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 2023  settembre 21 Giovedì calendario

SÌ, LA VITA È TUTTO UN QUIZ! – RICORDI E RIVELAZIONI DI LUDOVICO PEREGRINI, IL “SIGNOR NO” DEL “RISCHIATUTTO” E DI DECINE DI ALTRI QUIZ, AUTORE DI OLTRE 100MILA DOMANDE, CHE HA APPENA COMPIUTO 80 ANNI – “PIPPO BAUDO ERA PIÙ VISCERALE, IMPULSIVO, UNO SEMPRE INQUIETO CHE TI CHIAMAVA ALLE DUE DI NOTTE. MIKE BONGIORNO ERA MOLTO PIÙ CONTROLLATO, ANCHE SE ERA UN RITARDATARIO CRONICO. MIKE NON AMAVA DARE CONFIDENZA” – E POI LE VALLETTE (“SABINA CIUFFINI AVEVA GAMBE PAZZESCE”), LE GAFFE CON I CONCORRENTI… -

Nella sua infinita carriera ha preparato più di 100 mila domande, radunate in quaderni a spirale scritti a mano. Ludovico Peregrini, il «Signor No» del «Rischiatutto», e di decine di altri quiz, ha appena compiuto 80 anni.

Peregrini, in che materie non andava bene a scuola? «In quelle scientifiche: matematica, fisica, chimica. Ho fatto il classico: ero bravo in italiano, latino, greco, storia».

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C’è un «no» di cui il Signor No si è pentito? «Il padre di un mio amico, pianista alla Scala voleva insegnarmi pianoforte. Dissi di no e lo rimpiango ancora tantissimo».

In quali materie si sarebbe presentato al «Rischiatutto»? «Avrei scelto vita e opere di Giorgio De Chirico o di Gabriele D’Annunzio. Del Vate ho anche cimeli, lettere, libri con dedica».

Il Signor No a chi non sa dire no? «Mia moglie Monique è bretone, e i bretoni sono rocciosi, austeri. A lei è difficilissimo dire di no».

C’è una domanda a cui non sa dare una risposta? «Mi chiedo, come tutti, quale sia il senso della vita. E se potessi salire sulla macchina del tempo vorrei tornare al giorno della Resurrezione di Gesù per capire cosa sia successo veramente».

Ha cominciato con Pippo Baudo, non con Mike Bongiorno. «Facevo l’ultimo anno di Lettere alla Cattolica e un mio ex compagno di università che lavorava in Rai, Guido Clericetti, mi disse: cerchiamo un giovane tuttofare per un programma musicale che si chiama Settevoci: vuoi venire tu?».

Un successone della tv degli anni Sessanta. «E con Baudo ci prendemmo subito. Lui aveva 29 anni, io 23, passavamo ore a chiacchierare di tutto a zonzo per Milano. Sono stato testimone delle sue prime nozze con Angela Lippi».

Che differenze ci sono tra Baudo e Bongiorno? «Pippo era più viscerale, impulsivo, uno sempre inquieto che ti chiamava alle due di notte. Mike era molto più controllato, anche se era un ritardatario cronico».

Lei non frequentava Mike. «Lui era un notturno e io un diurno, lui era sportivo e io no, lui guardava la tv e io leggevo. Poi lui non amava dare confidenza».

Ma quella gaffe del divano è vera? «A una concorrente con un vestito a fiori disse: bello, pensi che a casa ho un divano uguale. La più bella però è un’altra».

Quale? «In radio un conduttore, parlando della sua passione per le immersioni, gli fa un complimento: lei deve essere un sub eccezionale. E lui: macché, sono solo un sub normale…».

È vero che il Rischiatutto doveva chiamarsi Repentaglio? «Sì, orrendo. Pensi cosa abbiamo rischiato...».

La migliore delle vallette? «Sabina Ciuffini. Nonostante parlasse poco aveva grande personalità e gambe bellissime. La più bizzarra però fu Paola Manfrin, aveva 16 anni e di fare la valletta non gliene fregava niente. Doveva girare una ruota e Mike le chiedeva sempre se avesse le mani pulite. Così una volta sui palmi scrisse “asino chi legge” e glieli mostrò. Rise anche lui».

Cosa c’è da imparare dai quiz oggi? «Che la cultura generale non c’è più. I giovani li ho trovati interessati molto sul presente, un po’ sul futuro e niente sul passato. Ricordo uno che sapeva tutto di Quentin Tarantino ma non aveva idea di chi fosse Fellini. La ricerca di certe radici, di certe basi non c’è più, non c’è la curiosità che avevamo noi».

Quanti concorrenti ha visto? «Migliaia. Ho visto l’Italia cambiare attraverso i quiz. Siamo passati dalle domande su storia antica e mitologia a quelle su tecnologia e scienze. Invece di chiedere chi fosse il vice di Garibaldi interrogavamo sul Dna. Sapere le cose nell’era tecnologica non serve più». [...]