Corriere della Sera, 18 settembre 2023
Borrell contro il memorandum
Bruxelles Mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen è a Lampedusa, montano le polemiche in Italia per la lettera inviata dallo spagnolo Josep Borrell, vicepresidente e Alto rappresentante per gli Affari esteri, al commissario all’Allargamento Olivér Várhelyi, ungherese, sul Memorandum d’intesa con la Tunisia.
La missiva, anticipata ieri da Il Giornale e visionata dal Corriere, risale al 7 settembre e si concentra sugli aspetti formali dell’accordo siglato a metà luglio con il presidente tunisino Kaïs Saïed da von der Leyen e i premier di Italia e Olanda, Giorgia Meloni e Mark Rutte. Non entra dunque nel contenuto del memorandum, che la presidente della Commissione vorrebbe prendere come modello per altre intese. Lo spagnolo Borrell, socialista, contesta il modo in cui si è arrivati all’intesa oltre al fatto di essere stato escluso dai negoziati. Ma Borrell non ha alcuna competenza nell’attuazione degli impegni finanziari derivanti dal memorandum, spiegano fonti di Bruxelles, ricordando che il Servizio esterno (gli Esteri Ue) «non ha alcun controllo né influenza sull’erogazione dei pagamenti alla Tunisia né strumenti per bloccarla». «L’attuazione del memorandum non è stata messa in discussione una volta firmato – spiegano dal gabinetto di Borrell —. La lettera intendeva mettere agli atti le preoccupazioni espresse da alcuni Stati al Consiglio Affari Esteri del 20 luglio e sottolineare la necessità per l’Ue nei futuri negoziati di altri memorandum di presentare un fronte interistituzionale comune. L’Alto rappresentante ha espresso la disponibilità a contribuire all’attuazione». La decisione del leader tunisino di non consentire l’ingresso nel Paese di una delegazione del Parlamento Ue ha aumentato le perplessità spingendo il gruppo dei Socialisti a chiedere la revoca dell’accordo.
Nella lettera a Várhelyi, Borrell scrive che «il Consiglio ha osservato che non sono state seguite le fasi corrette della procedura di adozione e che, pertanto, il memorandum d’intesa con la Tunisia non può essere considerato un modello valido per accordi futuri». Borrell fa presente che i Paesi Ue vogliono avere voce «dal momento che molti dei punti restano soggetti all’accordo degli Stati membri». Cita poi l’episodio del 2013, quando il Consiglio ha presentato un ricorso contro la Commissione alla Corte di giustizia, contestando la firma di un’intesa con la Svizzera a nome dell’Ue senza chiedere la previa approvazione del Consiglio. Dalla lettera traspare anche che Borrell non ha apprezzato di «non essere stato associato alla negoziazione» e lamenta che «la partecipazione a negoziati e firma di un numero limitato di capi di governo dell’Ue non compensa l’equilibrio istituzionale tra Consiglio e Commissione».