Corriere della Sera, 17 settembre 2023
L’aereo precipitato
Sono le 16.20 quando la pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori decolla dall’aeroporto Sandro Pertini di Torino-Caselle. Il cielo è carico di nuvole e pioggia, ma la visibilità è buona. I dieci aerei sono appena decollati in direzione di Vercelli dove è in programma la prima esibizione acrobatica dopo 44 anni di assenza. Passano solo pochi secondi e uno stormo di uccelli attraversa la traiettoria dello schieramento. Il maggiore Oscar Del Dò, Pony 4 è il mediano di sinistra e vola nel primo blocco, ma improvvisamente l’MB-399 si stacca dalla formazione e comincia a perdere quota. Del Dò è un pilota esperto, si rende conto di aver perso il controllo e compie una manovra d’emergenza per evitare l’impatto con le case vicino alla pista.
Poco prima dello schianto aziona il dispositivo di «eiezione» dalla cabina e viene salvato dal paracadute di emergenza. Il caccia impatta con il terreno sull’ultima lingua di asfalto della pista e si trasforma in una «palla di fuoco» che travolge la recinzione e invade la carreggiata della provinciale per Leinì. La coda del velivolo urta la fiancata laterale di una Ford Fiesta grigia che viene investita da un getto di carburante e prende fuoco, mentre il caccia dell’aeronautica militare termina la sua corsa in un campo di granoturco.
A bordo dell’auto c’è una famiglia di San Francesco al Campo. Le ricostruzioni divergono: secondo un testimone, si sarebbe fermata dopo il «curvone» di via Leinì per ammirare lo spettacolo delle Frecce. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, invece, la Fiesta è ancora in marcia. Paolo Origliasso, 49 anni e la moglie Veronica Vernetto, 41, e il figlio 12ennne riescono a salvarsi. Laura, la figlia minore della coppia, appena 5 anni, rimane intrappolata tra le lamiere. Sempre secondo il testimone i genitori e il figlio maggiore erano già scesi dall’abitacolo per godersi lo spettacolo, mentre la piccola dormiva sul sedile posteriore. Altri testimoni hanno raccontato che sarebbe stato papà Paolo a portare in salvo moglie e figlio, ma non sarebbe riuscito a raggiungere la bambina, morta carbonizzata nel rogo dell’auto.
La madre e il padre sono stati trasportati all’ospedale Cto e al San Giovanni Bosco, ma le loro condizioni non sono preoccupanti anche se hanno ustioni su mani e braccia. Andrea è stato invece ricoverato all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino con ustioni di secondo grado sul 15% del corpo. È in rianimazione, in prognosi riservata, ma fortunatamente non è in pericolo di vita.
«Ho sentito un boato, ha vibrato tutta la casa» racconta Mauro Lo Duca. È stato lui il primo testimone a raggiungere l’auto in fiamme. «I genitori erano in strada con il figlio. Erano disperati perché non erano riusciti a tirare fuori la bimba. La madre si è buttata a terra e urlava, il ragazzo era bruciato e si dimenava chiedendo aiuto per il dolore. A pochi metri c’era il pilota, accovacciato con la testa tra le gambe. Non ha mai alzato lo sguardo, ha capito cos’era successo, era disperato».
Le indagini sono condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Torino, sotto la direzione della Procura di Ivrea. L’aeroporto di Torino-Caselle rimarrà chiuso fino a mezzanotte di oggi. «Viviamo un dramma enorme – commenta il sindaco Diego Coriasco —, che coinvolge tutta la comunità». A San Francesco al Campo sono arrivati anche il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e il sindaco di Torino Stefano Lorusso: «È una tragedia sconcertante».