La Lettura, 17 settembre 2023
I nomi degli aeroporti
In un futuro prossimo uno storico potrebbe tracciare una storia dell’identità europea a partire dagli eponimi dei suoi aeroporti. Nominare le cose, dopotutto, significa portare all’esistenza e per una città, per una nazione, la scelta di un nome così importante come quello di un aeroporto – nell’epoca in cui un turismo scomposto annacqua il sogno della facilità delle interconnessioni europee – riflette spesso intenzioni identitarie e pubblicitarie insieme. Decollare dal «Leonardo da Vinci» e atterrare all’«Albrecht Dürer», fare scalo al «Charles de Gaulle» o aspettare qualcuno alle porte scorrevoli dell’«Atatürk», pianificare un viaggio partendo dal «Nikola Tesla»: viaggiare tra gli aeroporti che costellano l’Europa significa anche attraversare simbolicamente la storia del continente attraverso i personaggi che l’hanno reso ciò che è. Anche se il personaggio a cui si riferiscono è spesso ormai dimenticato, sono nomi che diventano subito familiari, riescono a evocare nostalgie e strade non colte o – per i frequent flyer che possono vantarsi di conoscerli palmo a palmo – inaspettate risonanze domestiche.
Il nome di un aeroporto ha il potere di introdurre la totalità del Paese che annuncia, ed è per questo che, in autentiche operazioni di branding, ad alcuni sono stati dati nomi di personaggi più che contemporanei, che potessero fare la loro parte: a Madeira s’atterra al «Cristiano Ronaldo» e Belfast ha il suo «George Best», gli unici due sportivi (il primo ancora vivente, peraltro) insieme a Diagora, pugile greco dell’antichità e nume tutelare dell’aeroporto di Rodi. Da un sondaggio del 2015 venne fuori che gli abitanti di Bristol avrebbero volentieri dedicato il loro aeroporto a Banksy, il celebre street artist, forse dopo che nel 2001 Liverpool ebbe il suo «John Lennon», eroe cittadino.
Tra le intitolazioni il maggior numero spetta comunque ai politici e ai profili istituzionali, statisti e capi di Stato, seguiti dagli artisti e dagli scienziati. Ultimi i religiosi e soltanto due le donne: Madre Teresa a Tirana, e Sabiha Gökçen, aviatrice turca, al quale è stato dedicato l’aeroporto internazionale di Istanbul. Forse, per un viaggio che racconti la storia dell’Europa che verrà, si potrebbe anche ripartire da qui.