Avvenire, 17 settembre 2023
Sciopero auto negli Usa: rischia il posto chi non protesta
Il principale sindacato dei lavoratori del settore automobilistico negli Stati Uniti, United Auto Workers (Uaw) è tornato al tavolo dei negoziati con le tre big General Motors, Ford Motor e Stellantis, casa madre di Chrysler. Lo ha annunciato il presidente della Uaw, Shawn Fain, minacciando tuttavia di essere pronto ad ampliare lo sciopero, per ora limitato a tre impianti strategici. Anche la Casa Bianca è intervenuta sulle trattative, con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha chiesto alle aziende automobilistiche di «andare oltre per garantire che profitti aziendali record significhino contratti record».
Questo sciopero simultaneo sta già iniziando ad avere effetti a catena su altre fabbriche e stanno aumentando i rischi per entrambe le parti se un accordo non viene raggiunto rapidamente. Da venerdì è stata fermata la produzione in tre stabilimenti che producono Ford Bronco, Jeep Wrangler e Chevrolet Colorado, insieme ad altri modelli popolari; mentre chi sta lavorando altrove lo sta facendo senza contratto. Sono in sciopero in 13mila lavoratori e il sindacato Uaw, che rappresenta 146mila lavoratori automobilistici statunitensi, ha chiesto aumenti salariali del 40% fino a settembre 2027 e miglioramenti nelle condizioni lavorative per i lavoratori, considerati di “secondo livello”, che hanno una paga base di 15,78 dollari all’ora equivalente a chi lavora nei fast food. Nessuna delle tre case automobilistiche ha proposto di eliminare questi sistemi salariali a scaglioni, ma è stato offerto di ridurre il tempo necessario per raggiungere la retribuzione massima da otto anni a quattro. Da quando è iniziato lo sciopero si è assistito anche a un grande effetto a catena: «Il nostro sistema di produzione è interconnesso – ha fatto sapere Ford in una nota -, il che significa che la strategia di sciopero mirato della Uaw avrà effetti a catena anche sulle strutture che non sono direttamente colpite da un’interruzione del lavoro». Ford ha fatto sapere che 600 lavoratori dello stabilimento di assemblaggio in Michigan, che non stavano scioperando, sono stati temporaneamente sospesi dal lavoro: non riceveranno stipendio fino a che i livelli di produzione non cresceranno. Secondo la legge del Michigan, le persone che partecipano a uno sciopero non hanno diritto all’indennità di disoccupazione. Tuttavia, chi è stato colpito indirettamente dallo sciopero potrebbero averne diritto, ha affermato Nick Assendelft, portavoce della Michigan Unemployment Insurance Agency. A 2.000 lavoratori di uno stabilimento automobilistico di General Motors, in Kansas, è stato riferito che la loro fabbrica probabilmente sarà chiusa la prossima settimana per mancanza di pezzi, anche in questo caso a causa dello sciopero. La situazione è in stallo e resta, comunque, complessa: lo stesso Uaw ha un fondo di sciopero di 825 milioni di dollari, con cui potrà sostenere i lavoratori congedati temporaneamente, ma le regole sui sussidi di disoccupazione variano da Stato a Stato negli Usa e possono dipendere anche dalle circostanze specifiche di sciopero che hanno portato alla disoccupazione di un individuo bisognerà vedere. Ad esempio «nel Missouri i lavoratori in sciopero non hanno diritto agli aiuti alla disoccupazione» ha detto Maura Browning, portavoce della UAW, Dipartimento del lavoro del Missouri. «Tuttavia, i dipendenti che lavorano per aziende che forniscono parti/ componenti da utilizzare nello stabilimento GM quasi sicuramente avrebbero diritto», a condizione che siano assicurati