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 2023  settembre 09 Sabato calendario

Biografia di Irina Osipova

Tutti o quasi si stanno chiedendo adesso: come è possibile? Perché mai come in questa storia i fatti sono chiari: una come Irina Osipova – nonostante abbia vinto un concorso – a lavorare in Senato alimenta una serie di preoccupazioni molto forti. Anche tra i nostri alleati internazionali. Non solo per evidenti ragioni di “opportunità politica”, come si sarebbe detto in un’altra era, ma anche per motivi che in qualunque Paese democratico europeo o alleato verrebbero definiti «di sicurezza nazionale», tanto più in un momento in cui la Russia minaccia l’Europa e l’Occidente con l’aggressione all’Ucraina. Osipova, che ha la doppia cittadinanza, russa e italiana, è risultata idonea al concorso per “coadiutore parlamentare”, bandito nel 2019 e terminato lo scorso anno, e Palazzo Madama starebbe per assumere non solo i 60 vincitori, ma anche i candidati risultati idonei, fino al 124º. Osipova è 78ª, dunque dal primo novembre – se non accade qualcosa – avrà la possibilità di consultare le banche dati di Palazzo Madama, classificare e archiviare la corrispondenza di Palazzo. Un osservatorio formidabile, praticamente consegnato direttamente a Mosca.
Chi è Osipova, che ora si troverà a maneggiare atti del Senato – sia pure nella forma limitata che tocca a un coadiutore parlamentare (fare attività amministrativa e contabile, registrare disegni di legge e atti, tenere rapporti con utenza interna e esterna, avere comunque un certo accesso ad archivi) – è facile abbastanza da spiegare. Per almeno un paio di ragioni macroscopiche. Una è che Osipova è vicina non solo ideologicamente, ma anche per relazioni, familiari in primis, al putinismo e ai suoi apparati: è figlia di Oleg Osipov, per anni capo di Rossotrudnichestvo, l’Istituto russo di scienza e cultura, uno degli strumenti più utili in tutto il mondo per le operazioni di influenza della Russia, e in questo caso della Russia di Putin. È una di quei figli di russi degli apparati che troviamo spesso a operare alacremente nel Belpaese (un altro era Oleg Kostyukov – figlio dell’ex capo del Gru, i servizi militari russi – il funzionario dell’ambasciata russa in contatto col consigliere di Salvini, che si informava sulla possibilità di un ritiro dei ministri leghisti dal governo Draghi, due mesi prima della sua caduta).
L’altra ragione è che Osipova – in tutta coerenza con queste premesse – in Italia in tutti questi anni è spuntata come il prezzemolo, guarda caso, in diversi snodi molto discutibili del postfascismo e dell’estrema destra italiana. Se parliamo della Lega e del putinismo (ma anche della fase putiniana di Fratelli d’Italia), Osipova nel 2011 fondò un’associazione, la “Gioventù Russa Italiana”, che era un classico braccio del putinismo all’estero, e si legò nella primavera 2014 a “Lombardia-Russia”, la branca leghista più vicina a Putin, guidata dal celeberrimo Gianluca Savoini, consigliere di Matteo Salvini. Ce lo ricorda anche una foto di lei tra Salvini e Savoini belli sorridenti a Mosca. Nel 2016 Osipova si candidò anche: con Fratelli d’Italia, al Comune di Roma.
La si ritrova (non indagata) nelle carte dell’inchiesta genovese contro alcuni neofascisti italiani andati a combattere in Donbass con la Russia. Carte assai utili per raccontarci che Osipova era in contatto con Andrea Palmeri, noto neofascista di Lucca, già capo degli ultras della Lucchese, poi stabilitosi in Donbass (a Lugansk) fin dal 2014 (prima aggressione russa all’Ucraina), quando già la giustizia italiana era sulle sue tracce. Lì Palmeri fondò una “onlus” che sosteneva di raccogliere fondi per “la popolazione russa del Donbass”. E con lui c’era appunto la nuova dipendente del Senato italiano Osipova. C’era una rete di circa 20 italiani (molti dall’area genovese o milanese) che combattevano accanto alle milizie paramilitari russe in Donbass. Le quali, come via via si saprà con sempre più precisione documentale, erano sostenute dai servizi russi e finanziate in parte dall’oligarca ultra-ortodosso Konstantin Malofeev, e facevano capo sul campo al sedicente “ministro della Difesa” del Donbass, Igor Girkin (oggi caduto in disgrazia per le critiche a Putin, e arrestato a sua volta).
La vediamo fotografata e braccetto del neonazista russo Jan Petrovski, un militare del gruppo neonazista “Rusich”, da pochi giorni arrestato in Finlandia. Né è segreto che Osipova abbia partecipato nel marzo 2015 all’infame convegno delle estreme destre europee invitate a Mosca dal partito nazionalista Rodina, una estrema destra nella destra russa, con ospiti eminenti tipo Alba Dorata, l’europarlamentare neonazista Udo Voigt, l’italiano Roberto Fiore. Osipova vi si recò con il segretario di Lombardia-Russia, Luca Bertoni. Persino Savoini, presidente, prese le distanze definendo sul Foglio una «iniziativa privata» la partecipazione al Forum del segretario della sua associazione «con la sua fidanzata Irina Osipova».
Ecco, una con questo curriculum a lavorare in Senato non pone qualche problema di sicurezza nazionale, senza parlare dell’opportunità politica? Ideologia ultrasovranista, mondi mercenari italiani e operazioni del Cremlino. Un matrimonio insostenibile, anche per un Paese flaccido come l’Italia sulla Russia. —