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 2023  settembre 23 Sabato calendario

Lo scandalo Wawrzyk

Organizzatore di una rete truffaldina, capro espiatorio, uomo che non poteva non sapere, responsabile che ha mancato di esercitare i suoi poteri di controllo o ingenuo strumento di altri? Sono questi gli interrogativi ancora aperti su Piotr Wawrzyk, il vice ministro degli Esteri polacco coinvolto nel gigantesco scandalo legato alla concessione irregolare di migliaia e migliaia di visti in Africa e Asia, venduti (il prezzo poteva arrivare a 5.000 dollari) da una nazione che è in prima fila nelle politiche anti-migranti. Il mistero non è probabilmente destinato a venir chiarito, anche se la Commissione europea – con la responsabile degli affari interni, Ylva Johansson – ha chiesto immediate spiegazioni al governo di Varsavia.
   L’unica cosa certa è che l’ex parlamentare di Diritto e giustizia (il partito di destra del primo ministro Mateusz Morawiecki), nato a Kielce cinquantacinque anni fa, avvocato, politologo, docente sospettato di aver copiato da uno studente un capitolo della sua tesi di abilitazione, nominato senza fortuna nell’incarico di difensore civico (il Senato lo ha bocciato), è stato destituito per «mancanza di cooperazione soddisfacente». Non è stata confermata, invece, la notizia del suo tentato suicidio. Sui giornali polacchi (che hanno rivelato l’arresto di sette persone, ricordando che i visti «Schengen» messi sul mercato clandestino consentono il passaggio negli altri Paesi Ue e in Stati come il Messico) si è parlato di un biglietto di addio nel quale Wawrzyk avrebbe scritto: «Non ho fatto nulla di male, volevo aiutare le persone indipendentemente dalla loro appartenenza politica e per questo ho pagato il prezzo più alto».
   Lo scandalo dei visti potrebbe nuocere a Diritto e giustizia nelle imminenti elezioni politiche. Morawiecki sta giocando il tutto per tutto nel tentativo di essere riconfermato (è in programma lo stesso giorno anche un referendum sul programma del partito di governo). La leadership polacca – contraria alle politiche di redistribuzione dei migranti che arrivano nei Paesi del Mediterraneo – sembra insistere in una linea che la isola e che mette in difficoltà l’Europa nel suo complesso. La posta in gioco è molto alta. Si vota il 15 ottobre. Mancherà Wawrzyk, che non era stato ricandidato.