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 2023  settembre 21 Giovedì calendario

Biografia di Grace O’Malley

"Nel covo dei pirati, c’è poco da scherzare chi non si arruola finisce in fondo al mare finanche i più convinti, finanche i più decisi a denti stretti si sono tutti arresi. Tu invece sei la sola che va così sicura sul trampolino di Capitan Uncino Ma proprio adesso, ti vuoi fermare non ti interessa di far vedere se è proprio vero che non ti arrendi mai Tu già lo sai cosa fare, è come nei sogni è come nelle avventure ma il principe azzurro stavolta forse non viene e contro i pirati dovrai lottare davvero”. Così canta Edoardo Bennato nella canzone Nel covo dei pirati, rivolgendosi a Wendy in procinto di marciare su quel trampolino che deve farla finire in pasto ai pesci. Solo l’intervento di Peter Pan, almeno nel cartoon Disney, la salva da morte certa.
ARREMBAGGI
C’è chi lotta contro i pirati e chi diventa uno di loro. Ma la storia della pirateria, fra realtà e leggende, efferatezze e gesti di cavalleria, tesori nascosti e teschi, sciabole e arrembaggi, bandiere al vento e isole caraibiche, è declinata più al maschile che al femminile. I personaggi storici si mescolano a quelli fantastici, fra saghe e narrazioni che appassionano ancora oggi giovanissimi e meno giovani. Certo, gli estimatori del grande Emilio Salgari vanno con il pensiero a figure romantiche come Jolanda di Ventimiglia. “Uomini del mare, all’arrembaggio! La figlia del Corsaro Nero vi guarda!” esclamava l’intrepida nel bel mezzo di una tempesta, fra il fragore dei cannoni e le urla dei marinai, suscitando l’ammirazione dei lettori e delle lettrici come me. Si tratta, tuttavia, di un’icona da romanzo.
Pochi sanno che sono esistite diverse piratesse, fra cui Anne Bonny e Mary Read, la cinese Ching Shih e soprattutto Grace O’Malley. Quest’ultima è considerata nell’Irlanda natia un’eroina nazionale, un simbolo di indipendenza, perché si è battuta contro l’Inghilterra. Il suo nome, in gaelico, è Gráinne Ní Mháille: nota come Granuaille o Gráinne Mhaol, è detta “la regina del mare di Connemara”.
E regina lo è stata davvero: sia dei pirati, sia – fra il 1580 e il 1603 – della terra di Umhaill, oggi contea di Mayo. Grace nasce appunto a Umhaill nel 1530: siamo nell’epoca di re Enrico VIII (e delle sue sei mogli). La fiera Irlanda gode di una certa autonomia, ma le cose muteranno presto. Il padre della futura piratessa è il nobile e potente capo del clan O’Malley, che domina sulla regione. Gli O’Malley sono “una famiglia di mare” e hanno il potere di tassare quelli che pescano sulle loro coste. Le loro navi arrivano fino alla Francia e alla Spagna, molti sono i traffici commerciali. La piccola Grace vuole andare con suo padre ma questi si oppone, con la scusa che i capelli della ragazzina sarebbero rimasti intrecciati alle corde della nave. Lei allora recide le chiome e viene così soprannominata Gráinne Mhaol, cioè “con pochi capelli”. Il genitore si arrende e la conduce con sé.
Nel 1546 Grace sposa Donal an Chogaidh O’Flaherty (erede del clan omonimo), da cui ha tre figli, Owen, Margaret e Murrough. Il marito scompare in combattimento, per cui lei si riprende il castello che le apparteneva e torna nella contea di Mayo. Conduce la vita che più le piace, è dura e vendicativa, un capo clan. Convola a nuove nozze con Richard-un-Iaran Burke, ma dopo un anno divorzia tenendosi il maniero di lui, Rockfleet. Le legge di Brehon assicura parità fra uomo e donna. Da Richard ha un altro figlio, Tibbot, detto “Tibbot delle Navi”, perché nasce su un veliero. Dei pirati algerini assaltano la nave poche ore dopo il suo arrivo: la puerpera Grace si slancia a combattere, stravincendo. I tempi sono difficili, la monarchia Tudor vuole imporre le proprie leggi. La O’Malley continua con la pirateria, il suo castello viene preso d’assalto, lei viene fatta prigioniera e rilasciata.
IL BARONE
Molte sono le storie che circolano. Pare che una volta, viaggiando verso Dublino, Grace volesse andare a trovare il barone di Howth nel suo castello. Non viene fatta entrare, con il pretesto che il padrone di casa e la famiglia sono a cena. Lei fa quindi rapire il figlio del barone: lo lascerà libero solo quando l’incauto le assicurerà che terrà aperti i cancelli del castello per eventuali visitatori, aggiungendo un posto in più a tavola (tradizione ancor oggi rimasta inalterata).
Indomita, ricca e potente, odiata dagli inglesi, Grace solca il mare e non teme tempeste e arrembaggi. A un certo punto, due dei suoi figli vengono catturati per cui lei parte per l’Inghilterra. Vuole incontrare la regina Elisabetta I e chiederle di rilasciarli. Benché si rifiuti di inchinarsi all’altra e si presenti con un coltello nascosto fra le vesti (che le viene tolto), Elisabetta si dimostra comprensiva. Il dialogo fra le due è in latino, dato che una non sa l’inglese e l’altra non conosce il gaelico. Si giunge a un accordo: la O’Malley ha chiesto una serie di concessioni e ha promesso in cambio di lasciar cadere le attività ribelli. In seguito, come fa spesso, la Tudor si rimangia la parola e Grace riprende con la pirateria. Muore infine a Rockfleet nel 1603. Lo stesso anno della sua nemica Elisabetta.