La Stampa, 10 settembre 2023
Testamento di B., i figli voglio accettare senza beneficio di inventario
Intesa trovata sul testamento di Silvio Berlusconi. La firma da parte dei cinque figli per l’accettazione delle ultime volontà del fondatore del Biscione potrebbe arrivare già tra domani e martedì della prossima settimana. Ma restano ore di serrato lavoro per i legali di Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi per definire gli ultimi dettagli di un’eredità che vale oltre cinque miliardi. Oltre alla gestione delle società strategiche. A partire naturalmente da Fininvest. Dalla morte dell’ex premier del 12 giugno scorso legali e consulenti hanno lavorato per chiarire molti aspetti e stimare il patrimonio.
Gli eredi, che si avviano a una accettazione completa, cioè senza il cosiddetto “beneficio di inventario”, avrebbero trovato l’intesa in tempi molto rapidi rispettando le volontà paterne. Motivo per cui, secondo fonti vicine alla famiglia, ci sarebbe un discreto ottimismo sulla buona riuscita dell’operazione. Diversamente i tempi dell’esecutività delle ultime volontà sarebbero stati molto dilatati. Come era accaduto per esempio con il testamento del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio, per il quale i figli avevano scelto la strada del “beneficio d’inventario”. Ma, sempre secondo fonti accreditate, la famiglia Berlusconi vorrebbe evitare che i tempi si dilatassero aprendo così una pagina lunga e incerta.
Silvio Berlusconi – che aveva già chiarito nelle sue volontà testamentarie la spartizione del suo impero – ha diviso tra i suoi figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi il suo patrimonio ma con l’attribuzione della “quota disponibile” ai due maggiori, Marina e Pier Silvio: insieme, i due figli nati dal primo matrimonio con Carla Dall’Oglio controlleranno così il 53% di Fininvest. Non è ancora chiaro quale sarà l’accordo per “compensare” i figli minori – nati dall’unione con Veronica Lario – per la minore quota sul patrimonio ricevuta e soprattutto sulla parte societaria, tema al centro della trattativa. Così come non è ancora noto se sarà prevista una rappresentanza dei tre nei cda.
Quello che appare certo, invece, è che il nodo da sciogliere prima del via libero definitivo non sarebbero i 230 milioni di euro complessivi che il padre ha chiesto di donare al fratello Paolo, allo storico amico Marcello Dell’Utri e alla compagna Marta Fascina. A gestire l’intera trattativa durante tutta l’estate sono stati gli stessi legali che il 5 luglio scorso avevano svolto il ruolo di testimoni per l’apertura del testamento nello studio del notaio Roveda, a Milano: Luca Fossati per Fininvest e soprattutto i due figli Marina e Pier Silvio, Carlo Rimini per Barbara, Eleonora e Luigi.
È proprio sul destino di Fininvest che gli osservatori si pongono più domande: la società detiene infatti il 48,6% di Mfe-Mediaset (blindata con circa il 50% dei diritti di voto), il 53,3% di Mondadori e il 30% di Banca Mediolanum. Un tesoro da quasi tre miliardi solo di capitalizzazione di Borsa, con il gruppo televisivo che conserva tra le partecipate anche il 40% di Ei Towers e quasi il 30% della tedesca Prosieben. Per approfondire la situazione reale su beni mobili e immobili che facevano capo a Silvio Berlusconi i lavori sono stati lunghi e complessi, ma in Fininvest non cambia nulla. «Non ci aspettiamo scossoni», assicurano fonti a conoscenza dei dossier più delicati. Ma certo è che qualche piccolo assestamento ci sarà. Già a partire dalla governance con l’amministratore delegato Danilo Pellegrino diventato anche direttore generale.
Sul tavolo, però, restano ancora alcuni altri dossier: primo tra tutti quello del Monza calcio, da più fonti indicato come un asset in via di cessione. Successivamente sulla partecipazione in Ei Tower per arrivare alla fusione – annunciata più volte negli anni e mai realizzata – con Rai Way. Ma prima toccherà aspettare l’ufficialità della firma sugli accordi testamentari. Questione di ore.