La Stampa, 24 settembre 2023
Elkan ricorda Napolitano
Sento il bisogno di scrivere un piccolo ricordo personale del Presidente Giorgio Napolitano.
Nell’estate del 2006 l’allora direttore de La Stampa Giulio Anselmi mi chiese di intervistare un Senatore a vita. Scelsi senza esitazione Giorgio Napolitano, una figura di uomo politico per il quale avevo grande rispetto e lui accettò.
Andai a Palazzo Giustiniani, dove aveva un ufficio molto spartano. L’ho salutato e lui, guardando l’orologio, sottolineò che avevo qualche minuto di ritardo. Ero intimidito di trovarmi faccia a faccia con un uomo che aveva dedicato tutta la sua vita alla politica e negli ultimi anni in particolare all’Europa.
Mi disse che ormai faceva una vita molto ritirata con sua moglie Clio e che frequentava solo più i coniugi Macaluso. Eravamo a poche settimane dall’elezione del Presidente della Repubblica e io uscendo gli dissi: «Lei fa vita ritirata, ma presto sarà eletto Presidente». Lui un po’ seccato mi disse «Elkann, non ne parliamo neanche. Le ho detto che ormai sono lontano dalla vita politica attiva».
Qualche giorno dopo andai alle Scuderie del Quirinale all’inaugurazione di una mostra di Giovanni Bellini e vidi che davanti a uno dei quadri, una Madonna con il bambino, Napolitano e sua moglie stavano facendo dei commenti su quella tela. Mi avvicinai per salutarli e dissi «vedrà che la eleggeranno Presidente». Lui, che mi aveva salutato con gentilezza, si irrigidì e mi disse: «La smetta con questa storia. È assurdo». Io gli dissi: «Vedrà che le telefonerò per farle i complimenti e gli auguri». Così me ne andai, e lui avrà pensato che ero stato inopportuno.
Pochi giorni dopo Giorgio Napolitano venne eletto Presidente della Repubblica. Appena saputa la notizia, senza preoccuparmi di disturbare e mantenendo il mio proposito, gli telefonai subito. Lui, malgrado l’emozione del momento, mi rispose e io gli dissi: «Vede Presidente che avevo ragione! Tanti auguri!». E lui mi rispose con tono allegro: «Sì, la ringrazio per gli auguri. Non me lo aspettavo. Ci vedremo presto».
In quegli anni ero Presidente del Museo Egizio a Torino e pochi mesi dopo il Presidente Napolitano e la signora Clio vennero a visitare il Museo. Il Presidente mostrò molto interesse, fece numerose domande e guardò l’orologio per essere sicuro di non essere in ritardo al suo successivo appuntamento alla sede de La Stampa.
Napolitano era un uomo molto puntuale e preciso. Era un uomo di poche parole che aveva una grande attenzione per l’arte, il cinema e la letteratura