Il Messaggero, 10 settembre 2023
Intervista a Caterina Balivo
Tre anni fa, nella primavera del 2020 – durante il Covid – aveva lasciato fra le lacrime la conduzione su Rai1 del programma pomeridiano Vieni da me per motivi familiari (la salute del marito, il finanziere-scrittore Guido Maria Brera). Adesso, dopo aver lavorato a Tv8, Rai2 e La7, Caterina Balivo a 43 anni torna al punto di partenza: domani alle 14 debutta su Rai1 alla guida di La volta buona, il nuovo salotto – voluto dal direttore del Day Time Angelo Mellone – che dopo tre anni, nonostante i buoni ascolti, sostituisce Oggi è un altro giorno di Serena Bortone. Una decisione, questa, che a fine giugno, salutando il pubblico per l’ultima volta, ha spinto la giornalista a polemizzare: «Il popolo, l’Italia, gli italiani sono molto più avanti di come talvolta li si voglia rappresentare... Siate liberi e autentici, a qualsiasi prezzo» (curiosamente Balivo e Bortone hanno in comune l’esperienza come giurate del Cantante mascherato di Milly Carlucci, sempre su Rai1).
Anche nel pomeriggio parte la nuova narrazione Rai: che farà?
«Faccia a faccia con personaggi noti (il primo è Tullio Solenghi, ndr) e persone comuni che racconteranno storie vere, compresa la loro volta buona. Con un divano a ferro di cavallo cercheremo di ricreare un’atmosfera familiare. Daremo spazio all’attualità, alla cronaca bianca, alla musica dal vivo e alle fiction. Ci sarà anche un giovane esperto di social. E poi Umberto Broccoli, Enzo Miccio...».
Con “Lingo” faceva una media di ascolti dell’1,7 per quasi 300 mila spettatori a puntata – per La7 un successo – mentre Bortone ha chiuso al 15.8 con 1 milione 487 mila teleutenti: preoccupata?
«No. Ad attrarre più di un milione di spettatori sono abituata da anni. Mi preoccupa trovare un nuovo equilibrio per la mia quotidianità familiare».
Visto che Serena Bortone è stata rimossa perché non in linea con la nuova linea editoriale, così si è detto, è preoccupata per le possibili interpretazioni “politiche” che si potranno dare al suo programma?
«No. Perché c’è una bella differenza fra una giornalista in qualche modo legata politicamente a questa o quell’area e una conduttrice come me. Io non sono frutto di una scelta politica, io vengo da quasi vent’anni di tv del pomeriggio e non sto per condurre Ballando con le stelle, che non è il mio mondo. Diciamo che io sono in quota Caterina».
È vero che per farla partire con il traino alto del Tg1 sposteranno il Tg1 Economia, che di solito viene alla fine del notiziario delle 13.30?
«Non lo so. Mi hanno detto, però, che è già stato fatto in passato. Non sarebbe una novità».
Si sente rappresentata da questo governo?
«Non l’ho votato. Non lo faccio da più di dieci anni».
E perché?
«Ce l’ho con i politici che non pensano al bene di tutti ma solo a quelli di parte. Asili, salari, sicurezza... Non risolvono un solo problema. Mai».
L’ultima volta chi ha scelto?
«Mario Monti. Comunque sappia che nel mio quadro astrale c’è una predisposizione alla carriera politica».
Però, come il suo corregionale Luigi Di Maio. Quindi si sente pronta al grande passo?
«Per carità. E poi nessuno me l’ha mai chiesto».
Suo marito nei libri che pubblica – “Diavoli” è diventato una serie tv con Patrick Dempsey e Alessandro Borghi – contestando certe storture finanziarie fa interessanti valutazioni politiche: la pensa come lui?
«Io sono solo arrabbiata. Lui è anarchico e non è catalogabile, ma quando dice che certe mancanze della politica sono state colmate da gente che pensa a fare soldi senza scrupoli, parla in maniera estremamente chiara».
