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 2023  settembre 17 Domenica calendario

Intervista a Paola Ferrari


«Quando posso sdrammatizzo», dice Paola Ferrari, «ma il calcio, lo sappiamo bene, è un gioco serissimo». Torna da oggi su Rai 2 (alle 18.15) conNovantesimo minuto,programma storico che ha condotto per nove edizioni. «Ricominciamo quasi da zero, format rinnovato. È un ritorno dopo aver fatto con Adriano Panatta Domenica Dribbling, la nostra coppia aveva funzionato molto bene» racconta la giornalista «Adriano è ironico, era un complice ideale. Ci hanno separato ma spero in futuro di ritrovarlo. Quest’anno, sono un po’ gelosa, è allaDomenica sportiva con Simona Rolandi. Ma io ho Paolo Paganini e Marco Tardelli, quindi non mi posso lamentare».
“Novantesimo minuto” è un marchio Rai storico.
«La Rai deve rafforzare i marchi e le trasmissioni che rappresentano la storia dell’azienda, è giusto guardare avanti ma senza dimenticare il passato. È vero che tutto cambia, che ci sono le piattaforme, ma per un certo pubblico ci sono titoli che hanno un valore di famiglia. Per me è un piacere raccontare il calcio a chi non ha abbonamenti, l’impegno è anche dare spazio e dignità alle squadre meno blasonate ma che sono importanti per i tifosi».
Potendo, come trasformerebbe il programma?
«Da anni penso che sarebbe bellissimo portare Novantesimo minuto nelle piazze, da quelle più complicate, nelle realtà difficili, alle più piccole, per rinsaldare il legame con il territorio; insomma, fare un giro d’Italia del calcio. L’azienda lo sa, e lo sa il direttore di Rai Sport Jacopo Volpi. Chiaramente è un’operazione costosa, ma per me funzionerebbe.
Magari un giorno ci riusciremo.
Intanto sono orgogliosa che ci siano due donne nei programmi sportivi più importanti: Simona e io».
Ha fatto da apripista ed è stata anche attaccata sui social, come ci si difende?
«Sono fiera di aver aperto la strada alle donne che si occupano di calcio in tv, le giornaliste giovani me lo riconoscono, fa piacere. Poi, sì, ci sono stati gli hater, quando la visibilità è aumentata. Sono stata la prima a denunciare Twitter 15 anni fa. Peccato che gli hater usino i social, che possono essere un mezzo fantastico, per offendere e fare del male. Certe cose ti feriscono. O abbandoni o accetti le critiche, l’importante è che non ti facciano male. E impari a rispondere. Arrivano anche complimenti e ci sono tante persone gentili».
Che pensa dell’addio di Roberto Mancini alla Nazionale?
«Penso che il suo rapporto con la Nazionale sia finito quando è morto Gianluca Vialli, la scelta è stata anche dettata dal grandissimo dolore di voltarsi in panchina e non vederlo.
Poi è vero tutto il resto: leincomprensioni col presidente Gravina, l’offerta economica dell’Arabia Saudita. Non vado a giudicare ma certo il legame che c’era con Gianluca ha segnato la sua vita, la malattia, gli Europei insieme. Per il nostro ex ct era davvero cambiato il mondo».
Il dolore non si discute, ma quella
montagna di soldi ha avuto un peso.
«Non voglio fare la moralista. Non so chi avrebbe detto di no a 20 milioni di euro l’anno».
Come vede l’arrivo di Luciano Spalletti?
«Ha un carattere difficile, non è l’allenatore che mi sta più simpatico al mondo, ho sempre fatto fatica arelazionarmi con lui. È umorale, scontroso, ma mi è piaciuto molto l’approccio che ha dato alla squadra, sono convinta che farà benissimo perché è estremamente motivato. Dà tutto, anche troppo, di sé stesso: e questo lo fa essere così conflittuale».
Calcio a parte, cosa le piacerebbe fare?
«Sogno un programma come
Atlantide,avevo un’immensa ammirazione per Andrea Purgatori. Da tempo averi voluto realizzare un documentario con lui ma non aveva tempo. La replica della sua puntata su Ustica dopo le parole di Giuliano Amato, mi ha commosso».