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 2023  settembre 12 Martedì calendario

A Berlino spariscono le strisce pedonali

Le zebre in Germania compiono 70 anni. Le prime apparvero il 24 agosto del 1953, quando le città erano ancora in parte in rovina, e Berlino era divisa ma senza Muro. Le strisce pedonali vengono sempre chiamate Zebra in tedesco. Furono introdotte per la prima volta in Gran Bretagna nel 1951, andai a Londra nell’estate del 1959, ricordo i cartelli che a ogni incrocio mi avvertivano: Look right!, con il punto esclamativo. Con il traffico a sinistra, le auto ti sorprendono da destra. Io sono sempre stato distratto.
In quell’anno, dopo pochi mesi i passaggi pedonali vennero introdotti anche in Italia. Da noi rimangono un consiglio, se ti fidi rischi la vita. A Berlino, se non li rispetti, perdi punti sulla patente. Nel 2021 sulle nostre strade hanno perso la vita 271 pedoni, ma non si sa quanti siano stati investiti sulle strisce. Nel 2013 a Milano, fu ucciso attraversando sulle strisce il mio amico e scrittore Giuseppe Pederiali.

In Germania, leggo sulla Frankfurter Allgemeine, le Zebra furono accolte da molte critiche e polemiche. Il boom economico non era iniziato, le auto ancora poche, si aveva voglia di libertà. Gli automobilisti non venivano additati come criminali che avvelenano il pianeta. Nacquero le zebre, ma i pedoni non avevano la precedenza assoluta. Si dové attendere 11 anni, infine il primo giugno 1964 fu approvata la “Lex Zebra”, con il motto Freie Fahrt für freie Bürger!, sempre con il punto esclamativo, strada libera per liberi cittadini.

Zebra è l’acronimo di “Zeichen eines besonders rücksichtsvollen autofarers”, un segnale di particolare attenzione per automobilisti responsabili. Ma siamo in Germania, paese allora ordinato, oggi sempre meno. Un diritto non dovrebbe diventare un abuso: la legge aggiungeva che i pedoni devono attraversare con ragionevole fretta, consentita dallo stato di salute personale, per non intralciare il traffico. Come essere più chiari e ragionevoli?
Due settimane dopo, il 12 giugno, sempre sulla Frankfurter si leggeva che molti pedoni per arroganza, o per una sbagliata opinione sul comportamento sociale, attraversavano le zebra con ostentata lentezza per far dispetto agli automobilisti. L’Adac, l’automobil club, aveva già protestato contro la legge: solo un quarto degli investimenti sulle strisce avveniva per colpa degli automobilisti, i pedoni erano distratti, attraversavano all?improvviso, a un tratto, tornavano indietro, un’auto non può frenare di colpo. La storica foto dei Beatles che attraversano sulle strisce fu scattata a Londra, sull’Abbey Road, l’8 agosto del ?69. La strada in estate è deserta, John, Ringo, Paul e George, da bravi ragazzi sembrano andare veloci. Vent’anni dopo, quando cadde il Muro, le zebra nelle due Berlino erano oltre mille. Verso la fine del millennio, ne erano rimaste un centinaio. Adesso sono circa 500. E se i verdi avranno successo con il loro programma, Berlin frei auto, la capitale liberata dalle auto entro il 2035, non saranno più necessarie. Nell’attesa si moltiplicano, come ho già scritto, nella mia piazzetta, con scarso traffico, su quattro incroci hanno creato attraversamenti pedonali larghi sei metri, per lasciar passare intere squadre di passanti fianco a fianco. Negli anni scorsi avevano introdotto anche rialzi per rallentare il traffico, ci hanno rinunciato perché sono pericolosi per i ciclisti se piove.
A Roma, anche quando il semaforo è verde, meglio non fidarsi delle strisce. E in auto, quando mi fermo, spesso chi mi segue suona il clacson spazientito, perché sono troppo rispettoso.
Anni fa, quando vivevo a Bonn, un sabato mattina mi trovavo nel Regierungsviertel, deserto, al week-end non lavorava nessuno nel quartiere del governo, tranne noi corrispondenti italiani. Il semaforo era rosso, non c’erano auto, non si udivano neppure in lontananza, accanto a me una madre con il figlioletto. Arrivò il giallo e anticipai di un passo il verde. Dall’altra parte mi venne incontro un anziano signore, e mi rimproverò: Aber nicht vor einem Kind, ma non davanti a un bambino! Sarei stato responsabile se un giorno da adulto fosse andato sotto un’auto. Non gli risposi per non far capire che ero un barbaro straniero.