Il pregiudizio più ricorrente sul suo conto qual è?
«È bella, è elegante, si è sposata bene, che ci vuole a essere come lei? Io invece sono una sgobbona. In studio sono una che controlla tutto, anche le luci».
Lei sul lavoro si descrive così: iena, poco diplomatica, fumantina e stronza: conferma?
«Sì. Ma sono migliorata. Tre anni lontana dalla Rai mi sono serviti. Adesso, per esempio, con il programma tante cose ancora non sono al massimo. In passato sarei stata una furia, ora sono tranquilla. Comunque vada, andremo in onda».
Cosa ha fatto?
«Esperienze diverse dal solito che mi hanno fatto crescere. Ho registrato un podcast, Ricomincio dal no (per Chora Media, società di suo marito guidata dal giornalista Mario Calabresi, ndr), e all’inizio lavorare solo con la voce è stata una sofferenza. Calabresi ha insistito e ha fatto bene: sono molto soddisfatta di quello che sono riuscita a fare».
Lei per questo progetto ha incontrato persone speciali come Andrea Bocelli, Bebe Vio, Marcello Lippi: li inviterà in studio?
«Perché no? Sto pensando anche all’astrofisica Ersilia Vaudo».
Fra loro c’è anche Roberto Saviano: lui?
«Il direttore mi ha detto di invitare chi voglio, basta che raccontino cose pertinenti. Non ho avuto una lista nera».
E la pornostar Valentina Nappi? Nel podcast la vostra conversazione è stata molto cruda.
«Se racconta il rapporto difficile con la mamma, che non vede e non sente da anni, sì. Per parlare di sesso a modo suo, alle due del pomeriggio, no».
Lorella Cuccarini ha detto che la Rai le aveva offerto di condurre – prima di lei – “La volta buona”: le ha dato fastidio?
«Una come lei può fare quello che vuole: è bravissima. Certo, Romina Power, alla quale nel 2005 chiesero prima di me di fare Festa italiana, non l’ha mai detto. È una questione di stile».
Oltre agli impegni in tv ha partecipato a Miss Italia (terza nel 1999), ha fatto la modella (per una maionese, uno shampoo per capelli, un telefonino etc.), ha recitato in un film (“Il regalo di Anita” nel 2005, con Caterina Murino, mai uscito), e ha scritto un libro (“Gli uomini sono come lavatrici”, nel 2018): cosa sa fare veramente bene?
«Non ho un vero talento, ma sono molto empatica. Piaccio. E sono fedele a me stessa. Anche con mio marito non faccio la signora Brera. Sono sempre Caterina».
Perché lo sta dicendo? C’è chi le rimprovera di essersi “sistemata”?
«Con un uomo che viene da un mondo così differente dal mio, che lavora nella finanza, qualcuno potrebbe pensarlo».
Alla fine è venuto più lui dalla sua parte: la imbarazza questa suo essere pop?
«Per niente. È il più figo di tutti. Si è messo in gioco con successo e questo mi inorgoglisce».
L’errore più grande che ha fatto finora?
«Il tweet del 2017 contro Diletta Leotta a Sanremo (“Non puoi parlare della violazione della #privacy con quel vestito e con la mano che cerca di allargare lo spacco della gonna”, ndr). Fu uno scivolone terribile. Io che sono sempre dalla parte delle donne, quella roba non dovevo farla».
E lavorando, la volta “non” buona qual è stata?
«Nel 2010. Da conduttrice su Rai1 di Festa italiana, a Roma, mi ritrovai a Milano a fare Pomeriggio sul 2 con altre due persone molto diverse da me come Milo Infante e Lorena Bianchetti. Fu un’esperienza traumatica, il mio inferno. Un anno terribile».
In futuro, dopo il pomeriggio, che farà?
«Adesso basta e avanza quello che ho. Però fra 3-4 anni potrei fare L’eredità, così chissà come si arrabbia Pino Insegno... Ahahahaha...(ride). Scherzo».