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 2023  settembre 23 Sabato calendario

Il tesoro di Abramovich

Gennaio e febbraio 2022 devono esser stati, per Roman Abramovich, mesi impegnativi. Ma mesi di successo. Tre settimane prima che Putin invadesse l’Ucraina, dove di lì a poco l’esercito russo avrebbe commesso i crimini contro l’umanità avvenuti a Bucha, Mariupol, Izyum e in tanti altri luoghi, Abramovich – con tempismo incredibile, e forse sospetto – preparava l’operazione per mettere in salvo i suoi yacht portandoli in Turchia (via Montenegro) e navigando a luci spente anche al largo della Sicilia (Capo Passero). Iniziava a riorganizzare i suoi beni in almeno dieci trust molto opachi, controllati dai figli (si è così svestito di almeno 4 miliardi di dollari, salvandoli da sequestri e sanzioni). E faceva anche, apprendiamo adesso, un’operazione, diciamo così, artistica: cedere alla ex moglie Dasha Zhukova l’1% di controllo del fondo che possiede il suo patrimonio di opere d’arte. Un capolavoro nel capolavoro: sfuggire alle sanzioni europee e britanniche. La “Danseuse de la Barre” di Degas e “La Plage à Trouville” di Monet. E poi Malevich, Picasso, Francis Bacon, Lucian Freud, Alberto Giacometti, Anselm Kiefer, Magritte, David Hockney. Abramovich, attraverso un fondo fiduciario, possiede, infatti, una collezione di capolavori artistici spaventosa che valeva, già nel 2018, quasi 1 miliardo di dollari. Il dettaglio del catalogo, e come il miliardario russo l’ha salvato dai sequestri, è stato scoperto da IStories che, assieme ad altri media, ha ottenuto e visionato documenti leakati del fondo. Il trust fiduciario è controllato dalla ex moglie di Abramovich, che ne possiede il 51%, mentre l’ex proprietario del Chelsea ne possiede il 49%: ma la cessione dell’1% di controllo è avvenuta casualmente giusto tre settimane prima dell’invasione su larga scala della Russia in Ucraina.
L’oligarca forse più amato da Vladimir Putin, e la sua ex moglie, Daria Zhukova, possedevano 369 opere d’arte del valore di 962 milioni di dollari già nel 2018, con gusti piuttosto sofisticati, lo si ricava dai file leakati del registro delle imprese cipriota MeritServus.
Molte di queste opere erano però totalmente sparite dalla vista pubblica di noi cittadini europei, benché appunto intestate a una proprietà collocata in Europa, e gli esperti si interrogavano con una certa inquietudine sul loro destino. Per esempio la “Suprematist Composition, 1919-1920” di Kazimir Malevich, che fu battuta nel 2000 per 17 milioni di dollari da Christie’s a un acquirente anonimo. Non si è mai saputo chi fosse. Ora sappiamo con certezza che, almeno dal 2013, il dipinto apparteneva ad Abramovich.
Secondo i documenti leakati, le opere sono incorporate in una società offshore, di nome Seline-Invest, fondata a Cipro e passata poi a Jersey, che è controllata dal trust cipriota Ermis Trust Settlement, che fu fondato da Abramovich. Dopo il divorzio, Abramovich e Zhukova si erano divisi a metà le azioni del trust – quindi le opere appartenevano formalmente a entrambi – ma tre settimane prima dell’invasione russa in Ucraina il miliardario considerato da tanti osservatori l’oligarca più vicino a Putin ha conferito a Zhukova un altro 1%. Di conseguenza il fondo fa ora capo a lei, che non ricade sotto sanzioni europee, e oltretutto ha la cittadinanza americana.
Nessuno sa con esattezza dove siano queste opere – alcuni ritengono in uno o più caveau in Svizzera – certo è che di molte non si conosceva più la sorte. Quando, nell’ottobre del 2022, è stata aperta alla British National Gallery la mostra su Lucien Freud, molti dei suoi dipinti erano scomparsi. L’acquisto delle opere fece parte, negli anni zero, della esibita “occidentalizzazione” di Abramovich, che si offriva al mondo come il presunto “volto liberal” della nuova cerchia di Putin. Prima l’acquisto del Chelsea, avvenuto nel 2003 per 60 milioni di sterline.
E poi, appunto, il generosissimo acquisto di opere d’arte, pezzi di museo, l’attività di mecenate. Nel 2008 Abramovich compra da Sotheby’s per 86,3 milioni di dollari il trittico di Francis Bacon. Qualche tempo dopo, va da Christie’s e spende 33,6 milioni per un Lucian Freud celeberrimo ("Benefits Supervisor Sleeping").
Lo fa in parte perché spinto dalla allora moglie Dasha Zhukova. Zhukova nel 2015 apre una sontuosa galleria d’arte contemporanea a Mosca intitolata “Garage": in partenza, uno scarno garage, che poi l’archistar più star degli architetti occidentali, l’olandese Rem Koolhaas, trasforma. Quel “Garage” era stato un ristorante simbolo dell’epoca sovietica a Mosca, il “Vremena Goda” a Gorky Park. E la storia sembrò a molti iconica della trasformazione – in cui, per fame di affari, tanti in occidente volevano credere – dal cupo grigiore rimasto addosso all’ex agente chekista nella Ddr al glamour, glitter e caviale dello stile di vita occidentale con un tocco d’Asia.
Zhukova, che era la terza moglie di Abramovich, era già all’epoca legata a Ivanka Trump e Jared Kushner e all’ex moglie di Rupert Murdoch, Wendi Deng. Ivanka, un mese prima dell’invasione della Russia in Crimea, postò una foto su Instagram che la ritraeva assieme a Zhukova e Wendi Deng con una bottiglia di vino e la didascalia: «Grazie per quattro giorni indimenticabili in Russia!». Nel gennaio 2016 fu scritto, e nessuno smentì, che Zhukova era stata addirittura all’inaugurazione di Trump, ospite proprio di Ivanka. Le gallerie d’arte newyorchesi Artsy vedevano nel team principale – stava scritto nel sito ufficiale –, tutti insieme, personaggi come appunto Wendi Murdoch, Dasha Zhukova – allora ancora sposata con Abramovich –, Josh Kushner, il fratello di Jared, Peter Thiel (fondatore della contestata azienda di dati e military contractor Palantir e grande azionista di Facebook), Eric Schmidt (Google) e Jack Dorsey (Twitter).
L’esperta d’arte Georgina Adam constata adesso amara: «Si scopre che gli investimenti di Abramovich nell’arte hanno portato al fatto che le persone ora sono private dell’opportunità di vedere alcune delle più grandi opere del nostro tempo».
Il Russian Asset Tracker del consorzio investigativo «Occrp» fissa la somma complessiva minima degli asset di Abramovich a circa 9,9 miliardi di dollari. Ma sembra sempre più una stima per difetto, e soprattutto, chissà quanti sono stati già stornati a amici, familiari, parenti e vari nomi