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 2023  settembre 16 Sabato calendario

Periti da 2 euro l’ora

Il popolo del reddito di cittadinanza che scende in piazza minacciando di «mettere tutto a fuoco» è il ritratto dell’Italia dei sussidi che fa a cazzotti, però, con quell’Italia che lavora e di cui non si parla mai, o quasi. «Vengo pagato 2 euro 50 l’ora dopo una vita che faccio questo mestiere». A dirlo a Il Giornale non è un bracciante o un rider senza contratto, ma un ingegnere. E non è il solo: tutte le categorie italiane che lavorano per i Tribunali sono infatti sottoposti a una paga, possiamo dire, misera. Il compenso dei liberi professionisti che prestano servizio alla giustizia – come geometri, commercialisti, ingegneri, ma anche psicologi e psichiatri – sono soggetti infatti alla legge 319 del 1980. Una legge, peraltro ancora scritta con gli importi in lire e mai modificata, che recita: «gli onorari sono commisurati al tempo impiegato e vengono determinati in base alle vacazioni. La vacazione è di due ore. L’onorario per la prima vacazione è di L. 10.000 e per ciascuna delle successive è di L. 5.000». Questo significa, come ci spiega un geometra, che «la paga per le prestazioni è valutata in base al tempo impiegato per rispondere all’incarico assegnato dal Giudice. Ogni vacazione corrisponde a due ore di lavoro e viene pagata 8,15 euro. Un’ora di lavoro è pari quindi a poco più di 4 euro lordi». Una legge, ci dicono gli esponenti delle categorie, che prevedeva l’aggiornamento dell’importo ogni tre anni secondo l’indice Istat. «Sinceramente non riesco a trovare altre categorie così poco pagate», commenta un altro tecnico del Tribunale. «Lavoro da 30 anni con fatica e sacrificio, amo il mio lavoro ma è una beffa ritrovarsi nemmeno 3 euro in tasca in un’ora.
«Nemmeno i braccianti nei campi sono sfruttati come noi» aggiunge uno psichiatra. Al centro dibattito da anni ormai il salario minimo, cavallo di battaglia di quella sinistra che batte il cinque all’assistenzialismo e che, sembrerebbe, non avere occhi per chi lavora senza fare troppo rumore. «Della sinistra penso solo il peggio- spiega un altro rappresentante delle categorie a Il Giornale – basti pensare alla completa abolizione delle tariffe personali con il Governo Monti 1 con cui, oltre a fare un piacere alle grandi società di servizi e stime immobiliari, ha comportato uno svilimento della qualità delle prestazioni professionali con il principio del faccio poco perchè mi pagano poco». «I governi di sinistra – prosegue un altro geometra – evidentemente non si sono resi conti che i professionisti sono i primi garanti dei diritti dei cittadini e penalizzando il loro lavoro deteriorano la funzione di garanzia».
Tanto si parla di sfruttamento ma perché nessuno parla di queste categorie? «Non è dignitoso un compenso del genere. Il problema è che pochi conoscono la nostra condizione e questo perché, a differenza dei percettori di reddito per esempio, noi non abbiamo il tempo per scendere in piazza. Siamo quotidianamente e pienamente impegnati a testa bassa a pedalare». E poi ci sono i giovani, quei giovani che per entrare nei vari albi hanno impegnato anni e risorse economiche: «Vedo miei coetanei con il reddito che hanno entrate più alte delle mie» ci dice un 30enne. «Tutti pensano ai diritti ma dovremmo pensare ai dovere: il nostro dovere è lavorare per la giustizia. Un lavoro che ci porta poco più di due euro l’ora però, ed è umiliante. Viene da chiedersi – conclude un altro professionista – siamo servitori o servi dello Stato?».