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 2023  settembre 21 Giovedì calendario

Classifica delle Università

ROMA Il primato spetta ancora una volta all’Università di Oxford, che si posiziona prima in Europa, ma l’Italia cresce nella ricerca e conquista posizioni con il Politecnico di Milano nella top 50 (al 47esimo posto). È quanto emerge dalla nuova classifica di Quacquarelli Symonds, QS, per l’Europa: la World University Rankings, Europe. La classifica ha analizzato 688 università in 42 Paesi seguendo parametri utili a mettere a fuoco la capacità dei singoli atenei di sviluppare la ricerca e attrarre gli studenti e il mondo accademico estero. Le valutazioni osservano la reputazione internazionale, la quantità e l’impatto della ricerca prodotta, le risorse dedicate all’insegnamento, l’internazionalizzazione e i risultati occupazionali.
I VERTICI
Ai vertici ci sono ancora una volta le inglesi confermando così il dominio del Regno Unito: l’Università di Oxford è prima, Cambridge terza e Imperial College quarta. A far saltare il podio alle inglesi è l’Eth di Zurigo, il politecnico svizzero, che si posiziona al secondo posto. Il Regno Unito è inoltre il paese con il maggior numero di atenei nella top 10, visto che ne vanta addirittura 7, e nella classifica generale dove ne ha 107, segue la Turchia con 73 atenei e la Germania con 53. La quarta classificata è l’Italia che porta con sé in classifica 51 università, seguita subito dopo dalla Francia con 50. «Sebbene il Regno Unito domini la classifica, soprattutto grazie al rilievo globale di Oxbridge e all’influenza della ricerca prodotta – ha dichiarato Ben Sowter, vicepresidente di QS – l’eccellenza permea l’intera regione europea. I nostri dati evidenziano diversi punti di forza: dall’attrazione di talenti internazionali docenti, ricercatori e studenti alla creazione di potenti alleanze di ricerca e alla qualità dei laureati, apprezzati dai datori di lavoro internazionali». Gli atenei italiani che fanno parte della top 100 sono l’Università la Sapienza di Roma che arriva 65esima, l’Università di Bologna 78esima e l’Università di Padova 98esima. Osservando solo gli atenei italiani, nella classifica dei primi 10 ci sono, dopo Padova, il Politecnico di Torino, l’Università di Milano, l’Università di Pisa, l’Università di Torino, l’Università di Firenze e la Federico II di Napoli. L’Italia si afferma anche come il primo Paese europeo per numero di università nella top 100 della produzione scientifica: ce ne sono 25 e, primo fra tutti, c’è il Politecnico di Bari a cui seguono il Politecnico di Torino e poi il Politecnico di Milano. Il miglior punteggio per la reputazione dell’ateneo spetta, in Italia, alla Sapienza con un punteggio di 96,6 mentre la produzione scientifica e la ricerca continuano a crescere e a dare soddisfazione ad un settore ancora in affanno per risorse e investimenti. L’Italia infatti, per la produzione scientifica, vanta ben 25 atenei nella top 100: si parte dall’Università di Bari in 13esima posizione a cui fanno seguito il Politecnico di Torino 17esimo e il Politecnico di Milano 34esimo. La Sapienza si piazza al 54esimo posto e guadagna un’ottima posizione anche per la «rete internazionale di ricerca» che la vede arrivare 25esima con un punteggio di 95,5, seguono tra le italiane l’Università di Padova, l’Alma Mater di Bologna e la Federico II di Napoli. La Cà Foscari – Università di Venezia è la prima italiana per quanto riguarda il numero di studenti in scambio in uscita e l’Università Cattolica del Sacro Cuore segue al sesto posto, rappresentando il secondo miglior risultato nazionale.
LA REPUTAZIONE
Le italiane dimostrano anche di avere un’ottima reputazione accademica, con un punteggio di 30.7, ben al di sopra della media europea di 23.9, e si distinguono per le citazioni per “pubblicazione scientifica” e le “pubblicazioni scientifiche per ricercatore” evidenziando quindi una ricerca di qualità e un impatto notevole a livello accademico. Nella rete di ricerca Internazionale, con un punteggio di 46.3, l’Italia dimostra di avere anche solide alleanze e collaborazioni a livello internazionale, superando ampiamente la media europea di 32.5. Non sono tutti successi, però, visto che l’università italiana in Europa presenta anche dei punteggi inferiori alla media. Ad esempio nel settore dedicato all’ opinione dei datori di lavoro, le italiane guadagnano un punteggio di 19.7 rispetto alla media europea di 24.9: si rende quindi necessario un collegamento maggiore tra università e mondo del lavoro. Scadente anche il punteggio che riguarda rapporto numerico tra docenti e studenti: le italiane arrivano a 17.9 punti, ben al di sotto della media europea di 42.7, vuol dire che gli studenti seguono le lezioni in aule affollate e hanno una minore possibilità di incontrare e interagire con il professore in cattedra.