La Stampa, 24 settembre 2023
Processo a Grillo Jr., la testimonianza di una delle vittime
INVIATO A TEMPIO PAUSANIA
«È vero non parlo più da tre anni con Silvia, ma quella violenza, quella notte l’ha sconvolta. Nei giorni e nei mesi successivi a quanto accaduto in Sardegna non era più lei. Era solo un corpo, non le interessava più di se stessa». Roberta, la studentessa milanese che accusa di molestie sessuali Ciro Grillo e i suoi amici (Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Edoardo Capitta), in due giorni ha parlato per quasi dieci ore in aula. Ha pianto, si è commossa, ha risposto pure con fermezza e decisione alle domande che gli avvocati della difesa le hanno posto incalzandola con un’infinità di domande.
Quello che ne esce è un quadro spontaneo e preciso che una ragazza di 23 anni ha fatto di una violenza che ancora non riesce a metabolizzare. «La mia vita – aggiunge davanti ai giudici – da quando ho saputo di essere vittima in questo processo e non più solo semplice testimone, esattamente dopo un anno dai fatti, è cambiata drammaticamente. Vivo con il terrore di essere identificata, i giornalisti mi cercano insistentemente, contattano i miei amici. Non mi fanno più stare tranquilla». E poi c’è l’amicizia spezzata con Silvia. «Il nostro rapporto è finito nel maggio del 2020 più di tre anni fa. Non ci parliamo, non ci cerchiamo più».
«Silvia forse non si è sentita tutelata quella sera. È venuta da me singhiozzando ma io non ho capito cosa fosse successo. Ho proseguito a dormire anche perché mi ha giurato che non era accaduto nulla di grave, che andava tutto bene». Roberta in aula ha anche confermato come Silvia alla mattina del risveglio le abbia svelato di aver subito abusi sessuali. «Era nuda sul letto – spiega ai giudici – mi ha detto che era stata violentata da tutti i ragazzi». Poi dopo quella dichiarazione non è più tornata sull’argomento. «Siamo rimasti nella casa di Ciro Grillo per due ore – prosegue – ma non mi ricordo precisamente cosa abbiamo fatto. Aspettavamo che due dei ragazzi ci riaccompagnassero a casa. No, Silvia non voleva fuggire». Silvia le ha anche detto di non aver attrazione per nessuno dei quattro studenti genovesi. «Non le piaceva nessuno in particolare – precisa Roberta – non aveva interesse e non era attratta da quei quattro ragazzi. O così almeno mi ha detto». Secondo il racconto di Roberta incalzata dagli avvocati della difesa, l’amica ha acconsentito ad entrare in una delle due stanze del residence con Corsiglia.
«Ho visto Silvia – prosegue – che si appartava in una camera con “Corsi” come lo chiamavamo tutti durante la serata. Ho visto bene la scena perché c’era la tenda e non una porta. Io a quel punto mi sono messa a dormire perché ero molto stanca».
Nel corso della deposizione si è affrontato anche il tema dell’alcol e della droga. Roberta ha confermato come tutti i giovani presenti quella sera avessero bevuto super alcolici. «In discoteca – aggiunge – almeno due bottiglie di vodka e due di champagne. Poi precisamente non ricordo di altri drink al bancone ma qualcuno ne ha bevuto. Diciamo che non eravamo né sobri né ubriachi ma tutti eravamo lucidi». Smentito, invece, il consumo di sostanze stupefacenti: «Non ho mai visto nessuno consumare droga quella sera – precisa Roberta – sì qualcuno ad inizio serata mi aveva detto se volevo fumare della marijuana ma io ho detto che non ne facevo uso. Forse i ragazzi l’anno cercata ma nessuno ha trovato nulla».
Intanto è stata fissata al 7 novembre l’attesa deposizione di Silvia, la ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici genovesi di uno stupro di gruppo. La testimonianza della presunta vittima è così determinante ai fini del processo che sono state stabilite quattro udienze: il 7 e l’8 novembre, il 13 e il 14 dicembre. Silvia, accompagnata dal suo avvocato Giulia Bongiorno, ieri si è presentata a sorpresa in aula per assistere alla testimonianza dell’ex amica ma non ha potuto entrare perché è anche testimone. Nel processo non entra (per ora) la vicenda che vede uno degli imputati, Francesco Corsiglia indagato per una violenza sessuale avvenuta in discoteca questa estate a Genova quando strappò in sala da ballo un top a una ragazza di 19 anni lasciandola seminuda. II giudice hanno respinto la richiesta di acquisire gli articoli di giornale che parlavano della vicenda