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 2023  settembre 21 Giovedì calendario

I sondaggi di Alessandra Ghisleri

Quello che sembra certo e non scontato è che per i migranti in arrivo sulle nostre coste noi rappresentiamo fondamentalmente la terra di mezzo tra la sofferenza e l’immenso disagio da cui scappano e l’opportunità di poter realizzare una vita migliore con la possibilità – e la maggiore probabilità – di esaudire i loro sogni.
Esiste una piena consapevolezza tra i cittadini italiani che non siamo pronti ad accogliere tutti coloro che solcano il Mediterraneo e allo stesso tempo, nel momento in cui dopo mille peripezie si è accolti sul suolo italiano, gli stessi profughi, clandestini, immigrati, o comunque li si desideri definire, comprendono loro stessi che la strada per loro è ancora molto lunga e segnata da molte difficoltà, prima fra tutte quella di superare il confine italiano verso gli altri Paesi europei. Infatti è proprio lì il paradosso che rende così violabili i nostri confini a sud e così rigide le barriere delle dogane verso nord. L’interesse inerente i temi dell’immigrazione e delle politiche migratorie è sotto gli occhi di tutti.
Per il 74. 2% dei cittadini, sollecitati sulla domanda, è molto (31. 6%) e abbastanza (42. 6%) importante. La grande attenzione attraversa tutti gli elettorati dal centro destra con delle punte che sfiorano il 90. 0% per i sostenitori di Lega e Fratelli d’Italia fino ai 5 Stelle (75. 0%).
Dal mese di marzo di quest’anno l’immigrazione è tornata ad occupare i primi posti nel ranking delle priorità monitorate tra l’opinione pubblica nazionale. Siamo tornati ai tempi pre-covid, al 2019, in cui l’argomento oltre alla politica occupa grandi spazi mediatici. Oggi è complicato provare a discuterne in pubblico perché le affermazioni spesso mettono l’identità politica davanti alle proposte e agli accordi possibili. E questo diventa un importante limite perché le persone riconoscono a pieno titolo la necessità di una maggiore organizzazione (45. 4%) per arginare e controllare il fenomeno con una più intensa «durezza» (36. 6%). Le previsioni del rapporto della Banca mondiale indicano che entro il 2050 molti popoli si troveranno a fare i conti non solo con la povertà e le guerre, ma con la scarsità d’acqua, la diminuzione delle produttività delle colture e l’innalzamento del livello del mare e questo in proiezione genererà un movimento di centinaia di milioni di migranti verso paesi più stabili.
È implicita la necessità di organizzare su più fronti una batteria di iniziative volte da una parte a colmare il gap che esiste tra i Paesi più poveri e le nazioni più avanzate e dall’altra ad organizzare un’accoglienza e una fluidità di azione più efficace nella possibilità di smaltire e far rientrare l’allarme. In questo mood il 59. 3% delle persone intervistate boccia l’operato del governo svolto fino ad oggi. Buono il sostegno tra le file di Fratelli d’Italia (64. 8%) e Forza Italia (59. 3%), anche se non plebiscitario, tuttavia spicca una divisione netta nell’elettorato della Lega (40. 0% vs 41. 5%) che desidererebbe un comportamento più rigido sulla questione. A questo punto l’immigrazione non dovrebbe essere gestita solo come una «emergenza» con un importante risvolto politico, ma come una situazione ad impianto stabile, anche per alleggerire il grande flusso su Lampedusa e sulle nostre aree costiere del sud.
Il tema è epocale e quando si sentono parole che richiamano a soluzioni di una politica di integrazione europea a partire dai singoli Stati il risultato è che, nonostante l’area Schengen – una delle conquiste principali del progetto europeo-, si chiudono i confini e si alzano i muri intorno a noi. Il rischio della disattenzione politica sul tema potrebbe portare ad accumulare opinioni in difesa solo ed esclusivamente della propria posizione e le affermazioni le registriamo già nelle dichiarazioni degli intervistati nelle nostre domande con risposte libere: «Vanno aiutati, sì ma a casa loro», «Sono troppi», «Vengono qui e rubano», «Abbassano il costo del lavoro», «La maggior parte di quelli che arrivano sono criminali», «Potrebbero arrivare in maniera legale seguendo le organizzazioni internazionali», etc...Sicuramente politicizzare l’argomento aiuta solo ad alzare la febbre delle tifoserie politiche con un contributo che aiuta il posizionamento dei «no a prescindere» e delle «aperture totali» e questo ci riporta a possibili nuove politiche di confronto per migrazioni non pianificate o definite illegali e al contraddittorio sulla politica verso migranti ritenuti «utili» e non. Ci troviamo così in una situazione «impantanata».
Il principio è quello del consenso o del dissenso esplicito. Non possiamo permetterci un fallimento sapendo che, dalla nascita della seconda Repubblica, l’immigrazione è un argomento di e per le campagne elettorali, visto che sicuramente ha contribuito alla Lega di Salvini a raggiungere il 34.33% alle elezioni europee del 2019 e che oggi aiuta la Lega a superare nei sondaggi la soglia psicologica del 10.0%.
Quello che i cittadini comprendono permette loro di esprimere dei giudizi senza conoscere il reale scarto tra le intenzioni dichiarate in questa campagna elettorale già impostata dalle diverse componenti in gioco e la concreta possibilità di azione. È solo la percezione che sembra funzionare, e ora si può dire che è oltre i livelli di guardia.