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 2023  settembre 12 Martedì calendario

Gli italiani lasciano l’eredità in beneficenza

«L’idea che il mio patrimonio, una volta che non ci sarò più, sia speso per garantire la scuola e una casa ai bambini poveri in Africa aiutandoli a costruire un futuro e a curare le persone con problemi alla vista nei Paesi in via di sviluppo mi fa sentire parte dell’umanità anche dopo la morte, come se la vita non finisse e in continuità con i valori in cui ho sempre creduto, quello del diritto all’istruzione e del diritto alla salute». Giovanna Zaninelli, ex insegnante di inglese 76enne, di Milano, ha deciso di lasciare l’abitazione in cui vive e quella di villeggiatura sul lago di Lecco a tre enti non profit impegnati concretamente a dare una mano agli ultimi: Coopi (Cooperazione internazionale), Sos villaggi dei bambini e Cbm (Christian blind mission).
Giovanna non ha figli né un marito. Ma questo non significa che chi abbia degli eredi diretti non possa comunque decidere di destinare una parte, piccola o grande, della «quota disponibile» della sua eredità, quella che può essere donata a chiunque liberamente, a una o più organizzazioni di volontariato, associazioni, fondazioni, imprese e cooperative sociali che senza scopo di lucro operano per migliorare il mondo in cui viviamo, contribuendo alla ricerca scientifica, a fornire assistenza a malati, disabili, famiglie bisognose e minori e a salvare la natura.
Cinque milioni e mezzo di italiani ultracinquantenni nel 2023 hanno dichiarato di aver già previsto un lascito solidale nel proprio testamento o di essere orientati a farlo. Un dato leggermente in calo rispetto al 2022 (dal 26% al 21% della popolazione over 50) ma sicuramente in crescita rispetto a sei anni fa (nel 2018 i favorevoli era il 12%). A rilevarlo è l’ultima indagine realizzata da Walden lab in collaborazione con l’istituto di ricerca sociale e mercato Eumetra per conto del Comitato testamento solidale, che ha così voluto celebrare il decennale dalla sua nascita: raggruppa 28 realtà del Terzo settore e ha come missione quella di promuovere la cultura del testamento solidale, appunto, in Italia. «Ciò che va sottolineato è anche il progressivo aumento di coloro che sono a conoscenza di questa opportunità: dal 60% del campione intervistato nel 2016 a oltre l’82% nel 2023», dichiara Paolo Anselmi, fondatore e presidente di Walden lab.
Paolo Anselmi
Si possono donare anche piccole somme, e senza questi aiuti molti servizi non esisterebbero
Le campagne di informazione e sensibilizzazione messe a punto dal Comitato testamento solidale nei suoi dieci anni di vita sono dunque servite a qualcosa e piacciono a 7 italiani su 10. La ricerca ha evidenziato nell’ultimo anno una percentuale più o meno stabile, al 45%, di sfavorevoli al lascito solidale e una quota di indecisi più alta, che è passata dal 27% al 35% (nel 2018 erano il 25%) – giustificata dal progressivo calo dei contrari, che sei anni fa erano il 63% – a causa soprattutto del timore di sottrarre risorse ai figli (32%) e della preoccupazione per la loro precarietà lavorativa (28%). Il 70% coinvolgerebbe in ogni caso la famiglia in questa scelta. «Suggeriamo di non far trovare i figli davanti a una sorpresa – interviene Rossano Bartoli, portavoce del Comitato e presidente della Lega del filo d’oro – e di rivolgersi a un notaio per evitare che un domani i parenti impugnino il lascito per incapacità di intendere e volere del testatore. Ci sono due pregiudizi ancora diffusi. Il primo è che bisogna essere per forza miliardari per donare al Terzo settore. Invece no: il testamento solidale è alla portata di tutti. Si possono lasciare piccole somme di denaro, un arredo, un gioiello, un’opera d’arte, oltre che immobili, azioni, titoli d’investimento, polizza a vita. L’altra convinzione errata – continua Bartoli – è che vengano lesi i diritti dei propri cari a ricevere un’eredità. Ma la legge tutela gli eredi legittimari, cioè coniuge, figli e genitori, a cui spetta sempre di diritto una parte del patrimonio. Pertanto il lascito solidale non può diventare un pretesto per sottrarre beni ai parenti stretti con cui magari si ha litigato. Il testamento, inoltre, si può annullare o modificare in qualsiasi momento».
Nonostante 2 italiani su 5 pensino che il mondo sia peggiorato nell’ultimo decennio – per il clima (secondo l’86%), le guerre (84%), le pandemie (83%), le diseguaglianze (76%) – la fiducia verso il Terzo settore resta forte: per la maggior parte (63%) sono gli enti non profit a darsi più da fare per migliorare la società e renderla più sostenibile. Al secondo posto ci sono le piccole e medie imprese (47%), al terzo i cittadini (43%) e al quarto l’Europa (37%). Dopodiché gli italiani fanno anche i conti col benessere economico in declino, la diminuzione della fiducia nel prossimo, dell’equità sociale (62%). «Ma il testamento solidale – conclude invece Bartoli – è una vita che continua piuttosto che una vita che finisce. E senza il sostegno dei lasciti moltissimi servizi per la collettività non sarebbero stati realizzati».