Corriere della Sera, 20 settembre 2023
Il tormentato mondo di Gustav Mahler
Dal 22 ottobre a Milano è in scena il festival dedicato al grande compositore: esecuzione integrale delle sue sinfonie con dieci orchestre
Fra le numerose e bellissime pagine dello scrittore viennese Stefan Zweig (1881-1942), ne figurano alcune dedicate alla musica, ai compositori che più amava. Tra i quali svetta il nome di Gustav Mahler (1860-1911). Citiamo alcuni brevi passaggi, tratti dal suo Il ritorno di Gustav Mahler e altri scritti musicali (Passigli), che possono schiudere al lettore e all’ascoltatore le porte dell’universo di questo straordinario autore in un modo diverso: «E quel demone della sua natura interiore era così forte che penetrava come un dardo di fuoco attraverso i sottili strati del suo essere esteriore, perché egli era tutta brace ardente, a malapena trattenibile nella corteccia della sua corporeità. Bastava vederlo una volta per conoscerlo. Tutto in lui era tensione, eccesso, passione travolgente, intorno a lui guizzava qualcosa, come le scintille attorno alla bottiglia di Leida. Il furore era il suo elemento, l’unico adeguato alla sua forza; nel riposo appariva sovreccitato, e se stava fermo, era come in preda a scariche elettriche (…). Correva all’impazzata, come un folle omicida, verso quella meta che egli immaginava esterna, nella sfera dell’inaccessibile, ma che già viveva in lui: la perfezione (…). Non voleva requie, avanti, avanti, avanti, spingeva avanti verso l’unico riposo dell’artista: la perfezione. E con ultimo sforzo, lui consacrato alla morte, è riuscito a raggiungerla nel Canto della Terra».
A Gustav Mahler, al suo meraviglioso e tormentato mondo, è ora dedicato un grande e articolato festival milanese che celebra i trent’anni dell’Orchestra Sinfonica di Milano e i venticinque del suo Coro, nella sede dell’Auditorium Fondazione Cariplo, in largo (non a caso) Gustav Mahler.
Saranno tre settimane intere, dal 22 ottobre al 13 novembre, dedicate al repertorio di Mahler, con l’esecuzione dell’integrale delle sinfonie e dei Lieder per orchestra. Il 13 novembre, lo ricordiamo, è una data emblematica per l’istituzione che organizza il festival. Il 13 novembre 1993, infatti, il maestro Vladimir Delman alzava la bacchetta per dirigere la neonata Grande Orchestra Sinfonica di Milano nel suo primo concerto.
Sono davvero numerosi gli appuntamenti che vanno a comporre il Festival Mahler, in cui concorrono ben dieci istituzioni sinfoniche. Oltre all’Orchestra Sinfonica di Milano, diretta da Andrey Boreyko (Sinfonia nr. 2) e da Claus Peter Flor (Sinfonia nr. 3), la Filarmonica della Scala diretta da Riccardo Chailly (Sinfonia nr. 1), l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, guidata da Manfred Honeck (Des Knaben Wunderhorn), la Spira mirabilis (la Terza di Schumann nell’orchestrazione di Mahler), compagine che notoriamente suona senza direttore. E poi l’Orchestra I Pomeriggi Musicali diretta da James Feddeck (Sinfonie 1 e 2 di Schumann, orchestrate da Mahler), l’Orchestra della Toscana insieme all’Orchestra Giovanile Italiana dirette da Markus Stenz (Kindertotenlieder e Sinfonia nr. 4), l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai con Robert Treviño sul podio (Sinfonia nr. 5), l’Orchestra della Fondazione Arena di Verona sotto la direzione di Marco Angius (Sinfonia nr. 6), l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento sotto la bacchetta di Ottavio Dantone (la Sinfonia nr. 7) e la Filarmonica Arturo Toscanini diretta da Omer Meir Wellber (i Rückert Lieder e l’Adagio della Sinfonia nr. 10).
«Siamo in contatto anche con la Mahler Foundation, che gestisce la figura di Mahler, con Marina Mahler, la nipote. Per la prima volta in Italia le maggiori compagini orchestrali sinfoniche italiane saranno riunite nell’esecuzione di tutto il repertorio del grande compositore boemo», ha detto nel corso della presentazione del programma Ruben Jais, direttore generale e artistico dell’orchestra milanese, che è intervenuto dopo l’introduzione di Ambra Redaelli, presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico Giuseppe Verdi.
Giorgio Battistelli, compositore e direttore artistico dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, ha sottolineato con forza che «Ruben Jais è riuscito laddove neanche un ministro è riuscito... Ha messo insieme delle realtà apparentemente così distanti, forse a volte anche così competitive. Ha creato una struttura relazionale con questa iniziativa. Non lo definirei nemmeno soltanto un festival: è un progetto vero e profondo. Che è totalmente assente nel nostro Paese. Un progetto artistico, politico e umano: ci ricorda quanto è importante la collaborazione, la condivisione. In Italia viviamo, in maniera disperata, sempre una competizione, anche tra orchestre. Tra le istituzioni c’è sempre un rapporto non disteso, di non collaborazione. Jais è andato a colmare un vuoto».
Michele Dall’Ongaro, compositore e presidente dell’Orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia, ha mandato in video il suo intervento in cui ha ricordato come Mahler avesse suonato in diverse occasioni proprio a Santa Cecilia.
Ernesto Schiavi, ora direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, ha fatto un intervento appassionato rievocando il suo passato milanese: «Nel 1971 ero alla Scala e ho avuto l’opportunità di suonare tutto il repertorio mahleriano con Claudio Abbado. Solo a Milano poteva succedere un complesso di cose così importanti su un compositore allora pressoché sconosciuto. Ricordo la Terza che nell’82 inaugurò la Filarmonica della Scala, poi nell’84 Leonard Bernstein diresse la Quarta». L’Orchestra Rai sarà protagonista con la Quinta e Treviño sul podio. «Mi piace pensare che la dirigerà per la prima volta proprio in questo festival», ha concluso Schiavi.
Per chiudere il cerchio, dal 22 ottobre, la Sinfonica di Milano renderà pubblica la prima parte delle registrazioni inedite delle sinfonie di Mahler. Sarà disponibile per la vendita online (sulla piattaforma Idagio) e in Auditorium un cofanetto con le sinfonie nr. 1, 3, 5, 7, 9 dirette da Claus Peter Flor sul podio.