il Fatto Quotidiano, 24 settembre 2023
Il Papa ha scelto Marsiglia, città portuale ma anche mezza araba che guarda al Maghreb e all’Africa, per ribadire che “la soluzione non è respingere i migranti, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali”, perché “l’integrazione è faticosa ma anche lungimirante”
Il Papa ha scelto Marsiglia, città portuale ma anche mezza araba che guarda al Maghreb e all’Africa, per ribadire che “la soluzione non è respingere i migranti, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali”, perché “l’integrazione è faticosa ma anche lungimirante”. Chiudendo le Rencontres Méditerranéennes che riunivano vescovi e giovani impegnati nell’accoglienza, Jorge Mario Bergoglio ieri ha parlato dei “vari porti mediterranei” che “si sono chiusi”, ha ricordato le vittime delle traversate dicendo che “il mare nostrum non deve diventare mare mortuum”, ha censurato parole come “invasione ed emergenza”. “Chi rischia la vita in mare – ha scandito – non invade, cerca accoglienza, cerca vita” e “il fenomeno non è tanto un’urgenza momentanea, sempre buona per far divampare propagande allarmiste, ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e va governato”.
Sono le sue posizioni tradizionali, ma ieri al Palais du Pharo c’era anche il presidente francese Emmanuel Macron che attende invano da anni una visita papale a Parigi. Peraltro pochi giorni fa la Corte di Giustizia dell’Ue ha richiamato la Francia al rispetto della direttiva sui rimpatri: il respingimento degli stranieri senza titolo che varcano la frontiera dall’Italia – alcuni muoiono sulle montagne, altri per fortuna arrivano a destinazione con o senza passeurs, ma Macron deve almeno mostrare la faccia feroce in funzione anti-Le Pen – può essere avvenire solo “come extrema ratio”, non può insomma avere carattere “sistematico”. Non lo fanno solo loro, l’Italia lo fa al confine con la Slovenia nonostante le sentenze contrarie; la Germania si appresta a ripristinare i controlli vicino al confine con la Polonia. Ma verso Macron Bergoglio ha maturato una freddezza che si aggiunge alla diffidenza papalina verso la rivendicata laicità della République. Nei giorni scorsi Bergoglio aveva rimarcato che non andava in visita in Francia ma solo “a Marsiglia”.
Il presidente francese ieri mattina si è precipitato a fare gli onori di casa e il Papa, che a quanto dicono detesta il contatto fisico, non ha gradito che Macron l’abbia preso sottobraccio, come per sostenerlo. Dopo il discorso doveva incontrare il presidente francese e l’hanno fatto aspettare per diversi minuti davanti alle telecamere: nel video batte nervosamente la mano sul bracciolo della poltrona. I due, secondo la nota francese, hanno parlato di “migrazioni” e “fine vita”. Fonti dell’Eliseo dopo il colloquio hanno sottolineato che “la Francia non deve vergognarsi, è un Paese di accoglienza e di integrazione” e che il Papa “non è entrato nel dettaglio” della prossima discussione dell’Assembla nazionale sull’eutanasia. Già nel 2018 il capo della Chiesa si irritò perché Macron gli aveva appoggiato le mani sul volto con eccessiva confidenza e si era anche permesso di dargli del “tu” durante un incontro in Vaticano. Bergoglio si sente strumentalizzato a fini di politica interna, come gli succedeva anche con Angela Merkel.