la Repubblica, 18 settembre 2023
Il ritorno dei Clinton
La famiglia Clinton torna ad irrompere sulla scena politica, e lo fa con la massima visibilità possibile: un dialogo con Papa Francesco sulle emergenze del nostro tempo, che Bill condurrà stamattin aall’inizio del vertice annuale della sua Global Initiative, vigilia di una delicata Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sul piano internazionale, l’obiettivo dichiarato è aiutare la soluzione di problemi come clima, migrazioni, Ucraina: su quello domestico, l’ex presidente e sua moglie sostengono la rielezione di Biden. Quando però la famiglia Clinton si muove con tutta la potenza della propria macchina politica, le speculazioni diventano inevitabili, anche perché amici e nemici di Hillary non hanno mai smesso di pensare a come sarebbe ora il mondo se lei fosse tornata alla Casa Bianca.
La Clinton Global Initiative era uno strumento filantropico inventato da Bill alla fine della sua presidenza, per restare rilevante e aiutare le ambizioni politiche della moglie, eletta nel frattempo senatrice. Quando però Hillary si era candidata alla Casa Bianca, nel 2016, la CGI aveva interrotto le attività e il vertice annuale tenuto in corrispondenza con l’Assemblea generale dell’Onu, per non creare conflitti d’interesse. Dopo la sconfitta era rimasta ferma seianni, ma l’anno scorso ha ripreso le operazioni, con un dialogo tra Bill Zelensky. Oggi riparte ancora più forte, grazie a quella che la CGI presenta come «una conversazione speciale tra il presidente Clinton e Sua Santità Papa Francesco», riguardo «le sfide globali del nostro tempo, come i cambiamenti climatici, la crisi dei rifugiati, il benessere dei bambini, e la missione dell’ospedale Bambino Gesù». L’idea era nata il 5 luglio, quando Bill era stato ricevuto da Francesco a Santa Marta, con una delegazione di cui faceva parte anche il figlio ed erede di George Soros, Alex. Si parte dall’umanitario, ossia il sostegno del Bambino Gesù, ma visti i due protagonisti tutto è sul tavolo. Mobilitare risorse per l’Ucraina è tra gli obiettivi del summit, ma anche esplorare le possibili vie d’uscita. Ad esempio il cardinale Zuppi è appena tornato da Pechino con sensazioni incoraggianti per il negoziato, mentre proprio sabato e domenica il consigliere per la sicurezza nazionale Sullivan, già braccio destro di Hillary al dipartimento di Stato, ha incontrato a Malta il ministro degli Esteri cinese Wang Yi per preparare un incontro tra Biden e Xi. Zelensky interverrà per la prima volta di persona all’Assemblea Onu, e giovedì sarà alla Casa Bianca, dove magari Joe non gli concederà i missili a lunga gittata Atacms, ma discuterà nuove forniture militari per la controffensiva e ipotesi negoziali.
I Clinton tornano sulla scena inun momento così delicato, anche per sostenere la rielezione di Biden. A febbraio Joe aveva invitato Bill alla Casa Bianca per celebrare il trentesimo anniversario del Family and Medical Leave Act,mentre martedì scorso la first lady Jill ha ospitato Hillary per un evento culturale. La segretaria al Tesoro Yellen verrà alla CGI proprio per una conversazione con l’ex segretaria di Stato, sugellando l’alleanza. Però quando si muovono i Clinton sono inevitabili le speculazioni su quali siano i loro interessi, perché sullo sfondo non mancano i pettegolezzi su Hillary che potrebbe subentrare a Joe, se la salute lo costringesse a rinunciare alla ricandidatura, nonostante l’odio dei repubblicani nei suoi confronti li spingerebbe a votare almeno quanto quello verso Trump motiva i democratici. Speculazioni alimentate dal fatto che alla CGI sono attesi pure i governatori di California, Michigan e Illinois, Newsom, Whitmer e Pritzker, ossia i giovani leoni del partito che potrebbero ambire alla Casa Bianca. Molto più di una riunione filantropica familiare.