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 2023  settembre 25 Lunedì calendario

Puccini, D’Annunzio e la marchesa Casati alle prese con un delitto

Una volta tanto ecco un buon giallo-storico, se si vuole proprio etichettare nel genere suddetto. Scritto bene e rispettoso dei personaggi veri e famosi. S’intitola Morire non basta. 1909: Mistero alle Terme Reali, l’autore è l’avvocato Corrado Bertinotti ed è stato pubblicato da arabAFenice. I protagonisti principali sono Gabriele D’Annunzio e Giacomo Puccini, che infiammarono gli italiani (e non solo loro) tanto per le opere che per le loro vite private, le passioni, i dolori e i piaceri.
L’autore de la Tosca e il Vate sono colti nello scenario suggestivo delle Terme Reali di Valdieri, in Piemonte, dove si trovano coinvolti nelle morti misteriose di alcuni villeggianti. C’è pure una terza protagonista: è la Divina Marchesa, al secolo Luisa Casati Stampa di Soncino. Nata Amman (ricchissimi industriali tessili a Milano), fu amata da D’Annunzio e regina degli eccessi mondani e artistici dei primi anni del Novecento, immortalata da molti artisti sommi: da Giovanni Boldini ai futuristi, a Man Ray. Nel libro si ipotizza pure che dalla relazione fra D’Annunzio e la marchesa Luisa, la Korè di un suo romanzo, sarebbe nato un bambino, poi scomparso. Forse il fatto non è reale, ma sicuramente appare assai verosimile.
Bertinotti non è nuovo a narrazioni in cui realtà e finzione si mescolano come in un buon cocktail d’autore. Tempo fa ha pubblicato un romanzo, Aiutavo il destino, dove raccontava la vita di suo nonno Giovanni Bertinotti, casalese, allievo dell’Istituto Leardi, combattente con medaglie della Grande Guerra e giocatore di calcio. Indossò da ala sinistra la gloriosa maglia nerostellata del Casale, vincendo il massimo campionato italiano nella stagione 1913-14. Una storia narrata con sapienza che oggi si può leggere anche per dimenticare il terribile football miliardario e senza bandiere dei nostri tempi.
La cornice di Morire non basta è presto detta. L’anno è il 1909. A Valdieri, luogo prediletto da Vittorio Emanuele II di Savoia per la caccia e per gli amori, si attende la visita della Regina Madre. Nel Grand Hotel soggiornano Puccini e D’Annunzio, che dovrebbero creare assieme una nuova opera. Intanto, però, scompaiono due sorelle, quindi altre due. A legare i fattacci, forse, è una seduta spiritica organizzata dalla Divina Marchesa. Il resto non si svela, si legga il libro per conoscerlo.
Ciò che si può osservare è che il romanzo riesce a restituire bene a chi poco sa della nostra storia tre figure straordinarie. D’Annunzio, Puccini e la Casati segnarono infatti profondamente un’epoca nella cultura, nell’arte, nella musica, nel costume. Artisti dell’arte e della vita, peraltro, di caratura internazionale, di casa a Roma e a Milano come a Parigi, a Torino, a Venezia, a Lucca e a Pescara quanto a Londra e a New York. Non è forse difficile dire perché Bertinotti ami rievocare il passato, invece di ricamare sul presente. Crediamo di spiegarlo sostenendo che lo fa perché il passato, quel passato, è letteratura e melodramma che infrange il tempo e le mode, mentre il presente è solo cronaca di pessimo gusto e musica da discoteca