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 2023  settembre 22 Venerdì calendario

Intervista a Michael Wolff

NEW YORK – «Questo è solo l’inizio della successione. Il vero momento in cui si deciderà il futuro dell’impero Murdoch è quando lui morirà, e i quattro figli erediteranno il controllo della compagnia in parti uguali. A quel punto, siccome non vanno d’accordo su nulla, venderanno». È la scommessa di Michael Wolff, autore del libroThe Fall,che anticipa «la fine di Fox News e della Dinastia Murdoch».
Perché le dimissioni di Rupert sono arrivate ora?
«Erano attese, ma con modestia, sento dire che il mio libro in uscita martedì sia stato l’ultima spinta, perché descrive un uomo di 92 anni non più in grado di guidare una grande compagnia. Non c’è nulla di personale, è semplicemente troppo anziano. Negli ultimi anni è stato difficile comunicare con lui e capire cosa voleva, la sua capacità decisionale è diventata chiaramente un problema. L’esempio principale è stata la causa Dominion, che poteva chiudere pagando 50 milioni, ma gliene è costati 787 perché non hadeciso cosa fare. Tutti riconoscono che era tempo. Il libro descrive le sue infermità, dimostrando che il re è nudo».
Il passaggio del controllo al figlio Lachlan era scontato?
«Per ora tutto continuerà allo stesso modo, perché Lachlan era già il ceo.
Però, e questo è importante, quando Rupert morirà il controllo della compagnia passerà ai 4 figli, con poteri di voto uguali, e Lachlan non sarà più il leader. A quel punto decideranno il futuro, non ora. Ma non vanno d’accordo su nulla».
Perciò prevede la fine di Fox e della dinastia?
«Esatto, non saranno capaci di accordarsi. Gli scenari plausibili sono due: danno il controllo a James, o vendono».
Nella serie “Succession”, ispirata ai Murdoch, i figli perdono il controllo della società. Finirà così?
«Sì. La fiction in questo caso anticipa la realtà».
E nel frattempo cosa dobbiamo aspettarci con Lachlan?
«Non cambierà molto, le cose andranno avanti come erano».
La causa Dominion è stata un errore di giudizio?
«Rupert non era più capace di guardare alle cose in maniera analitica. La chiave è stata il suo disprezzo per Trump, a cui dava la colpa. Così ha lasciato andare le cose».
Lei scrive che vorrebbe Trump morto: perché tanto disprezzo?
«Murdoch prende la politica seriamente, Trump no. Rupert pensa che il 6 gennaio Donald abbia violato una linea rossa invalicabile. È un uomo d’affari conservatore tradizionale, non un social conservative. È un moderato, non estremista, appoggia l’immigrazione e disprezza chi la usa come arma politica. Poi crede che Trump sia riprovevole come persona».
Lachlan è d’accordo?
«Ha sempre e solo fatto quello che il
padre diceva».
Perché Rupert ha puntato su DeSantis?
«Errore di giudizio, e desiderio che battesse Trump».
Disprezza anche i conduttori di Fox Hannity e Carlson, perché ha continuato a lavorarci?
«Soldi. La Fox è una macchina incredibile di soldi, più di ogni altro media nella storia Usa. A Murdoch piacciono i soldi ed è stato incapace di barcamenarsi tra questo desiderio e quello di avere l’influenza politica per bloccare Trump».
Fox può ancora fermare la rielezione di Donald?
«Non lo so. Finora la Fox e Murdoch sono stati impegnati in una guerra fredda con Trump. Lachlan cambierà, perché pensa di fare più soldi con Donald? È possibile, ma per lui accontentare il padre è più importante dei soldi».
Ma hanno ancora il potere di fermarlo?
«Potrebbero, ma non è certo. Non sappiamo che effetto avrà su Trump andare alle elezioni senza il megafono migliore, ma un suo dono è trasformare i conflitti in piattaforme che lo aiutano».