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 2023  settembre 23 Sabato calendario

L’OMBRA SU NAPOLITANO: IL “GOLPETTO” PER FAR CADERE BERLUSCONI NEL 2011 E SOSTITUIRLO CON MARIO MONTI – IL LIBRO DI ALAN FRIEDMAN DAL TITOLO “AMMAZZIAMO IL GATTOPARDO” HA RILANCIA LA TESI DEL COMPLOTTO, SOSTENENDO CHE NAPOLITANO AVEVA GIÀ INCONTRATO IN GIUGNO MONTI, CON LO SCOPO DI PREPARARE IL TERRENO PER SOSTITUIRE IL CAV, RACCOGLIENDO ANCHE LE CONFIDENZE DI CARLO DE BENEDETTI E ROMANO PRODI – L’EX PRESIDENTE SMENTI’: “NESSUNA DIFFICOLTÀ, CERTO, A RICORDARE DI AVER RICEVUTO NEL MIO STUDIO IL PROFESSOR MONTI PIÙ VOLTE NEL CORSO DEL 2011 E NON SOLO IN ESTATE, MA L’INTERPRETAZIONE CHE SI PRETENDE DI DARNE E’ SOLTANTO FUMO…” -

Il governo, il quarto dell’era Berlusconi, è alle corde. Diviso, non riesce a fare le riforme necessarie a rimettere in sesto il bilancio. La maggioranza è appesa a un filo, l’Italia rischia la bancarotta. Silvio Berlusconi sale al Colle e si dimette. Giorgio Napolitano affida a Mario Monti il compito di varare un governo sopra le parti, che porti il Paese fuori dai guai. […]

La versione di Forza Italia e del Cavaliere è tutt’altra: ci fu un complotto europeo contro l’Italia e il suo governo, sotto la guida dei poteri forti, e il presidente della Repubblica fu il regista di una trappola preparata da tempo per decapitare chi aveva piena legittimità a governare, avendo vinto le elezioni. Due letture e uno scontro mai sopito nel tempo, con accuse ripetute a Giorgio Napolitano che le ha sempre respinte con decisione: «L’interpretazione che si pretende di dare ai fatti in termini di “complotto” è fumo, solo fumo».

Quella del 2011 fu un’estate drammatica. Oggi chiunque parla dello spread, ma allora gli italiani non sapevano nemmeno che cosa fosse. Si scoprì che quel numero si può ignorare quando è piccolo, ma è dinamite quando diventa grande. I conti saltano, non si riescono a pagare gli interessi sul debito, il Paese finisce in ginocchio. Sono mesi di fibrillazione. […] Il numerino, quello dello spread, partito a gennaio da 173, arriverà a metà autunno a segnare il suo record storico: 574 punti.

Il clima è torbido, ci sono le preoccupazioni di Bankitalia, gli allarmi della Bce, i moniti di Standard & Poor’s, ma soprattutto si sghignazza. In un attimo diventa virale il video in cui Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, a Bruxelles, rispondono alle domande dei giornalisti. Gli chiedono se hanno fiducia in Berlusconi. Merkel, in imbarazzo, fa cenno di sì, poi incrocia lo sguardo sornione di Sarkozy, e tutti e due scoppiano a ridere.

Il resto è un ruzzolare verso la crisi. Il 9 novembre Napolitano nomina Monti senatore a vita. Tre giorni dopo, il 12, alla fine di una giornata frenetica, Berlusconi si dimette. Il 16 novembre il presidente della Repubblica dà a Monti l’incarico per formare un governo tecnico. Lo spread resterà alto ancora per poco, poi tornerà nei ranghi.

[…] la polemica continuerà ad ardere sotto la cenere, fino a divampare di nuovo in un incendio, all’uscita di un libro di Alan Friedman dal titolo Ammazziamo il Gattopardo . Il giornalista rilancia la tesi del complotto, sostenendo che Giorgio Napolitano aveva già incontrato in giugno Mario Monti, con lo scopo di preparare il terreno per sostituire Silvio Berlusconi, raccogliendo anche le confidenze di Carlo De Benedetti e Romano Prodi.

Il Giornale titolerà così la sua prima pagina: «Napolitano non è più il nostro presidente, nel 2011 Re Giorgio tramò in segreto con Monti per far fuori Berlusconi e il suo governo». Giorgio Napolitano ha sempre respinto ogni accusa.

In una lettera al Corriere dirà: «Nessuna difficoltà, certo, a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011 e non solo in estate, apprezzando in particolare il suo impegno europeistico… Monti appariva — e non solo a me — una risorsa da tenere presente e, se necessario, da acquisire al governo del Paese. Ma i veri fatti, i soli della storia reale dell’Italia nel 2011, sono noti e incontrovertibili. Ed essi si riassumono in un sempre più evidente logoramento della maggioranza di governo uscita vincente dalle elezioni del 2008. Basti ricordare innanzitutto la rottura tra il Pdl e il suo cofondatore (Gianfranco Fini), il distacco di numerosi parlamentari, le dure sollecitazioni critiche delle autorità europee verso il governo Berlusconi...

Il presidente del Consiglio, da me ricevuto al Quirinale, convenne sulla necessità di rassegnare il suo mandato... Questi i fatti reali che costituiscono la sostanza della storia di un anno tormentato, mentre le confidenze personali e l’interpretazione che si pretende di darne in termini di “complotto” sono fumo, soltanto fumo».