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 2023  settembre 22 Venerdì calendario

I badanti costano 80 euro in più al mese

Badanti, impennata dei costi «Ogni mese 80 euro in più»
Solo uno su due è in regola. Ricambio fermo: si alza l’età media dei collaboratori
Mauro Evangelisti
Tempo lettura 3 minuti
Venerdì 22 Settembre 2023
IL FOCUS
ROMA Per due famiglie italiane su tre il peso del costo della badante sta diventando insopportabile, anche perché registra un aumento mensile di circa 80 euro. E lo stesso tipo di difficoltà sta interessando chi ricorre alla figura della baby-sitter a cui affidare i figli piccoli. Il 51 per cento di queste professioni genericamente viene svolto in nero. Ma non c’è solo un rilevante problema economico a interessare quello che con un’unica definizione viene chiamato «settore delle collaborazioni domestiche»: trovare una badante sta diventando sempre più complicato. Per una serie di motivi: prima di tutto l’età media di chi svolge questo lavoro si è alzata, con una battuta si dice che presto serviranno le badanti per le badanti. Il ricambio va a rilento, perché tra i giovani italiani in pochi vogliono svolgere questa professione, mentre da Paesi dell’Unione europea come Polonia e Romania, da cui in passato provenivano più di frequente le badanti, gli arrivi sono diminuiti, visto che la situazione economica è migliorata e non c’è più la necessità di partire. Si sta attingendo allora da altre zone – Asia, Africa e America Latina – ma per 12 anni i flussi regolari sono rimasti bloccati.
ESPANSIONE
Il quadro di un settore – badanti, baby-sitter e colf – che secondo gli ultimi dati Istat riguarda 1,4 milioni di lavoratori, di cui la metà non in regola – è stato tracciato dall’ultimo rapporto curato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro insieme ad Assindatcolf, l’associazione nazionale dei datori di lavoro domestico. Cosa emerge? Prima di tutto è un settore in dirompente espansione, tra il 2000 e il 2022 gli occupati sono aumentati del 30,5 per cento. A trainare l’incremento sono le badanti, che sono passate (limitandosi a quelle in regola) da 372.480 a 429.426. Nel decennio scorso tra chi svolgeva queste professioni (dunque non solo le badanti) il 34,6 per cento aveva più di 50 anni, oggi quella percentuale è salita al 52 per cento. Solo una su 5 ha invece meno di 40 anni. Chi proviene dall’Europa dell’Est un tempo era il 56 per cento, oggi quella quota si è ristretta al 51,5. Sintesi: manca il ricambio, questo spiega perché quando una badante se ne va, magari perché ha deciso di tornare nel Paese di origine, le famiglie vanno nel panico, in quanto è molto difficile trovare una sostituta. Ma in una congiuntura economica sempre più critica, tra inflazione e aumenti delle rate dei mutui a tasso variabile, a spaventare è il peso dei salari delle badanti, il cui servizio è spesso indispensabile per assistere una persona fragile. Spiega la ricerca: «Da inizio 2023 il 50 per cento delle famiglie intervistate afferma che la spesa per i collaboratori è aumentata. L’adeguamento dei minimi retributivi al tasso di inflazione, secondo quanto previsto dal contratto di settore, comporta un incremento rilevante, corrispondente al 9,2 per cento». In sintesi: mediamente una famiglia ha visto la spesa mensile per la colf passare da 546 euro netti a 561, per la baby-sitter da 747 a 859, per le badanti da 1.146 a 1.224. Per questo motivo «il 36,9 per cento delle famiglie che si avvale dei servizi forniti da un collaboratore domestico regolare dichiara che la spesa è diventata difficilmente sostenibile per le famiglie». Nel caso specifico della badanti questa percentuale è addirittura al 66,9 per cento.
EMERSIONE
Una delle conseguenze dell’aumento della spesa è anche il ricorso più frequente al lavoro irregolare: non di rado, ad esempio, la badante ha appena cessato un altro lavoro, e quindi ha diritto alla Naspi (indennità mensile di disoccupazione) per cui se un’altra famiglia la chiama, magari accetta, ma purché tutto avvenga in nero, in modo da non perdere l’assegno che riceve dallo Stato. La soluzione praticabile? Per il 70,9 per cento delle famiglie intervistate «la deducibilità totale delle spese per i collaboratori domestici».