ItaliaOggi, 26 settembre 2023
Le felicità ha un prezzo e non vale meno di centomila euro
I soldi fanno la felicità. Bastano (si fa per dire) 100 mila euro all’anno. Secondo S Money, un servizio di cambio valuta che ha aggiornato i dati di una ricerca della Purdue university risalente al 2018, è il reddito annuo sufficiente per godersi la vita negli Stati Uniti senza stress o particolari preoccupazioni.
La relazione tra denaro e felicità viene regolarmente esaminata da scienziati di Princeton, Harvard e della Pennsylvania. «Sono molto curioso a riguardo», ha spiegato Matthew Killingsworth, un ricercatore della Penn’s wharton school. La Purdue university ha scoperto che il reddito medio ideale per gli statunitensi è di 100 mila euro rispetto a una media globale di 90 mila euro.
In Iran, dove l’inflazione si aggira intorno al 45%, la felicità è più costosa (220 mila euro) mentre in Sierra Leone, in Africa, ci si accontenta di 7 mila euro all’anno. Tornando agli Usa, il costo della felicità si alza nelle città costiere. Santa Barbara, in California, è il luogo in cui la felicità costa di più: 150 mila euro all’anno, l’85% in più rispetto agli 82 mila euro di Knoxville, nel Tennessee, l’importo più basso del paese.
Nel 2011 alcuni ricercatori di Harvard rivelarono che non è la quantità di denaro che possiedi a renderti felice, ma il modo in cui lo spendi. «La maggior parte delle persone non conosce i fatti scientifici di base sulla felicità, su che cosa la procura e che cosa la sostiene, e quindi non sa come usare il proprio denaro per acquisirla». Questo potrebbe essere il motivo per cui, secondo la società di budget Ynab, del 94% degli americani che spendono impulsivamente il 64% si pente dei propri acquisti.
«La qualità delle nostre relazioni sociali è un attore determinante della nostra felicità», avevano sottolineato gli scienziati di Harvard. «Per questo motivo quasi tutto ciò che facciamo per migliorare le nostre connessioni con gli altri tende a migliorare la nostra felicità».
L’ex insegnante e attivista del Vassar college, Jeff Golden, ha scritto nel libro Reclaiming the Sacred che il denaro rappresenta solo il 2-4% della felicità. Poi c’è la questione culturale. Se negli anni ’70 il 40% degli adulti bianchi americani sosteneva di essere «molto felice» a prescindere dal livello culturale raggiunto, dal 2010 la tendenza è cambiata: solo il 29% di chi non ha una laurea si dichiara molto felice contro il 40% di chi invece ha terminato l’università e ha maggiori possibilità di accedere a lavori migliori e più retribuiti.
«Per la maggior parte delle persone ai redditi maggiori viene associata una maggiore felicità», ha detto Killingsworth. «L’eccezione sono le persone finanziariamente benestanti ma infelici. Per esempio, se sei ricco e infelice, più soldi non ti aiuteranno a raggiungere la felicità».
«Le persone infelici guadagnano di più (in termini di percezione di felicità) dall’aumento del reddito rispetto a chi parte da condizioni di benessere economico più elevate. In altre parole, la parte inferiore della distribuzione della felicità aumenta molto più rapidamente rispetto a chi ha già una fascia di reddito superiore». Per Killingsowrth «il denaro non è tutto, però aiuta un bel po’». E qui non serve uno scienziato per capirlo.