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 2023  settembre 12 Martedì calendario

Barbara D’Urso è solo il nome d’arte di Myrta Merlino e di Bianca Berlinguer

Ma che cos’è questo trash? Barbara D’Urso sarebbe stata allontanata da Mediaset perché il suo programma era trash. E «Uomini e donne» non è forse trash? C’è un trash buono e uno cattivo? I talk show politici sono trash perché i partecipanti si azzuffano e baccagliano? Non si potrebbe, in questo caso, parlare solo di maleducazione?
Se tutto è trash, niente è trash. Ormai trash è un «termine ombrello» che copre una vasta area semantica e racchiude molteplici significati. I dizionari, per spiegare la parola, usano alcuni sinonimi: volgarità, cattivo gusto, infimo livello culturale. È una tv che non ha più regole né etiche né estetiche, è una tv senza ritegno e senza vergogna, volutamente approssimativa. L’immagine più pertinente di questa idea di tv-spazzatura è stata la sigla dell’«Istruttoria» (1992) di Giuliano Ferrara; il conduttore, vistosamente truccato, traeva da un bidone dell’immondizia i resti del suo banchetto televisivo dove tutto doveva essere eccessivo, eccitato, eccentrico. Ma Ferrara non faceva trash, tutt’altro. Irrideva i bigotti della tv di qualità ma offriva contenuti di spessore (salvo la lite tra Vittorio Sgarbi e Roberto D’Agostino).
Tommaso Labranca, autore di testi sull’argomento (Andy Warhol era un coatto; Estasi del pecoreccio), considerava invece il trash come una categoria estetica, al pari di barocco, impressionismo, verismo. Trash è solo il termine tecnico che definisce il fallimento di una prova nell’emulare un modello «alto»: «Da questo punto di vista nessuno di coloro che fanno televisione può dirsi immune dal trash». Sarebbe il caso di specificarlo ogni volta, anche se i media non hanno un buon rapporto con la filologia, altrimenti si occuperebbero meno di Barbara D’Urso e più di Pierluigi Diaco, campione assoluto italiano di emulazioni fallite, da Sandro Curzi a Maurizio Costanzo passando per Paolo Limiti.
Se con trash identifichiamo la parte oscura, innominabile, inguardabile della tv (dal cattivo gusto alla demenzialità, alla violenza), allora molti palinsesti della tv italiana si nutrono sostanzialmente di trash. Barbara D’Urso è solo il nome d’arte di Myrta Merlino e di Bianca Berlinguer.