la Repubblica, 18 settembre 2023
Biografia di Javier Milei
Il 22 ottobre è il compleanno di Javier Milei. In quel giorno in Argentina si celebra il primo turno di un’elezione storica che lo vede protagonista. Il “22” è il numero del “loco”, il pazzo. “Loco” è l’aggettivo che perseguita questo candidato di 52 anni che ha ribaltato la scena politica del paese sudamericano. “Loco” è l’insulto, spietato, senza amore, che suo padre gli urlava da bambino quando lo picchiava. Il 22 di ottobre, se si crede nella cabala non c’è alternativa a che si compia la rivincita di Javier Milei, l’anarco-capitalista dagli occhi di ghiaccio. E se la profezia è perfetta, il 10 dicembre sarà presidente.
Javier Milei è il leader del partito politico di ultra-destra La Libertad avanza e lo scorso 17 di Agosto ha superato ogni pronostico e si è imposto alle primarie. Lo ha fatto con un discorso di antipolitica, che promette di mettere fine alla “casta” e ridurre l’inflazione che ad agosto ha toccato il 124% con tagli alla spesa pubblica. Vuole privatizzare Istruzione e Sanità e dollarizzare l’economia. Promette di ridurre il corposo apparato ministeriale a otto portafogli. Lo ha fatto armato, letteralmente, di una motosega. Urlando «bruciamo la banca centrale!». Sbattendo i pugni sul tavolo. Attaccando tutti, dal Papa in giù.
A un mese esatto dalle elezioni è il candidato che toglie il sonno all’establishment. Secondo gli ultimi sondaggi La Libertad Avanza si colloca al 36%. Sergio Massa, candidato del peronismo attualmente al governo, è dato al 30%. Patricia Bullrich, del centro destra, al 24%. Con questi risultati, il Paese andrebbe al ballottaggio. Ma nessuno esclude la sorpresa.
Ha l’acconciatura di Mick Jagger i modi di Beppe Grillo e le idee di Donald Trump. È l’alt-right incarnata in America Latina, che senza proporre nulla di nuovo ha fatto irruzione sulla scena come la novità assoluta.
Contrario all’aborto, in un paese che ha vissuto una storica battaglia per legalizzarlo, è invece favorevole alla liberalizzazione del mercato degli organi.
Milei è nato nel 1970 nel quartiere borghese di Palermoa Buenos Aires. Suo padre, Norberto Milei èun imprenditore nel settore dei trasporti. Sua madre, Alicia Lichic è casalinga. Con entrambi, da anni, ha tagliato tutti i rapporti: «No existen», dice. Ha compensato il vuoto stringendo una forte relazione con Karina, la sorella diventata una dei suoi consiglieri nell’avventura elettorale. Se viene eletto, assicura, «sarà lei lafirst lady». Ha studiato Economia, la materia che lo ha reso poi famoso come autore di testi e in seguito come opinionista televisivo che aggredisce e insulta gli interlocutori.
«Io non ho dubbi sul fatto che vinca. Anzi sono convinto che vincerà al primo turno, il 22 di ottobre che è casualmente il suo compleanno. Il 22 che è il numero del “loco”, la parola che lo perseguita da tutta la sua vita. Il nomignolo con cui lo isolano alla scuola elementare. L’insulto di suo padrequando prova a giustificare le botte. Il soprannome che gli danno alla squadra del Chacarita in seconda divisione dove giocava come portiere», spiega a RepubblicaJuan Luis González, autore di “El Loco – biografia non autorizzata di Javier Milei”.
C’è un mito da sfatare riguardo a Milei ed è il fatto che sia “un outsider”. Pur non essendo mai stato candidato prima del 2020, è statosempre molto vicino alla politica: nel 2015 fu consigliere economico dello stesso Massa poi diventato Ministro dell’Economia. Nel 2012 di Daniel Scioli, governatore di Buenos Aires. Prima ancora, «negli anni 90 ha lavorato con il genocida Antonio Domingo Bussi, ex generale della dittatura, condannato per crimini contro l’umanità». Tra le sue frequentazioni inoltre figurano storici e intellettualidi aperte simpatie naziste.
«La domanda da porsi è piuttosto perché ha accettato solo ora di candidarsi visto che gli è stato chiesto innumerevoli volte», prosegueGonzález. La risposta conduce a un lato oscuro del personaggio.
Nel discorso di vittoria alle primarie, Milei ha concluso ringraziando «la parte della mia famiglia che mi da tanta soddisfazione. I miei figlioli a quattro zampe: Conan, Milton, Murray, Robert e Lucas». Quando pronuncia queste parole Milei si riferisce ai suoi cani. Il mastino inglese Conan, il cui nome si ispira a “Conan il barbaro” e i suoi figli, i cui nomi sono quelli degli economisti che agitano il suo pensiero: Murray Rothbard, Milton Friedman e Robert Lucas.
Il problema è che Conan è morto nel 2017. Ed è questo l’evento che ha portato Milei in politica. «Per moltissimi anni ha passato Natale brindando champagne da solo con Conan. Dopo la morte del cane ha vissuto una profonda crisi che lo ha portato a parlare con una medium per mettersi in contatto con lui». È l’inizio di un percorso mistico che si approfondisce nel tempo e lo porta a comunicare con personalità morte e in ultima istanza con Dio che finirà per assegnargli una missione: guidare l’Argentina. I “cuccioli” di Conan sono in realtà dei cloni del defunto padre, ottenuti negli Stati Uniti. «Devo ammettere che la relazione con i cani è veramente un po’ strana. E si è vero, comunica con loro attraverso una medium», racconta a Repubblica Romina Seferian, una designer di moda, imprenditrice e personalità della televisione che ha avuto una relazione con il candidato. Seferian si premura di sottolinearne le qualità: «È un uomo che ha una tavola da scacchi in testa. La sua intelligenza è superiore. E nell’intimità è un uomo di altri tempi, premuroso, gentile, fa regali». Regala a Romina biancheria intima e un manuale di sesso tantrico, «una pratica che lui stesso segue». Però è anche un uomo che «perde il controllo» e la fine della loro storia – breve come la maggior parte delle relazioni del candidato che si conoscono – è repentina e burrascosa. «Non vuole figli. So che la sua compagna attuale, Fatima Florez, li vuole. Temo che avrà una delusione. So anche che Fatima non va d’accordo con la sorella. E certo è strano che lui voglia Karina come first lady», conclude.
Il lunedì dopo il successo elettorale il Fondo Monetario Internazionale ha contattato Karina Milei per un incontro. Prima di questa folle corsa elettorale, la sorella era principalmente conosciuta per la sua abilità nei tarocchi. Ma l’Fmi, la condanna dell’Argentina, non sarà il problema di Milei: «Il piano di tagli previsto dal mio programma è più consistente di ciò che chiedono loro». Quanto a Karina, lei potrebbe esserlo: il suo ruolo è già oggetto di uno scontro interno al partito.
C’è un percorso chiaro che unisce un’infanzia terribile, la solitudine estrema e il successo elettorale sorprendente di Javier Milei. Lo stesso percorso proietta una figura presidenziale inquietante potenzialmente in grado di aprire le porte a una nuova epoca oscura.