la Repubblica, 18 settembre 2023
Robert Watts, l’uomo che ha rivoluzionato gli studios
NEW YORK – Per anni ha studiato l’antica medicina sciamanica e le piante miracolose («È così che ho imparato a sentirmi tutt’uno con il mondo») poi, a travolgerlo, sono arrivati il grande maestro Jedi, Yoda, l’archeologo antinazista Indiana Jones e il computer HAL 9000. Il produttore britannico Robert Watts ha rivoluzionato gli studios con la leggerezza di una piuma e uno spirito da corsaro. «Il primo a parlarmi di cinema fu mio nonno, uno sceneggiatore degli Ealing Studios che lavorò a La tragedia del capitano Scottnel ’48 con John Mills», racconta al telefono dalla campagna inglese, un flashback dopo l’altro. «La mia carriera ha inizio negli anni Sessanta come direttore di produzione e location manager nel filmDarling. Protagonista: Julie Christie». Ad oltre cinquant’anni da
2001: Odissea nello spazio «stento a credere di aver fatto parte al production team di quel set. Ricordo nitidamente il volto di Stanley Kubrick, occhi brillanti e insoliti. È stato lui, insieme al produttore Gary Kurtz, a darmi una chance come supervisore di produzione nel primo Guerre Stellari, ‘77, l’inizio di una saga che un certo George Lucas – vi dice qualcosa? – si era autoprodotto. Ora George è in pensione».
La parola pensione si addice poco ad un gentiluomo elettrico come Watts: il 21 settembre al Teatro Comunale di Ferrara, in occasione di IMAGinACTION, il produttore che ha dato un colpo di frusta (e spada laser) alla New Hollywood parlerà della sua carriera e del futuro delle majors, tra scioperi e intelligenza artificiale. «È con grande emozione che partecipo al Festival internazionale del videoclip. A chi spalanca gli occhi in segno di smarrimento di fronte allo stop di Hollywood, dico: il cinema ha bisogno di evolversi. Fateci l’abitudine, ho abbastanza anni ( 85,ndr ) per sapere ciò che dico». Di imprese, Watts ne ha messe a segno in abbondanza: «Quando i tuoi maestri si chiamano George Lucas e Steven Spielberg, il destino è segnato», ride. «L’energia de I predatori dell’Arca Perduta (1981) non smette mai di stupirmi. È il film che più mi lega a Steven.
Indiana Jones e il Tempio Maledetto ha un posto speciale nel mio cuore perché, insieme al direttore artistico Elliott Scott, ho potuto girare tutta l’India, dove era ambientato il film, pur di trovare la location perfetta. Solo dopo una visita nello Sri Lanka mi sono trovato davanti lo “studio” a cielo aperto che sognavo. La sfida? Farsi spedire tonnellate di attrezzature su una gola sperduta, tra cui un camion con una cucina e uno per la purificazione dell’acqua. La troupe viene prima di tutto». Ne sa qualcosa Harrison Ford che, su consiglio di Watts, si è visto consegnare una bottiglia di whisky durante la lavorazione deL’Impero colpisce ancora, sotto una tempesta di neve. Ne Il ritorno dello Jedi il produttore-leggenda ha persino interpretato il pilota di un camminatore AT-ST. Nome: Tenente Watts. «Non si tratta di finzione», precisa. «Dopo due anni di servizio militare obbligatorio ho ottenuto il grado di tenente dall’esercito britannico».
In Chi ha incastrato Roger Rabbit «personaggi dei cartoni animati condividevano lo schermo con attori in carne e ossa in totale anarchia», racconta. «I Toons, infatti, hanno un modo di vedere la vita molto simile a quello di noi produttori. Al cinema tutto si colora, tutto è evasione. Il regista Robert Zemeckis ha saputo unire pittori e animatori come un’allegra famiglia, insegnandomi che questo è e sempre sarà un lavoro di gruppo».
A questo punto del suo curriculum, manca solo una serie: «Siamo ancora in tempo, non è così Mauro?». Dall’altra parte della linea interviene Mauro Repetto, ex componente degli 883, attualmente Event executive per la Walt Disney Company. «Io e Robert collaboreremo ad una fanta- serie dal titolo Bad Crossfit,creata da me e Stefano Salvati che ne è regista. Watts e Raffaella Tommasi risulteranno produttori esecutivi. Ci stanno accogliendo tutti a braccia aperte, dalla casa di produzione Bad Robot alla Radar Pictures di Ted Field, nota per Jumanji.
Lucas, invece, preferisce non sentire più parlare di affari». Folgorato dalla sceneggiatura, Watts sostiene di voler continuare a guardare al futuro con stupore.
La formula della serie? Apocalisse pura. «Bad Crossfit vedrà in campo un virus digitale e la collusione tra lobbie economiche e politiche», spiega Repetto. «Fantascienza o meno, prima o poi dobbiamo aspettarci un unico Presidente al mondo. Immaginatevi Tutankhamon o Giulio Cesare replicati ad oltranza ed eletti dal web. I potenti della Terra, un giorno, potrebbero essere clonati in laboratorio grazie al ritrovamento del loro Dna. Proprio come i dinosauri di Spielberg!». Vedere la serie targata Repetto-Watts per credere.