Corriere della Sera, 9 settembre 2023
Violino, le nuove star giovanissime
«Dieci anni, rispetto ai secoli dei nostri violini, possono sembrare un tempo breve; ma sono bastati perché il Museo del Violino diventasse con più di un milione di visitatori la principale attrazione turistica della città; perché si creasse un pubblico assiduo che viene non solo ad ammirare, ma anche ad ascoltare gli Amati, i Guarneri e gli Stradivari suonati durante i nostri concerti dai massimi violinisti viventi. Però dieci anni sono anche un tempo lungo: non è facile proporre continuamente novità e nomi nuovi, mantenendo l’eccellenza».
Eppure il direttore artistico dello Stradivari Festival ha vinto la sfida anche questa volta: Roberto Codazzi può elencare con soddisfazione i debutti eccellenti, cui si aggiungono le due prime assolute nei due concerti che precedono il Festival vero e proprio e che la Fondazione Arvedi Buschini ha voluto per celebrare il decennale del Museo: giovedì prossimo la «Fantasia concertante» composta da un giovane pugliese, Stefano Delle Donne; l’ha definita «un inno alla pace, alla vita e a un futuro migliore», e vedrà simbolicamente sul palco dell’Auditorium Giovanni Arvedi la violinista russa Ksenia Milas e il violinista ucraino Oleksandr Semchuk.
Il 30 il violinista Alessandro Quarta presenterà il suo «The 5 Elements», suite ispirata agli elementi della natura: aria, fuoco, acqua, terra ed etere.
I due concerti del week-end inaugurale, a inizio ottobre, vedranno per la prima volta sul palco dell’Auditorium due ex enfant prodige, Midori e Daniel Lozakovich. Nel 1982, a 11 anni, la violinista nipponica suonava con la New York Philharmonic e Zubin Mehta, a 14 Bernstein si inchinò ai suoi piedi dopo un concerto al festival Tanglewood: ruppe due volte la corda del Mi e continuò facendosi prestare gli strumenti dal primo e poi dal secondo violino dell’orchestra. A Cremona porterà un Guarneri del Gesù del 1734, accompagnata dalla Festival Strings Lucerne nei Concerti in mi maggiore e per due violini di Bach.
Aveva 9 anni Lozakovich quando debuttò con Spivakov e i Virtuosi di Mosca. La scorsa stagione ha suonato Ciajkovskij con Chailly alla Scala; stavolta, usando lo Stradivari ex Baron Rothschild del 1713, duetterà col pianista Dmitry Shishkin sulle note della Tzigane di Ravel e della Sonata di Franck.
Il boom turistico
In dieci anni il Museo del Violino è diventato l’attrazione più visitata della città
Ne ha 18, quattro in meno di Lozakovich, Nurie Chang, che presenta in prima assoluta «Paganiniana», suite ispirata a Roberto Molinelli dai 24 Capricci di Paganini, conclusione di un programma tutto dedicato alle rivisitazioni e che vedrà i Solisti Filarmonici Italiani diretti da Federico Guglielmo: Geminiani che riprende «La Follia» di Corelli, Bersanetti «Il trillo del diavolo» di Tartini, Potera Vivaldi con «Vivaldi (1998)».
Altre due stelle dell’archetto illumineranno per la prima volta il festival: Julian Rachlin (per lui lo Stradivari «ex Liebig» del 1704), che in trio con la violista Sarah Mc Elravy e il violoncellista Boris Andrianov si cimenterà nella trascrizione delle Variazioni Goldberg curata da Dmitry Sitkovetsky; e Ilya Gringolts che il 18 dicembre, anniversario della morte di Stradivari, imbraccerà il «Cremonese», creato dal liutista nel 1715, per suonare con il pianista Peters Laul «Baal Shem» di Bloch e la Fantasia di Schubert.
Completano il cartellone il violoncellista Giovanni Gnocchi con l’Agon Ensemble in Weinberg e l’estroso violinista Gilles Agap in duo con la fisarmonicista Myriam Lafargue tra folk irlandese, bretone e bulgaro.
È invece ormai un ambasciatore di Cremona l’artista russo Sergej Krylov, che a novembre accosterà, con la Lithuanian Chamber Orchestra, Bach all’Esoconcerto di Ezio Bosso.
Prima assoluta
Il compositore Roberto Molinelli ha creato una suite ispirandosi ai 24 Capricci di Paganini