di stupefacenti. Ho rischiato di morire di overdose ma in testa mi ripetevo: “Voglio vivere”».
Perché ha raccontato tutto?
«Perché per anni ho vissuto una doppia vita. Continuavo a mentire a me stesso, se non avessi raccontato tutto non sarei potuto andare avanti. Non volevo più mascherare le mie debolezze e le mie sicurezze. Mi sentivo sporco, questo peggiorava la situazione. Volevo togliermi il peso».
Ha molto colpito la rivelazione sul sesso a tre. A posteriori come giudica quella esperienza?
«Sarei ipocrita se dicessi che al tempo non pensavo di essere “più furbo” nel vivere la relazione così. A posteriori, però, ho imparato che l’intimità è un atto che va protetto e custodito con cura, ed è nella scelta consapevole di essere monogami che si apre la porta a un sentimento più profondo di fiducia e lealtà nella coppia».
Ha avvisato i suoi genitori che avrebbe svelato aspetti intimi?
«Sì, e ho chiesto di dirlo ai loro amici: scoprirete cose di me che non sapete. Quando ero “schiantato”, a casa, appena tornato dall’America, mia madre si è messa a piangere: “Perché non fai un lavoro normale?”».
Il punto di non ritorno è l’arrivo nella villa di Bella Thorne.
«Ero strafatto. Si può cadere sempre più in basso, ma quando tocchi il fondo lo sai. Reputo quel gesto come il punto della mia distruzione, ha distrutto la mia identità. Ero in preda alle sostanze. Bella si è spaventata».
Che cosa era successo?
«Avevo smesso di lavorare, di fare musica. Mi spingevo all’estremo con le droghe, ero fuori controllo. Se mio fratello non fosse venuto dall’Australia a prendermi per riportarmi in Italia, chissà come sarebbe finita. So come una persona che fa una vita normale può finire per strada. Forse non ha la fortuna di avere un fratello o un genitore che gli ha teso la mano. Sono riconoscente per l’amore della mia famiglia».
L’apparenza ha avuto un ruolo?
«Era tutto. Anche sui social facevo solo vedere la favola della popstar, di quello che ce l’ha fatta. Mostravo un lato della medaglia. Ai ragazzi cresciuti con me seguendomi sui social o in tv, pensando di essere inadeguati rispetto a me, vorrei dire di mostrarsi come sono. La verità rende liberi. È un lungo percorso».
Com’è andata?
«Sono arrivato a fare il podcast, questa intervista, dopo un anno di psicanalisi che mi ha aiutato tanto, non mi sono ricostruito da solo. Parlare con un amico può aiutare. Ma ci vuole qualcuno che ti dia gli strumenti per guarire».
A Modena ha ritrovato sé stesso?
«Sono felice e molto geloso della mia vita: ho ritrovato gli amici, è il mio luogo sicuro. C’è un cerchio stretto di persone intorno a me, amo una ragazza, sogno di farmi una famiglia. Mi sono dato regole, mangio bene, faccio attività fisica e tutte le mattine rifacciamo il letto. Ho la tranquillità che cercavo, ma ho dovuto odiare la mia vita per trovarla».
Cosa ha capito della vita?
«Che viaggiare sul doppio binario è pericoloso. Sui social ti metti in mostra: lusso, feste... quella roba inganna i giovani. Se ti svegli alle 6 per andare in fabbrica, nessuno ti celebra. Nessuno ti mette un like perché mantieni la famiglia o sei una madre single. Quelle sono le persone che stimo. Ho ritrovato l’amor proprio, i valori con cui sono cresciuto. Sono stato il mio miglior nemico, è scattato qualcosa quando ho pensato: merito una vita migliore».
Ha girato “After”, ha ripreso a fare musica. La via è tracciata?
«Con i Finley vogliamo salire sul palco: mi ero scordato cosa significasse, mi ha dato tanta energia. Voglio fare musica, con entusiasmo e riconoscenza».